PIETRE D'INCIAMPO
Le
Pietre d'inciampo (ted. Stolpersteine) sono una iniziativa
dell'artista tedesco Gunter Demnig in memoria di cittadini
deportati nei campi di sterminio nazisti, aperta in diversi paesi europei.
L'iniziativa è partita nel 1995, a Colonia. A inizio 2010 erano installate più
di 22.000 "pietre" in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia,
Polonia, Paesi Bassi, Italia.
Materialmente, la memoria consiste in una piccola targa d'ottone della
dimensione di un sampietrino (10 x 10 cm.), posta davanti alla porta
della casa in cui abitò il deportato, sulla quale sono incisi il nome della
persona deportata, l'anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la
data di morte, se conosciuta, per ricordare chi si voleva ridurre soltanto a un
numero. Un inciampo non fisico, dunque, ma visivo e mentale, per far fermare a
riflettere chi vi passa vicino.
Anche se la maggior parte delle "pietre d'inciampo" ricordano vittime ebree
dell'Olocausto, alcune sono in memoria di persone, gruppi etnici e religiosi
ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista:omosessuali, oppositori
politici, Rom, Sinti, zingari, testimoni di Geova, pentecostali, malati di
mente, portatori di handicap, etc.
In Germania soprattutto nacque inizialmente un dibattito sul fatto che le
"pietre" venivano poste davanti al portone di ingresso e il proprietario
dell'immobile poteva non sempre gradire l'idea di essere costretto a ricordare
ogni giorno le atrocità naziste. A Colonia per esempio una "pietra" fu posta
lontana dal portone principale, quasi al bordo del marciapiede, vicino alla
strada. A Krefeld la controversia riguardò il fatto che le pietre di Demnig
ricordavano troppo il periodo quando i nazisti usavano le lapidi delle tombe
ebree come pavimentazione per i marciapiedi. Fu raggiunto l'accordo che la
scelta del luogo dove porre una pietra d'inciampo sarebbe stata subordinata
all'approvazione del proprietario della casa e, qualora ci fossero, anche dei
parenti delle vittime da ricordare.
Gli Stolpersteine in Italia
Le prime 30 pietre d'inciampo in Italia furono collocate il 28 gennaio 2010, in
occasione del giorno della Memoria, in 6 municipi di
Roma:
a via della Reginella 2, al Ghetto (Municipio Roma I)[5]a via Flaminia 21
(Municipio Roma XX)[6]a via Carlo Alberto Della Chiesa (viale Giulio Cesare),
davanti alla scuola allievi carabinieri da dove vennero deportati gli allievi il
7 ottobre 1943 (Municipio Roma XVII, dodici pietre)a piazza Rosolino Pilo 17, a Monteverde (Municipio
Roma XVI)a via Taranto 178 (Municipio Roma IX)al Pigneto, in diverse vie, in
memoria di deportati politici (Municipio Roma VI)[7].Altre 54 nuove pietre
d’inciampo sono state collocate l'anno successivo, il 12 e il 13 gennaio 2011,
lungo 24 strade di cinque municipi della città (I, II, III, XI e XVII).
Contemporaneamente alla posa delle pietre, uno sportello aperto presso la Casa
della Memoria e della Storia raccoglieva le richieste di chi volesse ricordare
con uno Stolperstein familiari o amici deportati per creare una mappa urbana
della memoria. L'iniziativa - di natura privata, ma patrocinata da diversi
soggetti sociali, prima fra tutti la Comunità ebraica di Roma - è un work in
progress, con sede, per quanto riguarda Roma, presso la Casa della memoria e
della storia. Il progetto si svolge sotto l'Alto Patronato del Presidente della
Repubblica, ed è promosso da Aned (Associazione Nazionale ex Deportati), Anei
(Associazione nazionale ex internati), Cdec (Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo
Storico della Liberazione.
Genova dopo Roma è la seconda città italiana ad accogliere uno Stolperstein, su
iniziativa delle Comunità ebraiche di Genova e Roma, del Centro culturale "Primo
Levi" e del Goethe-Institut locale. In occasione del giorno della Memoria, il 29
gennaio 2012 si è così ricordato sul luogo del suo rapimento Riccardo Pacifici,
rabbino-capo di Genova deportato ad Auschwitz, dove la morte lo troverà l'11
dicembre 1943.
A Merano (Bolzano) nel maggio del 2012 sono stati collocati 33 Stolpersteine su
iniziativa delle scuole superiori della città[8].Altre pietre d'inciampo sono
state poi collocate in altre città come Brescia, Venezia e Livorno.