LEZIONI DI STORIA CONTEMPORANEA

               di Gian Lorenzo Maccalli ( prof. Pacioli)

                in preparazione del viaggio ad Auschwuitz- Birkenau

                  26 aprile-1 maggio 2005   

 

 

 IN PREPARAZIONE DEL VIAGGIO AD AUSCHWITZ

                                                                                                                     

Ottobre 1918: definitivo collasso dell’esercito tedesco e disgregazione del cosiddetto “fronte interno”

 Totale l’incertezza politica e la frammentazione dei partiti.

I più importanti:

 

 I fatti:

 

  1. 5 ottobre 1918: richiesta del cancelliere Max von Baden alle forze dell’Intesa di armistizio
  2. opposizione ideale e politica all’impero e quindi alla stessa monarchia: 31 ottobre a Kiel rivolta ed elezione di un soviet di soldati e marinai; 5-6 novembre rivolta ad Amburgo e Lubecca; poi agitazioni si segnalarono ad Hannover, Colonia e Magonza. Ovunque si costituivano soviet di operai e soldati che chiedevano pace e democrazia.
  3. 9 novembre 1918 il socialdemocratico Scheidemann proclamava a Berlino la Repubblica Tedesca , mentre il Kaiser fuggiva in Olanda.
  4. in questo modo i socialdemocratici, togliendo l’iniziativa agli spartachisti che premevano per una rivoluzione e l’instaurazione di una repubblica socialista, diedero vita ad un governo provvisorio, chiamato dei “Commissari del popolo”, formato da tre esponenti della SPD e tre dell’USPD, appoggiato dallo Stato Maggiore dell’esercito, che salvò il paese dal caos.
  5. 11 novembre 1918: firma dell’armistizio con le potenze dell’Intesa. Si trattava a tutti gli effetti della capitolazione della Germania.
  6. 16-21 dicembre 1918 si riunì a Berlino il Primo Congresso dei consigli degli operai e dei soldati in cui la SPD ottenne una grande maggioranza, che votò per la convocazione di una Assemblea Costituente da eleggersi a suffragio universale.
  7. 19 gennaio 1919 elezione per la Costituente : la SPD ottenne la maggioranza con uno schiacciante  37.9% dei voti e costituì un governo di coalizione con i partiti di centro: il Zentrum, Partito del centro cattolico (20%), radicato soprattutto fra i ceti contadini del sud, e il DDP, il Partito democratico (19%) di ispirazione liberaldemocratica, mentre Ebert venne eletto Presidente provvisorio del Reich e P.Scheidemann nominato capo del primo governo repubblicano.

 

Le Commissioni Costituzionali si misero al lavoro a Weimar, una piccola città al centro della Germania. La scelta della sede fu dettata dalla necessità di sfuggire alle manifestazioni che ancora agitavano l’ex capitale Berlino, ma fu anche una scelta simbolica che intendeva rompere con la tradizione militaristica incarnata dalla  vecchia sede dell’impero.

 

La Costituzione di Weimar

 

La Costituzione di Weimar, rispecchiante i principi della democrazia borghese, venne promulgata nell’agosto del 1919, prevedendo:

·        una Repubblica Federale, formata da 17 Länder dotati di ampia autonomia

·        un Presidente eletto a suffragio universale e diretto, in carica 7 anni

·        un Governo centrale dotato di ampi poteri in materia finanziaria, militare e nel settore delle comunicazioni

·        un Capo del Governo, il “Cancelliere”, nominato dal Presidente, ma responsabile davanti al  Parlamento

·        un potere legislativo gestito da un Parlamento bicamerale: il Reichstag, eletto a suffragio universale (maschile e femminile) col sistema proporzionale; e il Reichsrat, un consiglio federale composto dai rappresentanti dei singoli Länder cui venne attribuito solo un potere di veto sulle leggi emanate dal Reichstag.

 

La costituzione sancì i diritti fondamentali di libertà e formalmente realizzò un sistema tecnicamente quasi perfetto, tanto da poter essere definita “una costituzione da manuale per professori di scienze politiche”. La sua fragilità consisteva nella mancanza di una base reale nella società civile e politica tedesca.

   

Le riparazioni di guerra

 

Il 28 giugno 1919 venne firmato il trattato di pace che venne elaborato nella Conferenza di Parigi:

·        secondo l’articolo 231 dell’intero trattato, la Germania veniva riconosciuta unica responsabile dello scatenamento della guerra

·        nella primavera del 1921  una commissione interalleata stabilì  l’ammontare delle riparazioni nella cifra, spaventosa per quei tempi, di 132 miliardi di marchi-oro, da pagare in 42 rate annuali

·        restituzione dell’Alsazia e della Lorena alla Francia e alcune rettifiche di frontiera a favore del Belgio

·        rinuncia a tutti i possedimenti coloniali passati alle potenze vincitrici (ad eccezione degli USA e dell’Italia) sotto forma di “mandati”.

