TITOLO ORIGINALE | Idem |
REGIA | Luigi Comencini |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Luigi Comencini, Massimo Patrizi |
FOTOGRAFIA | Carlo Carlini (colori) |
MUSICA | Fiorenzo Carpi |
MONTAGGIO | Nino Baragli |
INTERPRETI | Saverio Marconi, Dalila Di Lazzaro, Bernard Blier, Memé Perlini e il bambino Francesco Bonelli |
PRODUZIONE | Achille Manzotti per Intercontinental Film Company: Roma, Les Films Du Losange: Parigi |
DURATA | 106' |
ORIGINE | Italia-Francia, 1980 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Biennio-Triennio |
PERCORSI | Genitori e figli La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Eugenio è un bambino di circa dieci anni, figlio di una coppia separata. Sballottato tra i nonni, spesso avvertito come un intralcio dai genitori, ancora incerti se recuperare il loro rapporto o rifarsi una nuova vita sentimentale, si crea una personale dimensione affettiva rivolta verso gli animali e un coetaneo, trincerandosi in un carattere introverso e spigoloso. Solo quando scompare tutti sembrano preoccuparsi di lui. TRACCIA TEMATICA Eugenio è vittima di un matrimonio sbagliato, frutto di un rapporto superficiale maturato nel clima entusiastico della contestazione sessantottina, ma sostanzialmente privo di solide basi: doveva essere il figlio della rivoluzione ed è diventato il figlio di un fallimento.Sostanzialmente immaturi e impreparati, i suoi genitori non si rivelano in grado di fronteggiare le difficili responsabilità che un figlio comporta e alternano severità e permissività, incapaci di trovare un giusto equilibrio.
Privo di riferimenti solidi, sempre più simile ad un oggetto che nessuno vuole (eloquente la sua immagine dietro un cartello con il suo nome), Eugenio risponde con una specie di autistico isolamento in campagna o con un'aggressività spesso inopportuna e fastidiosa.
Il personaggio di Baffo si fa carico di rappresentare una specie di coscienza critica, un grillo parlante provocatorio e antipatico, ma che tuttavia sembra il solo ad aver capito come stanno veramente le cose.
Voltati Eugenio può anche essere letto come caso emblematico di una più complessiva crisi dell'istituzione familiare che, a giudicare da alcuni significativi indizi relativi ai nonni, non coinvolge soltanto le nuove generazioni.
VALUTAZIONE CRITICA
Comencini ribadisce con esiti felici la sua particolare propensione all'esplorazione dell'universo infantile in sofferenza. In Voltati Eugenio si accosta con la consueta sensibilità ed acutezza psicologica ad un bambino difficile cercando di entrare nelle pieghe della sua tormentata personalità e regalandoci uno dei ritratti meglio riusciti e più toccanti del Cinema italiano del dopoguerra.Meno convincente invece il profilo dei personaggi adulti, tratteggiati in modo un po' approssimativo, troppo obbligati in schemi stereotipati (la femminista, l'ex-sessantottino fallito, la svampita nonna paterna, l'improbabile Baffo, le macchiette di contorno, ecc..), e il tentativo di analisi sociologica, decisamente affrettato e poco approfondito.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI Storia Il sessantotto e il riflusso della fine degli anni settanta.