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Laboratorio sulle fonti iconografiche.

 Donne e fascismo nei manifesti di propaganda.

A cura di Lidia Gualtiero responsabile sezione didattica Istituto Storico Rimini e di

Eva Balducci, studiosa di Storia contemporanea

 

Presentazione del laboratorio con proposta di lettura tematica di articoli della Costituzione ad esso correlati.

 

Introduzione

  Lo studio della Shoah e delle persecuzioni degli ebrei in Europa fa sorgere spontanea la domanda: “com’è possibile che tutto questo sia accaduto nella civile società europea del ventesimo secolo?”

 

La Shoah costituisce una delle più grandi tragedie della nostra storia. Nel corso degli anni venti e trenta del Novecento, i nazisti elaborarono una complessa ideologia razzista che rappresentava i tedeschi come razza superiore e tutti gli altri gruppi come inferiori. Aspetti centrali di tale ideologia erano l’antisemitismo (un fenomeno che in Germania si era già manifestato in precedenza) e la teoria di una (presunta) cospirazione degli ebrei ai danni della Germania. I tedeschi di religione ebraica furono privati della loro nazionalità e considerati di “razza inferiore”.  Attraverso un’intensa attività propagandistica, i nazisti di adoperarono a convincere il popolo tedesco che gli ebrei erano i soli responsabili dei problemi economici e sociali della Germania, e che essi segretamente  miravano a distruggere la società e la cultura tedesca e a “contaminare” la razza germanica. La persecuzione degli ebrei ebbe inizio immediatamente dopo l’ascesa di Hitler al potere, nel marzo del 1933 e continuò fino alla fine della guerra (1945).

 

L’esame delle misure restrittive imposte agli ebrei in Germania tra il 1933 ed il 1945, mostra un processo graduale che, passo dopo passo, privò gli ebrei dei loro diritti e li escluse dalla società. La gradualità con la quale furono introdotte tali misure permise ai nazisti, specie nel periodo iniziale, di tenere nascoste le loro reali intenzioni nei confronti della popolazione ebraica. Tale strategia contribuì a rendere passiva la popolazione tedesca nel periodo che precedette la seconda guerra mondiale e rese possibile l’erosione dei diritti umani degli ebrei e di altri gruppi di minoranza.

            Il modulo educativo che segue utilizza le leggi antisemite emanate in Germania tra il 1933 ed il 1945 come punto di partenza.

   

Obiettivi del modulo 

 Far comprendere agli studenti:

a) cosa accadde agli ebrei in Germania nel periodi hitleriano;

b) i pericoli insiti nelle misure che privano le minoranze dei loro diritti.

c) l’importanza della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo alla luce della restrizioni imposte agli ebrei nel periodo nazista.

 

Materiale necessario per condurre il lavoro in classe: 

    Attività:

 

  1. L’insegnante spiega che negli anni trenta e quaranta del novecento i manifesti e la propaganda erano un’importante fonte d’informazione. Dopo una breve discussione sull’attività propagandistica del nazismo, l’insegnante chiede agli alunni se conoscono esempi di propaganda nella società attuale. La discussione in classe procede con l’analisi della comunicazione nella società attuale: quali sono i canali di comunicazione che oggi ci informano su quello che avviene nella nostra comunità e nel nostro paese?

 

2.      L’insegnante mostra agli studenti il power point sulla graduale erosione dei diritti umani nella Germania  hitleriana. Al termine della presentazione, gli studenti  ricorderanno solo alcune delle restrizioni imposte (“apprendimento passivo”). Tuttavia è molto probabile che essi saranno colpiti dal numero delle restrizioni e dalla gradualità con la quale vennero imposte. La presentazione in power point costituisce la base per le attività che seguono.