·        cessione al nuovo stato di Polonia della Posnania e costituzione di un “corridoio” di accesso al mare fino alla  città di Danzica, divenuta “città libera”

·        cessione alla Francia per un periodo di 15 anni del bacino carbonifero della Saar con la proprietà delle miniere

·        effettuazione di un plebiscito nello Schleswig perché ne decidesse l’appartenenza allo stato tedesco o alla Danimarca

·        occupazione della Renania da parte delle truppe alleate per 15 anni e in seguito smilitarizzata

·        smilitarizzazione dell’esercito tedesco ridotto a soli 100.000 uomini (volontari di lunga ferma) e riduzione della flotta navale a 36 navi (delle quali solo 6 corazzate);

           divieto di costruire artiglierie pesanti, aeroplani da guerra, carri armati, sottomarini.

 

I fatti:

 

1.      maggio 1919:  repressione in Baviera, dove si era costituita una repubblica sovietica, battuta da un governo socialdemocratico poi rovesciato dalle forze armate

2.      putsch militare del 1920, condotto da “corpi franchi” paramilitari, in cui viene proclamato cancelliere l’ultraconservatore W. Kapp per un colpo di stato antirepubblicano. Gli operai di Berlino proclamarono lo sciopero generale e l’esercito non appoggiò il putsch che pertanto fallì, salvando la Repubblica.

3.      1921: pagamento della prima rata delle riparazioni di guerra

4.      gennaio 1922: nomina  a ministro degli esteri dell’industriale W. Rathenau presidente del trust AEG

5.      nell’aprile del 1922 questi firmò il trattato di Rapallo con l’URSS nel tentativo di rompere con l’isolamento tedesco, ma venne assassinato nel giugno del 1922  dopo una feroce campagna denigratoria che lo aveva bollato come rinunciatario e ebreo dai grandi industriali e dalle numerose organizzazioni di destra.

6.      luglio 1922: la Germania dichiarò che il trattato di Versailles era inapplicabile e sospese i pagamenti.

7.      tra il 1921 e il 1922 inizia la fase della crisi economica, segnata da una strisciante inflazione, a causa della emissione incontrollata di carta moneta per pagare le prime rate delle riparazioni di guerra e senza aumentare il prelievo fiscale per evitare l’impopolarità.

8.      1922/23 esplode la grande inflazione: nel novembre 1923 il rapporto di cambio fra dollaro e marco fu di 1 dollaro per 4.200 miliardi di marchi. Qualche es.: un chilo di pane 428 miliardi di marchi, un chilo di burro 5.600 miliardi di marchi. Lo Stato stampava banconote in quantità sempre maggiore e con valore nominale sempre più alto.

9.      gennaio 1923: la Francia , di fronte alle inadempienze tedesche  delle clausole del trattato di pace, decide  l’occupazione della Rhur. Per tutta risposta la Germania mette in atto una resistenza passiva: imprenditori ed operai della Rhur abbandonano le fabbriche, rifiutando ogni collaborazione con gli occupanti, ma, per sostenere la resistenza passiva, il governo dovette far fronte a nuove spese con sussidi alle imprese e ai disoccupati, provocando il definitivo tracollo dell’economia tedesca.

10.  agosto 1923:si forma un governo di grande coalizione comprendente tutti i gruppi costituzionali e presieduto dal leader del Partito Tedesco Popolare, Gustav Streeseman. Egli ordinò la fine della resistenza passiva nella Rhur, riallacciando contatti con la Francia ; decretò lo stato di emergenza per reprimere una insurrezione comunista ad Amburgo; fronteggiò la ribellione della destra nazionalista in Baviera.

11.  notte fra l’8 e il 9 novembre 1923: putsh di Monaco contro il governo bavarese. Il complotto di alcune migliaia di aderenti al Partito Nazionalsocialista fu capeggiato da Hitler e dal dal vecchio generale Ludendorf, ma non ottennero lo sperato appoggio dell’esercito e il putsch, che voleva ricalcare la marcia su Roma dell’anno prima di Mussolini, fallì. Hitler, l’ex imbianchino, finì in prigione per circa un anno dove dettò all’amico e collaboratore Rudolf Hess (1894-1987) la parte iniziale del Mein Kampf (La mia battaglia).

 

Dal programma del partito nazionalsocialista del 24 febbraio 1920:

 

art. 4 : Cittadino dello Stato (Staatsburger) può essere solo chi appartiene alla comunità popolare (Volksgenosse).Volksgenosse può essere solo chi è di sangue tedesco, senz’alcun riguardo alla confessione religiosa. Nessun ebreo quindi può essere Volksgenosse.

