Il mandolino del capitano Corelli

TITOLO ORIGINALE

Captain Corelli’s Mandolin

REGIA

John Madden

SOGGETTO

Dall’omonimo romanzo di Louis de Berniéres

SCENEGGIATURA

Shawn Slovo

FOTOGRAFIA

John Toll (colori)

MUSICA

Stephen Warbeck

MONTAGGIO

Mick Audsley

INTERPRETI

Nicolas Cage, Penélope Cruz, John Hurt, Irene Papas, Christian Bale, Roberto Citran

PRODUZIONE

Tim Bevan, Eric Fellner, Kevin Loader, Mark Huffman per Working Title

DURATA

126’

ORIGINE

USA-Francia-Gran Bretagna, 2001

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Seconda Guerra Mondiale

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Cefalonia, Mar Egeo, 1941-43. Le truppe italiane hanno occupato la Grecia e un distaccamento prende possesso delle isole dell’arcipelago  dell’Egeo. Il capitano Corelli è di stanza a Cefalonia, dove italiani e tedeschi occupano insieme l’isola. Tra l’ufficiale italiano ed una bella ragazza indigena, Pelagia, nasce l’amore. Dopo l’8 settembre i tedeschi intimano agli italiani la resa, ma quest’ultimi si rifiutano di consegnarsi agli exalleati ed anzi si preparano a contrastarli in armi. Travolti dalla superiorità militare dell’esercito germanico gli italiani vengono sconfitti e passati per le armi in quanto considerati traditori. Il capitano Corelli riesce, però, a salvarsi dalla carneficina e qualche anno dopo ritorna nell’isola per ricongiungersi con l’amata Pelagia.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film ci propone un messaggio di bonario e innocuo pacifismo: l’amore e la fratellanza si impongono sulla brutalità della guerra, le barriere nazionali e etniche si infrangono di fronte alla passione e ai buoni sentimenti. Il mite capitano Corelli esprime gioia di vivere e carattere gioviale con la musica e il canto, che diventano una specie di linguaggio universale in grado di facilitare la comunicazione e la fratellanza tra popoli divisi dalla guerra.  

Ma il protagonista Corelli diventa anche qualcosa di più e cioè il simbolo di un’italianità vista dall’immaginario anglosassone (il film è di produzione americana) come sintesi di irrefrenabile vitalità e generosità d’animo, espressione di un’indole mediterranea e contadina distante dal crudele fanatismo che contraddistingue l’animus tedesco.

Si tratta evidentemente di un modello idealizzato che ha trovato sostenitori anche in Italia attraverso lo stereotipo autoconsolatorio degli “Italiani brava gente”, che spesso ha costituito un alibi che ha incentivato la rimozione dalla memoria di stragi ed atrocità che i nostri eserciti hanno commesso durante il secondo conflitto mondiale (in modo particolare nella penisola balcanica) e ancora prima nel corso delle conquiste coloniali.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il giudizio della critica nei confronti del film è stato quasi unanimemente negativo. Ad esso non si è perdonato la faciloneria con cui alimenta l’abusata immagine dell’italiano-macchietta tutto musica e spaghetti che corre dietro alle donne. Oltre a ciò ha infastidito l’approssimazione storica della ricostruzione di un evento tanto tragico della storia nazionale come quello della strage di migliaia d’italiani a Cefalonia, qui ridotto a pretesto per una storiella d’amore che ha il respiro di un fotoromanzo e per infarcire la pellicola di squarci paesaggistici da cartolina illustrata (i critici più feroci hanno parlato addirittura di film commissionato dall’azienda del turismo delle isole greche).

Il mandolino del capitano Corelli dimostra uno dei limiti storici del Cinema americano e cioè la difficoltà ad accostarsi a realtà umane ed ambientali distanti dalla loro senza scivolare (in questo caso piuttosto pesantemente) nel pittoresco preconfezionato e nel fasullo.  

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                 A) La Seconda Guerra Mondiale

                           B) Il fronte greco-balcanico

                           C) La strage di Cefalonia

                           D) I crimini di guerra degli italiani