 

3.      L’insegnante divide la classe in gruppi di quattro e assegna i ruoli all’interno dei gruppi. Ogni gruppo riceve le fotocopie che riproducono tutte le misure restrittive imposte agli ebrei riprodotte nel power point. I fogli che riproducono le restrizioni dovrebbero essere mescolati dall’insegnante prima della distribuzione. Gli alunni riordinano le misure restrittive in ordine cronologico e, in tal modo, approfondiscono la conoscenza del contenuto della legislazione.

 

4.      Gli alunni suddividono le misure restrittive in diverse categorie distinguendo tra diversi tipi di restrizione (i gruppi  sono liberi di  decidere quali categorie utilizzare, e creeranno differenti categorie). Ogni gruppo presenta le categorie che ha elaborato al resto della classe (diversi tipi di restrizioni possono essere, ad esempio:  misure che impongono restrizioni ai ragazzi, misure che impongono restrizioni economiche, sociali  etc.).

 

  1. I gruppi selezionano la restrizione che, a loro avviso, ha avuto il maggiore impatto sulla vita dei ragazzi all’interno di ogni tipo di restrizione.  Ogni gruppo scrive sul foglio di carta grande le misure selezionate e spiega brevemente, per iscritto, i motivi della scelta. Ogni gruppo presenta i risultati della discussione alla classe.

 

  1. In gruppi, gli alunni discutono gli scopi che i nazisti intendevano raggiungere attraverso l’imposizione delle restrizioni. Ogni gruppo presenta sinteticamente alla classe i risultati della discussione, e l’insegnante riporta sulla lavagna gli scopi indicati dai vari gruppi.

 

  1. L’insegnante spiega agli alunni le varie fasi del processo di apprendimento che è stato appena concluso e discute i vari obiettivi della politica nazista (ad esempio isolare la comunità ebraica, creare spazio per i “tedeschi ariani”, umiliare gli ebrei, etc.)

 

Follow-up:

 

  1. Ogni gruppo riceve una copia della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, insieme a una serie di schede sulle quali sono riprodotti gli articoli della dichiarazione (ogni scheda riproduce un solo articolo). 

 

  1. Utilizzando queste informazioni, gli alunni, divisi in gruppi, discutono le restrizioni imposte agli ebrei  e li comparano agli articoli della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo che, a loro avviso, proteggono gli individui dal tipo di abusi inflitti agli ebrei nel periodo nazista.

 

  1. La classe discute eventi attuali o del passato recente, nei quali, nonostante l’esistenza della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, individui e/o gruppi sono stati oggetto di discriminazione, persecuzione, e oppressione, o sono stati  torturati e uccisi.

 

  1. Infine, l’insegnante invita gli alunni a discutere delle possibili soluzioni a questi problemi.

 

Presentazione del laboratorio con proposta di lettura tematica di articoli della Costituzione ad esso correlati.

 

Abstract: Mettere in campo metodologie alternative al semplice uso del manuale diventa sempre più urgente, se consideriamo che viviamo in un’epoca in cui strumenti accattivanti come cinema, radio, fotografie, video, registratori permettono di fissare il passato, di custodirlo e riaccedervi in modi mai prima conosciuti.

Ecco perché questo laboratorio sull’uso dei documenti, che nasce dalla rielaborazione di un percorso laboratoriale  dal titolo “ Nuova immagine della donna nella stampa popolare degli anni 20 condotto da Eva Balducci in collaborazione con Lidia Gualtiero in una classe 3a della scuola media Franchini di Santarcangelo di Romagna durante l’anno scolastico 2006/2007.

L’archivio del lavoro che verrà presentato (una copia del quale verrà inserita nella cartellina dei partecipanti) è composto da fotocopie di documenti iconografici che, nella maggior parte, presentano anche parti scritte. Si tratta essenzialmente di manifesti di propaganda e pubblicitari relativi al periodo che intercorre tra il 1920 e il 1945, ma sono presenti anche alcune cartoline e fotografie della stessa epoca. Attraverso la loro interrogazione ed interpretazione gli allievi e le allieve, preferibilmente di 3a media, possono compiere con sufficiente autonomia le operazioni dello storico, consolidare conoscenze note, ricavare informazioni nuove e desumere un’immagine della donna, della società e degli strumenti utilizzati per la costruzione del consenso in epoca fascista.