 

dal  Mein Kampf

 

la dottrina della razza:

 

….il peccato contro il sangue e contro la razza rappresenta il peccato ereditario di questa comunità e la fine della comunità che lo commette…

…la volontà popolare non crede affatto all’uguaglianza delle razze, ma riconosce nella loro differenza dei valori superiori ed inferiori, per cui si sente in dovere, conforme alla Volontà eterna Signora di questo universo, di promuovere la vittoria del migliore, del più forte e di effettuare la sottomissione del peggiore e del più debole…

…No, esiste un solo sacrosanto diritto dell’umanità, che è allo stesso tempo un vincolo morale sacrosanto e cioè quello di far sì che il sangue venga mantenuto integro per assicurare la possibilità di uno sviluppo più nobile di questa esistenza mediante la conservazione degli uomini migliori…

…lo Stato popolare dovrà in primo luogo strappare il matrimonio da un livello in cui esso non è che una perpetua contaminazione della razza per consacrarlo invece a quelli che sono i veri compiti dell’istituto matrimoniale, ossia la produzione di immagini di Dio e non di orribili incroci tra l’uomo e la scimmia…[cioè fra ariani e non ariani]

 

il complotto mondiale ebraico:

 

…la finanza ebraica desidera (…) non solo la totale rovina economica della Germania, ma anche la sua schiavitù politica…

…l’ebreo è dunque colui che oggi incita alla totale distruzione della Germania. In qualunque parte del mondo vengano mossi degli attacchi contro la Germania , sono sempre gli ebrei che li promuovono, allo stesso modo in cui sia in pace che in guerra la stampa ebraica delle borse e quella marxista hanno stimolato sistematicamente l’odio contro la Germania

…l’annientamento della Germania non era un interesse britannico, ma in primo luogo un interesse degli ebrei … e risponde agli ambiziosi desideri dei capi dell’auspicato impero mondiale ebraico…

…gli ebrei tengono nella loro rete non solo il vecchio mondo, ma la stessa potenza delle borse degli Stati Uniti d’America…

 

il principio del “Führer”:

 

… il nostro movimento sostiene il principio dell’autorità assoluta del Führer, sia nell’ambito più piccolo che in quello più grande, associandolo al senso della massima responsabilità…

…chi vuol essere dirigente, oltre alla massima ed illimitata autorità, porta anche la gravissima responsabilità di prendere le decisioni definitive. Chi non ha le doti per farlo o chi è troppo vigliacco per accettare le responsabilità dell’Azione, non è adatto a fare il Führer. Solo l’eroe ne ha la vocazione…

 

 lo spazio vitale:

 

…la politica estera dello Stato popolare deve salvaguardare l’esistenza su questo pianeta della razza raccolta nello Stato, creando un sistema di rapporti sano, adatto alla vita, naturale nel promuovere la crescita numerica del popolo, la grandezza e fecondità del suolo e della terra…

…soltanto il possesso di uno spazio sufficientemente vasto su questa terra assicura ad un popolo la libertà dell’esistenza. In questo caso non si può giudicare la grandezza occorrente del territorio d’insediamento partendo esclusivamente dalle esigenze del presente, né la quantità del prodotto del suolo calcolata in base alla grandezza numerica del popolo…

…quindi noi nazionalsocialisti rifiutiamo consapevolmente le direttive della politica tedesca dell’anteguerra.. Noi arrestiamo l’eterna spinta dei Germani verso sud e verso ovest e rivolgiamo lo sguardo verso oriente. …possiamo pensare soprattutto e soltanto alla Russia ed agli Stati ad essa sottoposti…

…La richiesta di un ripristino dei confini del 1914 è, dal punto di vista politico, una tale assurdità e può avere delle conseguenze tali da farla sembrare un delitto. E questo senza considerare il fatto che i confini del Reich nell’anno 1914 erano dei confini tutt’altro che logici, poiché in realtà essi erano insufficienti per contenere tutti gli uomini di nazionalità tedesca ed erano irrazionali circa la loro funzione geografica militare…

 

I fatti:

 

1.      a partire dal governo di “grande coalizione” Stresemann (agosto 1923) prende il via un piano di risanamento dell’economia tedesca. Due erano le linee guida di Stresemann:

·        una democrazia sotto tutela dell’esercito

·        una supremazia continentale tedesca da ottenere con altre vie che non fossero quelle della potenza militare, ad esempio attraverso un imperialismo su base industriale.

2.      ottobre 1923: la vecchia moneta, ormai senza valore, venne sostituita con una nuova: il cosiddetto     “marco di rendita”, garantita da un’ipoteca sul reddito totale del paese, e annullato il debito fluttuante dello stato (pagamento degli interessi per il debito pubblico)

3.      inizio 1924: piano Dawes, elaborato dal finanziere americano che porta il suo nome. Esso si basava sul principio che la Germania , per far fronte ai suoi debiti di guerra, doveva essere messa in condizione di produrre; quindi era necessario che la finanza internazionale sovvenzionasse la Germania con una serie massiccia  di prestiti a lunga scadenza soprattutto statunitensi.

