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Il Trasporto
Piano di lezione sugli esecutori
Ages: High-School Students |
Paris, France, Deportation of 5,000 foreign Jews, 14/05/1941. |
Wiesbaden, Germany, Jews being taken to a deportation train by the German police, 29/08/1942. |
Contenuto
Una delle domande che vengono poste con maggiore frequenza riguardo
l'Olocausto è: Come è stato possibile per degli esseri umani uccidere
sistematicamente milioni di innocenti ?
Prima che esploriamo questo quesito, dobbiamo tenere in considerazione
alcuni punti:
L'antisemitismo era la componente fondamentale dell'ideologia nazista.
Secondo il nazismo, gli ebrei erano da considerare subumani, parassiti
che minano dall'interno la società umana nella quale vivono, cercando
di portare le distruzione del mondo. La sola via per redimere
l'umanità, secondo questo ordine ideologico, era quella di eliminare
gli ebrei.
La politica antiebraica condotta dai nazisti, tuttavia, fu graduale e
si sviluppò nel corso del tempo. Ebbe inizio immediatamente con
l'arrivo al potere dei nazisti, nel 1933. La loro politica si
estremizzò gradualmente, e fu applicata più tardi in ogni territorio
occupato dalla Germania.
Nel giugno 1941 ebbe inizio la guerra contro l'Unione Sovietica.
Hitler la vedeva come una lotta contro il bolscevismo, che si
supponeva propagato dagli ebrei. Pertanto, l'attacco contro l'Unione
Sovietica rappresentava l'inizio della nuova ed ultima fase della
politica antiebraica, comprendente lo sterminio sistematico degli
ebrei. All'inizio, le uccisioni venivano perpetrate dalle quattro
Einsatzgruppen (Squadre esecutive) – unità della polizia alle quali
era stato ordinato di seguire l'avanzata dell'esercito. Assistite dai
battaglioni della riserva della polizia tedesca, da unità
dell'esercito e da parte della popolazione locale, le Einsatzgruppen
arrestavano ebrei e comunisti, li portavano fuori da città e villaggi
e li uccidevano. Il 90% delle vittime di queste esecuzioni di massa
erano civili ebrei, intere comunità, comprese donne e bambini, furono
eliminate in questo modo.
Nel corso del tempo le tecniche di eliminazione vennero ulteriormente
sviluppate, e gli ebrei europei erano diventati anch'essi obiettivo di
eliminazione. Ciononostante, il processo di uccisione fu condotto
nell'Europa dell'Est. Gli ebrei vennero deportati da tutta Europa in
località dell'Europa Orientale, dove la maggior parte di loro venivano
sterminati a poche ore di distanza dal loro arrivo. Fu allestito un
vasto sistema di trasporto in modo da coordinare le deportazioni.
Le ferrovie coprirono un ruolo fondamentale nell'esecuzione della
“Soluzione finale”. L'organizzazione e cooordinazione dei trasporti
erano questioni complicate, soprattutto in tempo di guerra. A causa
della sempre maggiore scarsità di rifornimenti e della priorità data
ai trasporti militari, il reperimento di treni per le deportazioni non
era sempre semplice, e richiese la cooperazione di numerosi fattori,
tra i quali vanno annoverati SS, ufficiali civili delle ferrovie
tedesche, il ministero dei trasporti, ed in alcuni casi il ministero
degli esteri tedeschi. Tutte queste entità unificarono i loro sforzi
perchè milioni di ebrei potessero essere deportati ed uccisi.
Deportazioni dalla Germania
Gli ebrei tedeschi furono i primi a venire deportati dalle località
dell'Europa Centrale ed Occidentale all'Europa dell'Est. In numero
minore, gli ebrei tedeschi cominciarono già a venire deportati nel
febbraio 1940, prima che avessero inizio le uccisioni di massa. Le
deportazioni di massa iniziarono nell'ottobre 1941 e portarono
all'eliminazione degli ebrei tedeschi, che vennero deportati
soprattutto ai ghetti di Lodz e Varsavia in Polonia, ed a Riga, Kovno
e Minsk nei territori che i nazisti avevano occupato nell'Unione
Sovietica. In tali aree, le eliminazioni di massa erano già iniziate.