Preme sottolineare che  analizzare manifesti di propaganda del regime fascista dà una notevole ricchezza di informazioni sul periodo storico esaminato, ma permette al contempo di riflettere sull’importanza e sugli effetti della comunicazione anche ai nostri giorni.

 

Analisi dei bisogni e delle motivazioni:

 - Rendere attivo e motivante lo studio della storia;

- Arricchire e completare la programmazione di storia con attività di uso delle fonti (laboratorio).

 

Finalità generali

Principali intenti e scopi dell’esperienza:

- Avvicinare gli/le allievi/e alla storia, restituendo allo studio di questa disciplina la curiosità e il  

  desiderio di scoprire, capire e interpretare che le sono propri;

- guidare gli/le allievi/e a utilizzare fonti, sviluppando la loro capacità di leggere e saper interrogare 

  i documenti per produrre informazioni;

- utilizzare il laboratorio come modalità di lavoro per rendere più autonoma e gratificante la propria  

  costruzione del sapere;

- creare una stretta correlazione tra obiettivi cognitivi e socio-affettivi;

- agevolare la comprensione di aspetti di un passato abbastanza recente creando un rapporto di 

  continuità tra storia e memoria;

- avviare al lavoro di ricerca storica esercitando le abilità in modo graduale, differenziato, con varietà di 

  strumenti e di metodi.

 

Il laboratorio verrà analiticamente illustrato nelle sue diverse fasi:  

1)      CLASSIFICAZIONE DELLE FONTI  

2)      ATTIVAZIONE: presentazione dei documenti con proposta di  una prima attività, di tipo generale: quale immagine della donna al tempo del fascismo emerge dalla lettura e dall’analisi di tali documenti?  

3)      DISTRIBUZIONE E OSSERVAZIONE DIRETTA dei documenti (“Che cosa si può ricavare dai documenti?”) attraverso una scheda di rilevazione predisposta e /o delle domande.  

4)      INTERROGAZIONE dettagliata delle fonti in tutte le loro parti con l’ausilio di una traccia  

5)      INTERPRETAZIONE, anche con domande-guida (che dovranno emergere dalla discussione  in classe).  

6)      SCRIttura di un testo di tipo storiografico (o completamento) sulla condizione della donna durante il fascismo.  

7)      ATTIVITA’ DI SVILUPPO: interpretazione più approfondita dei documenti e impostazione di attività di educazione civica o legate alla creatività

 

Riferimenti storici e metodologici

Corsi di formazione per l’insegnamento della storia realizzati da MEMO di Modena, da Clio 92 Associazione di insegnanti e ricercatori sulla Didattica della Storia e dal LANDIS Laboratorio nazionale di didattica della storia.

Gli autori di riferimento sono i principali conduttori di tali corsi: A. Brusa, I. Mattozzi e i loro collaboratori.

Testi che hanno creato stimoli e punti di riferimento:

-         L. Bresil, A. Brusa, Laboratorio, voll. 1-3, Ed. Scol. Bruno Mondadori, Milano, 1994-1996;

-         A. Brusa, Guida al manuale di storia, Ed. Riuniti, Roma, 1985;

-         A. Brusa, A. Brusa, M. Cecalupo, La terra abitata dagli uomini, IRRSAE Puglia/Progedit, Bari, 2000;

-         Brusa et alii., Il racconto delle grandi trasformazioni, Ed. Scolastiche B. Mondadori, 2001;

-         Brusa et alii., Il nuovo racconto delle grandi trasformazioni, Ed. Scolastiche B. Mondadori, 2004;

-         A. Brusa et alii., L’Officina della storia, voll. 3 - L’età contemporanea. Laboratorio, Ed. Scolastiche B. Mondatori 2007

-         Riviste: I viaggi di Erodoto, Rassegna, articoli di A.  Brusa e I. Mattozzi.