4.      il governo Stresemann, per l’opposizione dell’SPD, cade, ma viene ricostituito un governo di centro destra presieduto da W. Marx che darà il via alla stampa dei nuovi marchi (Reichsmark), questa volta garantiti dalle riserve di una banca nazionale (Reichsbank) appositamente creata e alla sostituzione dei vecchi titoli di debito pubblico con dei nuovi titoli. Questa drastica operazione finanziaria , unita ad altre misure sollecitate dal mondo industriale, diedero un notevole impulso all’economia tedesca, appoggiata dalle destre e non contrastata dalle richieste della sinistra.

5.      fra il 1924 e il 1929 l’economia tedesca si riprese molto velocemente:

·        la Francia si ritirò dalla Rhur

·        la disoccupazione scese a sole 195.000 unità

·        le riparazioni di guerra furono fissate in quote annuali di un miliardo di marchi

·        l’economia “razionalizzata” portò alla creazione di nuovi colossali trust e cartelli nel campo chimico,  siderurgico, elettrico e cementizio.

·        Il livello tecnico dell’industria e la sua produzione superarono del 40% quello raggiunto dalla Germania prima del 1913

6.     ottobre 1925: conferenza internazionale di Locarno in cui si strinsero una serie di accordi che normalizzavano i rapporti fra i due grandi nemici della guerra mondiale. Si parlò allora di “spirito di Locarno”, cioè della volontà di superare in sede negoziale i contrasti internazionali.

7.    1926 la Germania entrò nella Società delle Nazioni

8.    giugno 1929: il Piano Young, elaborato dal finanziere americano che diede il nome al piano, ridusse ulteriormente l’entità delle riparazioni di guerra e ne graduò il pagamento in sessant’anni e stabilì l’allontanamento delle truppe franco-belghe dalla Renania (Young era il Presidente della Commissione internazionale per le riparazioni di guerra).

   

la grande crisi del 1929 in America

 

diverse le ragioni del boom economico degli USA dopo la iniziale crisi del 1920/21:

·        un nuovo periodo di straordinaria espansione produttiva e di alti salari agganciati alla produttività, per sollecitare la domanda interna

·        durante i famosi “ruggenti anni venti” tra il ‘22 e il ’29, l’indice della produzione industriale salì di quasi due terzi e la disoccupazione rimase limitata entro il 3-4%

·        le invenzioni tecnologiche applicate al sistema produttivo e una più razionale organizzazione del lavoro (secondo i principi del taylorismo) produssero un aumento verticale della produttività (70%)

·        nuovi consumi di massa e nuovi stili di vita, fondati sull’acquisizione e l’ostentazione di oggetti simbolo (automobili, apparecchi radio, elettrodomestici), venivano sollecitati dalla pubblicità

·        la filosofia del “sogno americano” credeva al mito del successo individuale e considerava le grandi ineguaglianze solo come il frutto naturale delle diverse qualità personali

·        anche nel mondo dei ricchi le risorse si concentravano: grandi imperi finanziari (come quelli creati da Morgan o Rockfeller) controllavano interi comparti produttivi (acciaio e petrolio) e i profitti delle grandi corporations salirono in media del 76% (i salari della metà) mentre i loro titoli azionari ebbero impennate verticali nelle contrattazioni, lasciando ampi spazi alle manovre speculative

·        interprete e difensore di questo processo economico fu il Partito Repubblicano al potere per un decennio e sostenitore di un’ideologia liberista in politica interna e isolazionista in politica estera, convinto altresì di una crescita spontanea dell’economia, senza ingerenze né controlli statali.

   

la fase del crollo:

·        le industrie avevano accumulato ingenti riserve non smaltite sul mercato; perciò non avevano più bisogno di ricorrere al credito bancario. Le banche però continuavano in una politica di agevolazione creditizia anche se non più per investimenti produttivi , ma principalmente per la speculazione edilizia e soprattutto borsistica

·        la crescita incontrollata della borsa (nacquero addirittura  vere e proprie società finanziarie al solo scopo di praticare la compravendita delle azioni) venne sospinta anche dall’uso su vasta scala di tecniche di finanziamento particolari e dall’assenza di un’autorità di vigilanza sulle attività speculative

·        il momento catastrofico della inversione di tendenza si ebbe nell’ottobre del 1929: dopo segni di incertezza all’inizio del mese, il 24 (giovedì nero)  furono venduti 13 milioni di titoli e il 29 (martedì nero) dello stesso mese  le vendite  ammontarono a 16 milioni di titoli; fu allora che si assistette ad una drammatica caduta delle quotazioni della borsa newyorkese di Wall Street, il Big Crash, con lo scambio al ribasso di milioni di azioni, in una corsa alle vendite  provocata dal panico generale.