Molti degli ebrei tedeschi che vennero deportati in queste località
furono uccisi subito dopo il loro arrivo. Nei ghetti, molti morirono
di fame e di malattie, altri furono eliminati in località limitrofe o,
più tardi, in campi di sterminio in Polonia. Nel 1942 e 1943 dozzine
di migliaia di ebrei tedeschi furono deportati direttamente in campi
di sterminio, soprattutto ad Auschwitz-Birkenau.
Tutti i trasporti di ebrei venivano accompagnati da guardie generalmente reclutate dalla polizia. Nel caso di deportazione dalla Germania, le squadre che accompagnavano il convoglio includevano un ufficiale e quindici altri uomini. Il lavoro iniziava col carico del treno e si concludeva quando il carico veniva dato in consegna formalmente alla persona incaricata a riceverlo a destinazione. Paul Salitter era uno di questi ufficiali. Era stato incaricato di scortare un trasporto di 1007 ebrei da Düsseldorf a Riga[1]. l'11 dicembre 1941. Gli ebrei furono raggruppati nel cortile di un macello di Düsseldorf. Da lì furono condotti alla stazione ferroviaria dove furono caricati nel treno che li portò a Riga. Dato che tali trasporti a Riga erano l'inizio dello sviluppo del sistema di trasporti legato all'eliminazione degli ebrei, era importante imparare dagli errori compiuti ed attuare dei miglioramenti. Salitter produsse un rapporto dettagliato dell'intero tragitto con raccomandazioni per i suoi superiori. Il rapporto serve come base per la discussione nel corso di questa lezione. Viene presentato in parallelo con la testimonianza di Hilde Sherman, una giovane donna ebrea che venne deportata con marito e famiglia in quello stesso trasporto[2]. Attraverso i documenti che verranno analizzati durante questa lezione, lo studente prenderà in esame le diverse persone che vennero coinvolte a vari livelli ed in diversi modi nell'organizzazione e sviluppo dei trasporti che portavano gli ebrei verso est. Queste persone erano i componenti lo staff professionale della ferrovia, senza la cui collaborazione nessun trasporto avrebbe potuto arrivare a destinazione; i poliziotti che accompagnavano e facevano la guardia ai trasporti, e gli ufficiali delle SS, che pianificavano e coordinavano le deportazioni. Un altro ampio gruppo era composto dalle persone che passavano e vedevano tutto quello che succedeva..
Inizia con la lettura dei
documenti.
Nel corso della lettura, potrete chiedere agli studenti di:
Quesiti e punti per la discussione:
Salitter
Punti per la discussione: Gli studenti potrebbero esitare prima di dare una risposta, e potrebbero avere opinioni differenti. Pare che la risposta non sia così ovvia. Il fatto in sè costituisce un punto a cui val la pena di fare attenzione. |
Punti per la discussione:
Esaminando il rapporto si potrebbe pensare che la risposta
potrebbe essere: non necessariamente. Chiedete agli studenti quali
sono gli elementi a sostegno dell'opinione all'interno del testo.
(Potreste fare riferimento a: A. Differenze di contenuto tra la
testimonianza di Hilde Sherman ed il rapporto. B. Il fatto che
Salitter permette a madri e figli di riunirsi.) |
Punti per la discussione: Prendendo in considerazione l'opinione pubblica locale e straniera, era nell'interesse tedesco che il trasporti degli ebrei (specialmente dell'Europa Centrale ed Occidentale) fosse condotto nel modo più discreto possibile. Una delle possibili spiegazioni all'omettere la narrazione dell'episodio di violenza nel suo rapporto, può stare nel fatto che Salitter pensasse che non era degno di menzione. Altra possibile spiegazione: che egli volesse creare un'impressione che tutto si fosse svolto nel modo più ordinato possibile. Discutete con gli studenti l'importanza educativa rivestita dal fatto che il regime nazista prendeva in considerazione la pubblica opinione. Raccomandiamo che vengano elaborati i quesiti riguardanti la condanna e la responsabilità – la differenza tra i due, e l'importanza di assumere delle responsabilità non solamente delle azioni personali ma anche quelle che vengono commesse per nostro conto. Potreste fare riferimento al detto del saggista ebreo tedesco Kurt Tocholsky: “Un paese non è solamente quello che fa, ma anche quello che tollera”. |
La domanda riassume alcuni dei punti che abbiamo sollevato.
