Formato

Con questo termine si fa riferimento alla larghezza della pellicola misurata in millimetri. Si distinguono tre tipi principali di formato:

  1. il 35 mm (il più diffuso), che è quello originario del Cinema. L'immagine riprodotta lascia ai lati un margine nero, in altre parole l'immagine non occupa l'intero spazio dello schermo.

  2. Il 16 mm (il meno diffuso), che riducendo le dimensioni della cinepresa ne aumenta la maneggevolezza e quindi si presta in particolare per il documentarismo d'attualità e per le inchieste televisive (anche se in questo caso da tempo si preferisce alla cinepresa l'assai più pratica telecamera). Per i costi minori che presenta rispetto ad altri formati il16 mm è tradizionalmente la scelta privilegiata di produzioni cosiddette povere, a bassissimo budget. Per le proiezioni in sala il 16 mm viene gonfiato a 35 mm e quindi, dal punto di vista delle dimensioni schermiche, il risultato è pressoché identico.

  3. Il 70 mm (media diffusione) è nato negli anni '50, quando a causa dei primi segnali di crisi dovuti all'imporsi della televisione l'industria cinematografica cerca di incentivare la dimensione spettacolare del Cinema (altra innovazione che va in questa direzione e che si collega al 70 mm è il colore). L'immagine riprodotta non lascia alcun margine laterale e quindi occupa l'intera estensione dello schermo, con un evidente effetto di ingrandimento rispetto al 35 mm. Con il passare del tempo, richiedendo il formato 70 mm apparecchiature di ripresa grandi e quindi piuttosto ingombranti, è stato sostituito dai sistemi anamorfici, cioè da un particolare procedimento di schiacciamento dell'immagine su un formato a 35mm, che poi nella proiezione in sala, grazie all'uso di particolari obiettivi, si trasforma in 70 mm (tra questi sistemi ricordiamo il Cinemascope e il Panavision). Il 70 mm è stato usato soprattutto per le grandi produzioni di film ad alto tasso di spettacolarità, come i kolossal storici e d'avventura.