   

le conseguenze in America:

·        dalla borsa la crisi passa al sistema bancario, che negli Stati Uniti era molto frammentato e poco controllato dalle autorità monetarie centrali, non disponendo di una Banca Centrale simile a quelle dei paesi europei. Agli inizi del 1930 ben 5.000 banche dichiararono fallimento, dovendo restituire nel panico di una richiesta generale, i depositi dei piccoli e grandi risparmiatori

·        dal mondo finanziario la crisi passò al mondo della produzione e della distribuzione: senza il sostegno del mercato azionario e del credito bancario, molte industrie e imprese commerciali fallirono rapidamente dovendo restituire i crediti ricevuti

·        da qui:

1.      l’aumento quasi immediato della disoccupazione che nel 1932 colpì tra i 13 e i 15 milioni di persone

2.      diminuzione dei salari e riduzione della capacità di acquisto dei lavoratori che trascinarono così nuove imprese al fallimento in una spirale sempre più depressiva

3.      paralisi dell’edilizia

4.      riduzione del commercio con l’estero

   

gli effetti in Europa e in Germania:

·        contrazione degli scambi e conseguente recessione economica (ad eccezione dell’URSS)

·        la dinamica è la stessa quale si è verificata in America:

1.       l’industria chiudeva i battenti perché priva di ordini

2.       licenziamento dei dipendenti ( in Germania, dai 650.000 disoccupati nel    1928, si passò al milione e mezzo nel 1929, ai 3 milioni nel 1930 e ai 4     milioni e mezzo nel 1931 e ai 6 milioni nel 1932)

3.       i lavoratori, privi di occupazione, erano costretti a ridurre i consumi

4.       il mercato, diventato più asfittico, provocò il crollo di altre imprese

5.       rovina degli esercizi commerciali

1.      la profonda crisi politica della Repubblica di Weimar a causa della radicale contrapposizione dei due grandi partiti della sinistra, cioè la socialdemocrazia  SPD e il Partito Comunista KPD e il permanere di un blocco nazionalconservatore ostile al parlamentarismo e alla democrazia, formato da industriali, commercianti, Junker, larga parte dell’ esercito  e della burocrazia statale, a cui ora si aggiungevano, in un clima di frustrazione generale e di gravissimo disagio economico e sociale, anche settori consistenti della borghesia, di contadini e di operai

2.      le conseguenze della crisi economica del 1929, particolarmente acuta in Germania anche a causa dei fortissimi debiti di guerra. Inoltre l’Inghilterra e gli Stati Uniti ritirarono i loro capitali investiti in Germania che così tornò ad essere nelle stesse condizioni precedenti la ripresa economica partita nel 1924 col Piano Dawes.

 

i fatti:

 

1.      marzo 1930: l’ultimo governo di coalizione di centro sinistra (SPD, ZENTRUM e Partito Democratico) guidato da Müller, fu costretto a dimettersi

2.      a lui successe H.Brüning leader del partito cattolico che, privo di maggioranza parlamentare, fu costretto a cercare appoggi di volta in volta, a destra e a sinistra, nel tentativo di contenere il debito pubblico e di rallentare l’inflazione. Ma il risultato fu l’assenza di una politica economica in grado di attenuare gli effetti laceranti della crisi e caratterizzata da un inasprimento fiscale e da una riduzione dei salari. Infine egli sfruttò continuamente l’articolo 48 della costituzione che offriva al Presidente il potere di sospendere i diritti fondamentali in situazioni di emergenza

3.      già nelle elezioni del 1930 il NSDAP passò da un misero 2.6% di voti nel 1928 ad un consistente 18.3% di voti (6 milioni  mezzo di votanti) e 107 seggi, diventando il secondo partito dopo l’SPD

4.      11 ottobre 1931: manifestazione contro il governo a Bad Harzburg (fronte di Harzburg) cui parteciparono tutte le formazioni di destra, membri dell’aristocrazia, l’ex presidente della Banca Nazionale tedesca, e il grande industriale Thyssen, uno dei primi finanziatori del Partito nazista

5.      elezioni del 1931: Hindenburg ottiene il 56% dei suffragi, mentre Hitler sale ad un significativo 36% dei voti. Poco dopo in una nuova tornata elettorale, la guida del governo venne affidata a Von Pappen, un militare legato agli Junker a dimostrazione di un affermarsi sempre più chiaro delle destre e di una maggiore radicalizzazione contro le sinistre, al limite della guerra civile. Di fatto l’SPD fu emarginato e costretto a passare all’opposizione, quando, come in Prussia, non venne addirittura sciolto con un atto anticostituzionale

6.      elezioni del 31 luglio 1932: i nazionalsocialisti divennero il primo partito con 230 deputati, pur senza avere la maggioranza parlamentare. La situazione di stallo che si creò, porto a nuove elezioni nel novembre di quello stesso anno, con una relativa perdita di voti dei nazisti, ma gli avversari politici non ne approfittarono, ciecamente convinti che la crisi della Repubblica avrebbe aperto la strada ai comunisti. Hitler stette a guardare, rifiutando la carica di vicecancelliere e aspettando la dissoluzione della Repubblica democratica.