Punti per la discussione: |
Punti per la discussione:
è uno dei modi di dimostrare che sia gli assassini veri e propri
che gli altri partecipanti all'ingranaggio erano esseri umani. In
quanto tali agivano in base a differenti motivazioni, che per
alcuni erano ideologiche, per altri erano connesse a pressioni e
potere degli ordini, (per esempio: una persona non ha significato
in quanto individuo, ma in quanto parte di una nazione. Norme di
questo genere erano quelle sostenute dal regime), per altri infine
erano la routine e l'indifferenza, etc. Il punto educativo da
sottolineare qui è che si trattava di una scelta. Non c'era pena
di morte per chi si rifiutasse di prendere parte alle uccisioni,
ed infatti ci fu chi si rifiutò. Le norme incoraggiate dal regime
nazista nel corso degli anni '30 poterono affermarsi a causa della
loro influenza sul comportamento dei futuri esecutori. |
Punti per la discussione: discutere il ruolo assunto dalle crocerossine offrirà l'opportunità di affrontare un'altra importante componente della risposta alla domanda ‘come fu umanamente possibili?’. Questa è precisamente la nazificazione della Germania ed i processi attraverso i quali passò la società tedesca nel corso degli anni '30. Tali processi inclusero la penetrazione della ideologia nazista in ogni aspetto della vita quotidiana. Essi sono rilevanti anche discutendo l'atteggiamento della società tedesca verso gli ebrei. L'odio verso gli ebrei, tanto incoraggiato dal regime, rese gli ebrei ‘socialmente morti’ ancora prima che il loro sterminio avesse davvero luogo. |
Punti per la discussione: Importante notare che la responsabilità delle uccisioni non può venire attribuita ai soli tedeschi. Molti altri collaborarono, parteciparono ed anche stettero a guardare le esecuzioni, ed anche le motivazioni di tutti costoro sono le più diverse: antisemitismo, avidità, interessi politici, indifferenza, paura (quest'ultima come ragione di essere spettatori inattivi). |
Punti per la discussione: la categorizzazione di base da usare discutendo la posizione dei non ebrei durante l'Olocausto è: a. esecutori, b. spettatori, c. soccorritori. Tuttavia, domandando agli studenti di classificare i personaggi dei quali abbiamo discusso inserendoli nelle precedenti categorie, arriviamo a renderci conto che la categorizzazione non è così netta. Chi, allora, è assassino? Chi è collaboratore? Chi lo spettatore? Possiamo tracciare una netta linea di divisione tra ogni categoria? Queste sono domande significative discutendo domande riguardanti torti e responsabilità. Provate a suggerire agli studenti questo modello di cerchi concentrici: nel cerchio più interno, potremmo mettere Hitler ed altri politici. Chiedete agli studenti chi metterebbero nel cerchio successivo. Dove metterebbero Salitter, le guardie, il capostazione, le crocerossine? E la popolazione locale dei diversi paesi europei? Chiedete agli studenti di formulare la differenza tra condanna e responsabilità? Discutete l'importanza morale ed educativa di questo modello. Mettete in rilievo il fatto che adottare un modello di tal genere implica essere d'accordo nel vedere gli appartenenti a queste quattro categorie come esseri umani che hanno operato delle scelte diverse. L'Olocausto è ciò che esseri umani hanno fatto ad altri esseri umani. Essere parte del genere umano significa avere la responsabilità di imparare da quello che successe nell'Olocausto. |
Punti per la discussione:
uno dei più importanti concetti che emergono da tali eventi è
quello della responsabilità individuale. Altro elemento della
risposta alla domanda ‘come fu umanamente possibile?’ è la fuga
dalla responsabilità individuale che ha caratterizzato molti di
coloro che presero parte alla strage e ne furono testimoni.
