Sara Berger: I Processi contro i criminali nazisti
Con la dichiarazione di Mosca del 30 ottobre 1943 gli alleati decisero di punire giuridicamente i crimini nazisti. Processi furono tenuti in tutti i paesi nei quali furono commessi questi crimini, con norme e regole diverse. Il più importante processo alleato si tenne davanti al International Military Tribunal a Norimberga contro 24 “criminali maggiori” nel 1945 e 1946, per “crimini contro la pace, di guerra e contro l’umanità”. Al processo ne seguirono altri dodici secondari contro 185 persone, così come ebbero luogo altri processi da parte degli alleati, fra cui quelli contro il personale dei campi.
Parallelamente in Germania iniziò il progetto di denazificazione in cui furono esaminate 3.660.648 persone divise in “colpevoli maggiori” (1.667), “attivisti” (23.060), “attivisti minori” (150.425), “simpatizzanti” (1.005.874) e “Entlastete” (quelli contro cui non si trovavano prove a loro carico).
Fino al 1950 alle corti tedesche occidentali non fu permesso fare istruttorie per i crimini commessi contro non tedeschi, ma il 1 gennaio 1950 la giurisdizione tedesca recuperò l’indipendenza. Si creava la possibilità di iniziare una grande fase di processi contro i criminali, tuttavia ciò non avvenne: la società tedesca rivolse lo sguardo verso il futuro, inoltre la quantità di persone coinvolte in diversi modi nello sterminio era così grande che fu difficile dare il via a questo progetto. Non venne istituita una struttura centrale incaricata di fare le istruttorie e i processi non si basarono sul reato del “genocidio”, ma sulla legge penale nazionale. Altri problemi derivarono dalle diverse prescrizioni e amnistie, dal fatto che i crimini nazisti furono paragonati ai “crimini di guerra” convenzionali e infine dallo scatenarsi della “guerra fredda”.
Il 1958 fu un anno di svolta nella storia dei processi, con l’istituzione dell’Ufficio centrale delle amministrazioni di giustizia dei Länder per la ricognizione dei crimini nazionalsocialisti (“Zentrale Stelle) a Ludwigsburg. Purtroppo, però, due anni dopo l’atteggiamento della società tedesca si rivelò non ancora cambiato su larga scala, quando il Totschlag (“omicidio colposo”) andò in prescrizione. Gli anni ‘60 significarono un ulteriore cambiamento della società nei confronti dei crimini commessi, grazie anche al processo di Auschwitz svoltosi contro 20 accusati a Francoforte dal 1963 al 1965 con un grande dibattito nei giornali,tivù,radio.
Nel secondo dibattito di prescrizione al parlamento tedesco nel 1965, la data di prescrizione del reato di “omicidio volontario” (Mord) fu spostata al 1969 e successivamente al 1979, quando finalmente fu deciso di non farlo mai cadere in prescrizione.
Fino al 1998, dalle corti in Germania occidentale furono avviate istruttorie contro 106.496 persone; 6.496 sentenze passarono in giudicato, di cui 164 si conclusero con la pena massima.
L’istruttoria per la deportazione degli ebrei dall’Italia fu avviata nel gennaio del 1963 nella “Zentrale Stelle” a Ludwigsburg. Otto anni dopo fu archiviata dalla magistratura di Dortmund e solo il “Consigliere ebraico” (Judenberater) Friedrich Robert Boβhammer fu condannato all’ergastolo nel 1972 dalla magistratura di Berlino