7.      30 gennaio 1933: Hitler, forte dell’appoggio dell’esercito, ottenne la carica di Canceliere alla testa di un governo di coalizione, ma con i principali dicasteri in mano ai nazionalsocialisti.

8.      1 febbraio 1933: scioglimento del Parlamento

9.      4 febbraio 1933: un decreto per la “protezione del popolo tedesco” vietava giornali e assemblee nel caso “ci fosse stato pericolo per la sicurezza pubblica, i funzionari statali fossero stati vilipesi o si fossero diffuse notizie false”. (intanto le SA come polizia ausiliaria contribuivano a “normalizzare il paese”, si diceva, nel programma di lotta contro il comunismo)

10.  27 febbraio 1933: incendio del palazzo del Reichstag e attribuito ai comunisti. Conseguenze: arresti indiscriminati degli oppositori; soppressione della libertà di stampa, di associazione, violazione del segreto epistolare e controllo dei telefoni.

11.  Una coincidenza tragica: il giorno dell’inaugurazione del nuovo parlamento a Postdam si proclamò in nome della pace e dell’ordine interno; lo stesso giorno si inaugurava il tristemente noto campo di concentramento di Dachau, creato per rinchiudervi gli oppositori politici (21 marzo 1933)

12.  28 febbraio 1933: il Parlamento vota, in assenza dei parlamentari comunisti dichiarati fuorilegge e dei socialdemocratici arrestati, i pieni poteri a Hitler, consentendo al governo di legiferare e di promulgare leggi, al Canceliere la facoltà di firmare decreti al posto del Presidente e al solo governo la gestione dei trattati internazionali.

13.  inizia la fase del cosiddetto “allineamento”:

1.      le cariche pubbliche devono essere ricoperte da uomini del partito nazista

2.      eliminati partiti e sindacati operai

3.      eliminati gli ebrei dalle cariche direttive delle associazioni dell’agricoltura e dell’industria

4.      radio e stampa sotto il diretto controllo del governo

5.      la cultura asservita all’ideologia ariana (famoso il rogo dei libri “non ariani” a Berlino nel maggio 1933)

14.  fine febbraio 1933: le SA, libere di agire, iniziarono i soprusi contro i professionisti e i negozianti ebrei

15.  7 aprile 1933: una legge sancì l’estromissione degli ebrei dalle amministrazioni statali e comunali

16.  fine aprile 1933: 37.000 ebrei lasciarono la Germania , dando avvio all’esodo

17.  6 luglio 1933: Hitler annunciava che la “rivoluzione “si poteva dire conclusa

18.  14 luglio 1933 una nuova legge vietava la ricostituzione dei partiti e legittimava il Partito Nazionalsocialista come unico partito riconosciuto e identificato con lo stato.

19.  Hitler, raggiunto il potere, doveva ora consolidarlo, rassicurando alleati e ambienti conservatori, perciò emarginò le SA di E.Röhm, che minacciava di inglobare l’esercito nelle file delle SA e nel febbraio del 1934 dichiarò l’esercito unico organo militare della nazione con servizio di leva obbligatorio,  relegando le SA ad un ruolo di formazione politica e paramilitare

20.  La reazione delle SA fu il putsch da organizzare contro Hitler che però, sventandolo, darà il via il 30 giugno 1934 alla “notte dei lunghi coltelli”, un vero e proprio regolamento di conti verso ogni forma di opposizione interna: i principali suoi collaboratori vennero arrestati e assassinati. La cosa più paradossale fu che quell’atto banditesco  fu salutato con favore dalla popolazione, ansiosa di vedere concluse le angherie e il disordine seminato dalle SA ad opera di un capo duro, ma giusto, il Fürer.

21.  2 agosto 1934: muore Hindenburg e Hitler assume la carica di Presidente della repubblica

22.  19 agosto 1934: un referendum plebiscitario ratificava la fusione delle cariche di capo dello stato, del governo, del partito e delle forze armate che giuravano fedeltà e obbedienza al Fürer, nella persona di Hitler. Nasceva così il Terzo Reich (dopo l’impero medievale e l’ultimo, quello guglielmino).

 

 Una domanda:

come è stata possibile la conquista del consenso delle masse, dimostrando in ciò la superiorità della NSDAP rispetto a tutti gli altri partiti compresi quelli di destra?

Risposta: Hitler sfruttò al meglio quattro risorse che si sarebbero dimostrate decisive:

·        una tattica legalitaria

·        una organizzazione (anche militare) di grande efficienza

·        una propaganda abile e emotivamente coinvolgente

·        un leader carismatico

 

 una tattica legalitaria:

    

       dopo il fallimento del putsch di Monaco nel 1923, Hitler si convince che il potere non può essere conquistato  con una semplice sollevazione militare, ma piuttosto con il consenso preventivo di ampie masse e rassicurando i possibili alleati sul rispetto formale della legalità.