Durante il processo di Norimberga, lo psicologo criminale G.M.
Gilbert ha chiesto al comandante del campo di Auschwitz, Rudolf
Hoess, se al momento in cui iniziò a ricoprire la propria mansione
ne avesse considerate le conseguenze. Hoess rispose: “Al tempo non
c'erano conseguenze da prendere in considerazione. Non avevo preso
in considerazione che sarei stato ritenuto responsabile. Vede, in
Germania è ovvio che se qualcosa non funziona, la responsabilità
ricade su chi ha dato gli ordini. Pertanto non ho mai pensato che
avrei dovuto risponderne di persona”[5]. |
Suggerimenti metodologici:
Un'ultima nota:
Sarà molto importante che lo studente noti che le questioni
riguardanti gli spettatori, i collaboratori e gli esecutori non sono
rilevanti solamente per la Germania, ma per molti paesi europei nei
quali gli ebrei venivano perseguitati. Pertanto raccomandiamo
all'insegnante di provare a portare del materiale aggiuntivo
riguardante altri paesi, nonchè il proprio. Le altre fonti potrebbero
essere:
Prossimamente verrà aggiunta sul sito una versione ampliata della lezione che includera’ una parte relativa al caso Italiano.
[1]L'esercito
tedesco entrò a Riga il 1o luglio 1941, e fu accolto con gioia da
numerosi settori della popolazione locale per essere stati "liberati"
dal dominio sovietico. Le esecuzioni di massa degli ebrei lituani
iniziarono immediatamente dopo con la collaborazione della popolazione
locale. Verso la fine dell'ottobre 1941, fu istituito un ghetto,
delimitato da un recinto, e vi furono rinchiusi oltre 30.000 ebrei
lituani in un'area estremamente ristretta. Il 30 novembre 1941, arrivò
a Riga il primo trasporto di ebrei dalla Germania, seguito poi nel
corso dei mesi successivi da altri 24 trasporti per un totale di
25.000 ebrei. Migliaia di loro vennero assassinati al loro arrivo,
altri vennero internati in campi di concentramento della regione.
Circa 15.000 di loro furono portati in un ghetto separato, allestito
di fronte al primo e destinato ai soli ebrei lituani. I tedeschi
conducevano periodiche esecuzioni di massa di persone provenienti da
ambedue i ghetti nella adiacente foresta di Rumbuli, fino alla totale
liquidazione, nel dicembre 1943.
[2]Il
marito di Hilde Sherman e molti altri membri della loro famiglia
furono tra gli ebrei che perirono a Riga . La donna ha registrato ben
26 nomi di familiari alla Sala dei Nomi di Yad Vashem, dove sono
riportati tutti i nomi di coloro che sono morti nell'Olocausto.
[3]
“Uomo normale” è il termine che è entrato nel linguaggio della ricerca
quando si parla di esecutori. E' diventato il titolo del libro
pubblicato dal ricercatore dell'Olocausto Christopher Browning nel
1992. Il libro descrive i risultati della ricerca di Browning su un
battaglione della riserva della polizia a cui era stato assegnato il
compito di uccidere più di 80.000 ebrei. Analizzando le interviste
condotte coi poliziotti, Browning concluse che la maggior parte di
loro erano “uomini normali” in termini di profilo professionale,
intellettuale e psicologico
[4]G.
Sereny, Into that Darkness.
From Mercy Killing to Mass Murder, Gitta Sereny 1974, pp. 200-201.
[5]G.
M. Gilbert, Nuremberg Diary, The New American Library, 1947, New York,
p. 230.