L'enunciazione

Si risponde alla domanda chi racconta e come si racconta? E si parte dal presupposto che essendoci una storia ne consegue la necessità sul piano teorico che esista un'entità che provveda a produrre il racconto. Chiamiamo questa entità narratore (altri la chiamano istanza narrativa o enunciatore). Chiamiamo poi il destinatario del racconto prodotto dal suddetto narratore narratario (anche enunciatario). Si distinguono due possibilità, a loro volta articolate al loro interno.

 

 Narratore extradiegetico (o esterno)

La gestione del racconto (ciò che in esso accade e viene detto dai personaggi) è affidata ad un'entità esterna al racconto stesso che può manifestarsi o meno allo spettatore (si tratta dell'equivalente della narrazione in terza persona in letteratura). In base al grado di manifestazione di suddetta entità narrativa distinguiamo un minimo e massimo di appalesamento nei confronti del narratario che in questo caso è sempre lo spettatore.

 

  Narratore diegetico (o interno)

La gestione del racconto è affidata ad un personaggio del racconto stesso, sia principale o meno (è il corrispettivo dell’io-narrante in letteratura). In questo caso si è soliti distinguere l’enunciatario.

Nell’ambito di un solo film possiamo trovare un’unica modalità di enunciazione o più modalità (per esempio: all’interno di un racconto ad enunciatore esterno si inseriscono uno o più enunciatori interni che raccontano un segmento della storia, per lo più in flashback). L’identità dell’enunciatore (esterno o interno che sia), insomma, può anche variare, anche se quasi sempre è facile individuare un enunciatore prevalente sugli altri.