      Hitler nel settembre 1930 dichiarò:”Quando sarò arrivato legalmente al potere istituirò con un governo legale tribunali di stato che dovranno condannare secondo le leggi i responsabili della sciagura del nostro popolo…allora ‘legalmente’ molte teste cadranno”

      Goebbels 10 anni dopo sarà più esplicito:”Il giuramento di fedeltà alle leggi era soltanto un espediente. Volevamo arrivare legalmente al potere, ma non volevamo usarlo legalmente”

 

Un’organizzazione efficiente:

 

     Organizzazione del partito rigidamente gerarchica e capillarmente diffusa nei diversi Länder, che peraltro godevano di una certa autonomia politica e amministrativa.

     Organismi di massa per giovani, insegnanti, medici, giuristi , donne, contadini, ecc

      Formazioni di tipo paramilitare

·        SA  (Sturmabtelungen) “Sezioni d’assalto”, create nel 1921, protagoniste della violenza politica soprattutto contro i militanti socialdemocratici e i comunisti

·        SS  (Schutzstaffeln) “milizie di protezione”, create nel 1926, originariamente inquadrate nelle SA, fungevano da guardia del corpo di Hitler

·        La Gestapo (polizia di stato)

       

 

       La propaganda:

            

             Joseph Goebbels fu il principale creatore del mito del Fürer e il regista delle grandi       manifestazioni coreografiche per suscitare emozioni e adesioni incondizionate nei militanti e nelle masse, servendosi con grande intuito e maestria dei nuovi e moderni mezzi di comunicazione di massa come la radio, e di abili coreografi e registi

 

        Il leader carismatico:

 

              Hitler si impose da subito ai suoi più stretti collaboratori, ai suoi alleati e ai suoi avversari politici, prima ancora che alle masse, con gli strumenti della doppiezza e dell’ipocrisia, con la determinazione fanatica e con l’abilità tattica. Agli occhi della destra autoritaria e benpensante egli si presentò come un moderato; ma al tempo stesso si servì dello squadrismo dei gruppi armati del partito come strumento di pressione e distruzione degli avversari politici: da una parte  la tattica legalitaria e dall’altra la pratica della violenza. Questa combinazione consentì ad Hitler di essere riconoscuiuto e legittimato presso la “buona società” tedesca.

 

      L’antisemitismo e le persecuzioni razziali

             

               Abbiamo già visto il Mein Kampf pubblicato tra il 1925 e il 1926 con le note idee di popolo e razza: predominio assoluto della razza ariana la cui controparte negativa era l’ebreo di volta in volta chiamato “verme in un corpo in putrefazione”, oppure “eterna sanguisuga che succhia lentamente il sangue dai pori di un popolo”, oppure ancora “parassita” Gli storici sono soliti distinguere tre fasi nello sviluppo della politica nazista contro gli ebrei:

1.      primo periodo “moderato” dal gennaio 1933 al settembre 1935

2.      secondo periodo: dal settembre 1935 al novembre 1938, caratterizzato da un inasprimento  della discriminazione razziale e antisemita

3.      ultima fase: dal novembre 1938, aperta politica di soppressione e di sterminio degli ebrei

 

  prima fase:

·        marzo- aprile 1933 uso indiscriminato dell’ ”arresto politico” per distruggere le organizzazioni del movimento operaio ad opera delle SS e della Gestapo (polizia di stato) dipendenti da Himmler

·        istituzione dei campi di concentramento come soluzione al contenimento degli arrestati, dato che le carceri non erano sufficienti a trattenere tutti gli arrestati. Nel luglio 1933 vi furono rinchiuse non meno di 270.000 persone

 

seconda fase:

·        nel settembre 1935 il governo nazista emanò le cosiddette leggi di Norimberga, approvate dal parlamento per acclamazione, con le quali gli ebrei venivano dichiarati estranei alla “comunità nazionale” e di conseguenza privati della cittadinanza tedesca. In questo modo veniva sancita ufficialmente la condizione di “razza inferiore”. Gli ebrei erano Untermenschen (sottouomini)

·        un ultimo decreto di fine anno vietò i matrimoni misti tra ariani ed ebrei

·        tra il 1937 e il 1938 si inasprì il regime dei campi ora diretti dalle SS e agli internati politici si aggiunsero fra gli altri decine di migliaia di ebrei ora obbligati al lavoro coatto, necessario alla produzione bellica.