-         P.Bernardi (a cura di), Insegnare storia. Guida alla didattica del laboratorio storico. Ed. UTET Università, 2006

-         E. Perillo, C. Santini (a cura di), Il fare e il far vedere nella storia insegnata. Didattica laboratoriale e nuove risorse per la formazione storica e l’educazione ai beni culturali. Scuola estiva di Arcevia giugno 2002 –giugno 2003, Ed. Polaris

-         G. Deiana, La scuola come laboratorio. La ricerca storica, Ed. Polaris,1999

-         P. Angelini (a cura di), Condividere il sapere. I laboratori di storia di Gianna Di Caro,  Stampa: Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, 2006

-         F. Thebaud (a cura di) Storia delle donne in Occidente. Il Novecento, Ed. Laterza 1992

-         V. De Grazia , Le donne nel regime fascista, Ed. Marsilio 2001

-         G. Pasquino, Corso di Scienza politica, Ed. Il Mulino, 2000

 

ISTITUTO PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELL’ITALIA  CONTEMPORANEA DELLA PROVINCIA DI RIMINI , Via Gamblaunga 27, 47900 Rimini

Tel. 0541/24730   -   E-mail: iststor.rn@libero.it

http://www.istitutostoricorimini.it

 

Lidia Gualtiero

E’ docente di materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado. Da anni impegnata sul fronte della ricerca e dell’innovazione educativa, ha iniziato nel 1994 la collaborazione con Duccio Demetrio, Presidente della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, Docente di Filosofia  dell’Educazione e di Educazione degli adulti presso l’Università di Milano Bicocca, partecipando a un corso di formazione biennale sulla didattica della mente e sulle  metodologie autobiografiche.

La collaborazione è continuata nel tempo, sia per la formazione personale, sia per l’applicazione delle metodologie autobiografiche nelle classi.

In quest’ambito, all’interno del CET (Centro Educativo Territoriale “Bruno Ciari), ha organizzato e condotto (in equipe con altre colleghe) corsi di aggiornamento per docenti avvalendosi del monitoraggio della Libera Università di Anghiari.

Ha inoltre partecipato al Progetto di Ricerca/Azione (2001 – 2004) promosso dal MIUR denominato “Educazione alla cittadinanza e alla solidarietà. Cultura dei diritti umani”, assumendo l’incarico di “tutor provinciale” .

Dall’anno scolastico 2005/2006 è utilizzata a titolo di comando presso la sede INSMLI di Rimini, (Istituto la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea), in  qualità di responsabile della didattica e coordinatrice delle attività dell’Istituto.

Si occupa attualmente di ricerca didattica e storica costruendo dei percorsi progettuali con le scuole della provincia, organizza eventi culturali, predispone e coordina corsi di formazione per docenti e progetti legati alle memorie territoriali (è in fase diattuazione: Il lavoro che trasforma, le trasformazioni del lavoro a Santarcangelo di Romagna), collabora con il Comune di Rimini per la realizzazione delle attività inerenti alla Giornata della memoria.

 

Eva Balducci

giovane studiosa laureata in Storia contemporanea, collabora con l’Istituto Storico di Rimini nel campo della didattica laboratoriale.

Tra i lavori che ha  curato e realizzato in quest’ambito  segnaliamo il laboratorio dal titolo Nuova immagine femminile nella stampa popolare degli anni venti, condotto nell’anno scolastico 2006/2007 in una classe terza media quasi esclusivamente femminile della S.M.S  T. Franchini di Santarcangelo di Romagna.

Il lavoro è nato da una ricerca approfondita sulle donne degli anni ’20, un periodo particolare e cruciale da analizzare per la sua forte dose di contraddizioni,  cruciale per capire le trasformazione della donne e il loro processo di emancipazione.

Attualmente insegna nella scuola primaria ed è iscritta al terzo anno della facoltà di Scienze di Formazione primaria per l'abilitazione all'insegnamento.