Quiz Show

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Robert Redford

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Richard N. Goodwin

SCENEGGIATURA

Paul Attanasio

FOTOGRAFIA

Michael Ballhaus (colori)

MUSICA

Mark Isham

MONTAGGIO

Stu Linder

INTERPRETI

John Turturro, Ralph Fiennes, Rob Morrow, Paul Scofield

PRODUZIONE

Robert Redford, Michael Jacobs, Julian Krainin, Michael Nozik per Wildwood Enterprises/Baltimore Pictures

DURATA

132'

ORIGINE

Stati Uniti, 1994

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

La vita è tutto un quiz

Televisione/Mass-Media/Uomo e societa

 

TRAMA

New York, 1958. In televisione riscuote un grande successo una trasmissione a quiz chiamata Twenty-One. Da mesi il campione è l'ebreo di Brooklyn, Stempel. I sondaggi lo danno sempre meno popolare e così gli organizzatori lo costringono a rispondere in modo errato alle domande. Il nuovo campione diventa il giovane professore universitario Charles Van Doren, appartenente ad una famiglia altolocata di intellettuali, protestante e di origini anglosassoni. Ormai consacrato come il nuovo idolo degli spettatori, Van Doren non può perdere e così la direzione dello show gli passa in anticipo le domande. Stempel, però, che sa bene come funzionano le cose al Twenty-One, non ci sta e denuncia tutto alla magistratura. Indaga sul caso il giovane procuratore Goodwin (che è il personaggio reale che poi scriverà il libro da cui è tratto il film), che finisce per scoprire come la manomissione delle regole sia assolutamente normale nella trasmissione a quiz e come la pratica illegale sia voluta direttamente dai dirigenti e dallo sponsor. Si arriva così in un'aula di tribunale dove Van Doren confessa di fronte ai giudici le sue colpe.

 

TRACCIA TEMATICA

Questo film è tratto da una storia vera. Siamo nel 1958, ma l'industria televisiva americana è già organizzata in conformità a rigidi criteri commerciali che la fanno dipendere dal finanziamento degli sponsor. Ne deriva la centralità dell'audience come unico criterio sanzionatorio del destino di una trasmissione. E gli indici di ascolto dipendono dal gradimento che il campione riesce ad aggregare attorno alla sua persona, dal livello di identificazione che attiva nel pubblico. Nulla di strano, dunque, se il quiz è truccato.

Ma Quiz Show è soprattutto un film sulle contraddizioni della società americana di quarant'anni fa', afflitta da divisioni e rivalità etniche (l'ebreo Stempel viene accantonato per far posto all'anglosassone Van Doren, rappresentante della middle class intellettuale newyorchese, l'altro ebreo Goodwin ambisce ad un riconoscimento sociale che lo legittimi ad accostarsi ai ceti alti, è di origini armene l'unico commissario che non si fa commuovere dal contrito pentimento di Van Doren), dalla psicosi del pericolo sovietico (lo Sputnik ricorda la superiorità spaziale dei russi) e da un avanzato processo di spettacolarizzazione (la studiata confessione di Van Doren) che toglie verità e spontaneità a cose e persone.

La constatazione più amara è, però, riservata alla sostanziale impunità di cui gode il potere (in questo caso quello informativo ed economico), che non solo esce praticamente indenne dallo scandalo del quiz falsato, ma che saprà riciclarsi con grande disinvoltura (Dan diventerà miliardario con un altro programma televisivo di lì a dieci anni).

 

VALUTAZIONE CRITICA

La canzone di Kurt Weill tratta da L'opera da tre soldi di Bertold Brecht apre e chiude il film. L'opera da tre soldi è una commedia teatrale che parla di un criminale che diventa famoso e stimato: come non cogliere un'allusione alle fortune future che attendono il personaggio di Dan? e l'immagine rallentata di un pubblico sorridente e felice su cui echeggiano le note della canzone non vuole forse suggerirci l'idea che, qualunque cosa accada, la gente sarà sempre disposta a farsi ingannare?

A dire il vero l'incipit del film, che precede i titoli di testa accompagnati dalla canzone di Weill, è ancor più efficace nel farci entrare nel clima psicologico dell'America di quegli anni: una fiammante auto di lusso simboleggia il benessere raggiunto da una società che potrebbe essere ben soddisfatta di sé, se non fosse per le notizie radiofoniche dei successi spaziali sovietici. I cittadini hanno bisogno così di riconoscersi in un vincente bianco, bello e intelligente, che esprima la superiorità di tutta una civiltà.

Redford, inoltre, inserisce, con grande attenzione e cura per il dettaglio, ogni personaggio nel microcosmo sociale di provenienza (lo squallido appartamento di Stempel e la lussuosa villa di Van Doren, le rispettive differenze di abbigliamento e di linguaggio) e individua acutamente nella cura dell'immagine e nella scelta delle parole giuste al momento giusto (c'è in tutto il film sempre qualcuno che dice a qualcun altro quello che dovrebbe dire) gli strumenti con cui prolungare la manipolazione e i privilegi.

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     A) La guerra fredda e la sfida spaziale negli anni cinquanta. B) Gli Stati Uniti negli anni cinquanta.

Geografia     Gli Stati Uniti: una società multietnica.

Lingua straniera: tedesco     L'opera da tre soldi di B. Brecht.