·        Nel 1937 la popolazione  internata nei lager era costituita da :

1.      politici                                contrassegnati da un triangolo rosso

2.      asociali                                                                            nero

3.      omosessuali                                                                     rosa

4.      preti e testimoni di Geova                                               viola

5.      criminali comuni                                                             verde

                  6.  ebrei   contrassegnati da un doppio triangolo giallo a simboleggiare

                        la stella di David 

   

        terza fase:

·        7 novembre 1938: un ebreo polacco a Parigi  assassinò il segretario della locale ambasciata tedesca, complotto che si scoprì poi essere stato organizzato e concretamente realizzato dalla Gestapo, dalle SS e dal partito

·        Pogrom del 9-10 novembre 1938: durante la “notte dei cristalli” vennero assassinate 91 persone, distrutti 7.500 negozi, incendiate circa 200 sinagoghe, 26.000 ebrei vennero arrestati e internati nei campi di concentramento

·        Non privo di conseguenze per il futuro del paese fu anche l’esodo di massa, che coinvolse centinaia di migliaia di persone. Alcuni numeri : dalla Germania non meno di 300.000 ebrei, dall’Austria 250.000, dai Sudeti 25.000, e gli oppositori politici che, fra socialdemocratici, comunisti e dissidenti, furono almeno 19.000

·        La ghettizzazione e le deportazioni

·        La soluzione finale

 

 

Le deportazioni:

·        Fase della segregazione: nei territori orientali occupati vennero creati i ghetti, dove furono rinchiusi prima gli ebrei del posto, poi quelli deportati dalla Germania

·        Con l’occupazione della Polonia ebbe inizio la prima fase della deportazione con il piano di Himmler che già nel 1939 ne prevedeva l’attuazione verso est per far posto ai coloni tedeschi e per eliminare ogni contatto con le “razze inferiori” (non solo ebrei, ma anche slavi e zingari).

·        Nel 1940 venne ipotizzato il trasferimento degli ebrei in Palestina o  nel Madagascar, progetto che si dimostrò assai poco realistico anche per la scarsa disponibilità degli altri paesi ad accoglierli

·        In Russia, 31 milioni di persone “razzialmente indesiderabili” avrebbero dovuto essere deportate entro il 1941 in Siberia. Gli sviluppi della guerra impediranno poi la realizzazione anche di questo progetto. Gli ebrei non contemplati nel piano sarebbero stati semplicemente eliminati mediante fucilazione o un colpo di pistola alla nuca

·        Intanto, quanto più le conquiste territoriali procedevano, tanto maggiore era il numero degli ebrei che si trovava sotto la giurisdizione tedesca, perciò prese corpo l’ipotesi di utilizzare la Polonia come “contenitore” di tutti gli ebrei. A partire dall’ottobre 1941 dai ghetti dell’intera Europa vennero convogliati centinaia di migliaia di ebrei nei campi di concentramento sorti su quel territorio.

   

 

La soluzione finale:

·       20 gennaio 1942, conferenza in una villa sulla Grosser Wansee (periferia di Berlino): Hitler e i suoi collaboratori vararono la cosiddetta “soluzione finale” della questione ebraica: tutti gli ebrei dovevano essere eliminati una volta per tutte dall’Europa

·       Allo scopo vennero destinati alla funzione di sterminio alcuni campi di concentramento tristemente noti come Chelmno, Treblinka, Buchenwald, Dachau, Sobibor, Belzec, Mauthausen, ecc., e soprattutto Auschwitz  e Birkenau.

·       Non meno note le “marce della morte” ancora attive nell’inverno del 1945 per trasferire i detenuti ebrei da un lager all’altro nella fase della ritirata tedesca

 

 Auschwitz:

·        Il campo nella Slesia già polacca, era stato costruito nel 1940 e ampliato nel 1942  in modo da poter contenere  fino a 100.000 prigionieri. Nacque così Auschwitz 2, a Birkenau nelle cui vicinanze cominciarono ad operare le camere a gas del nuovo campo

·        Ad Auschwitz giunsero ebrei rastrellati in ogni parte d’Europa

·        Nei dintorni venne costruita una fabbrica dell’industria chimica IG-Fabern e altre fabbriche minori presso cui lavorarono i detenuti che, superate le selezioni tristemente note, venivano dichiarati abili al lavoro

·        I non abili e i lavoranti non più efficienti venivano immediatamente avviati alle camere a gas e poi passati nei forni crematori, secondo una pianificazione dello sterminio calcolata con meticolosità ed organizzazione industriali

·        Infine una parte considerevole di donne, vecchi e bambini morirono di stenti o per punizioni atroci, inflitte anche per futili motivi o utilizzati per esperimenti medici assurdi e inauditi.

·        Liberazione del campo: gennaio 1945

 

 

Alla fine della SHOAH (in ebraico “distruzione”), OLOCAUSTO,  quando tutti i campi nel corso del 1945 vennero liberati dalle forze alleate americane e russe, le vittime ebree dell’orrendo genocidio furono circa 6 milioni, di cui ben 3 di nazionalità polacca.

 

 

 

                                                                                                                      Crema, aprile 2005