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Il Trasporto

Piano di lezione sugli esecutori

Ages: High-School Students

Paris, France, Deportation of 5,000 foreign Jews, 14/05/1941.

Wiesbaden, Germany, Jews being taken to a deportation train by the German police, 29/08/1942.

Contenuto

Una delle domande che vengono poste con maggiore frequenza riguardo l'Olocausto è: Come è stato possibile per degli esseri umani uccidere sistematicamente milioni di innocenti ?
Prima che esploriamo questo quesito, dobbiamo tenere in considerazione alcuni punti:

  1. Gli assassini erano degli esseri umani che avevano fatto una scelta umana, e tali circostanze causate da uomini portarono all'assassinio di sei milioni di ebrei, insieme a milioni di altre vittime. Questa riumanizzazione degli esecutori porta a due diverse implicazioni: A. Prende in considerazione la responsabilità per le loro azioni. Comprendendo che gli esecutori erano pienamente responsabili per le proprie azioni e le loro conseguenze, farà luce su una delle più importanti lezioni educative che si possono trarre dall'Olocausto – l'importanza della responsabilità individuale. B. Ci obbliga, in quanto membri della società umana, a studiare e trarre conseguenze dal comportamento degli esecutori. Andrebbe sottolineato che capire le azioni e le scelte fatte dagli esecutori non le rende maggiormente accettabili, anzi, la nostra responsabilità è quella di assicurarci di non seguire tale esempio storico.
  2. E' importante capire la dimensione umana dell'assassinio di massa. Alle vittime deve essere garantita quella dimensione e dignità umana che gli esecutori si sono sforzati di togliere loro. Il pericolo inerente nell'insegnare focalizzando sugli esecutori sta nel cancellare, anche se non intenzionalmente, i volti delle vittime. Anche la prospettiva delle vittime ha bisogno di essere ascoltata e sentita in modo da ricevere una prospettiva più completa sul significato delle azioni degli esecutori.
  3. La tensione tra gli elementi umani universali dei quali è intessuta la storia dell'Olocausto e gli aspetti che invece erano legati a quella particolare situazione storica. Un approccio educazionale all'Olocausto richiede di toccare l'aspetto umano universale degli accadimenti, però tale discussione, significativamente, potrà avere luogo solo in quanto radicata nel contesto storico. Nel nostro piano di lezione forniamo uno sfondo storico molto conciso. Sta all'insegnante fornire ai propri studenti un sufficiente inquadramento storico. Raccomandiamo di presentare una breve rassegna della politica antisemita del nazismo tra gli anni 1933-1945, collocandola nell'ambito della decisione di sterminare sistematicamente il popolo ebraico.

Sfondo storico

L'antisemitismo era la componente fondamentale dell'ideologia nazista. Secondo il nazismo, gli ebrei erano da considerare subumani, parassiti che minano dall'interno la società umana nella quale vivono, cercando di portare le distruzione del mondo. La sola via per redimere l'umanità, secondo questo ordine ideologico, era quella di eliminare gli ebrei.
La politica antiebraica condotta dai nazisti, tuttavia, fu graduale e si sviluppò nel corso del tempo. Ebbe inizio immediatamente con l'arrivo al potere dei nazisti, nel 1933. La loro politica si estremizzò gradualmente, e fu applicata più tardi in ogni territorio occupato dalla Germania.
Nel giugno 1941 ebbe inizio la guerra contro l'Unione Sovietica. Hitler la vedeva come una lotta contro il bolscevismo, che si supponeva propagato dagli ebrei. Pertanto, l'attacco contro l'Unione Sovietica rappresentava l'inizio della nuova ed ultima fase della politica antiebraica, comprendente lo sterminio sistematico degli ebrei. All'inizio, le uccisioni venivano perpetrate dalle quattro Einsatzgruppen (Squadre esecutive) – unità della polizia alle quali era stato ordinato di seguire l'avanzata dell'esercito. Assistite dai battaglioni della riserva della polizia tedesca, da unità dell'esercito e da parte della popolazione locale, le Einsatzgruppen arrestavano ebrei e comunisti, li portavano fuori da città e villaggi e li uccidevano. Il 90% delle vittime di queste esecuzioni di massa erano civili ebrei, intere comunità, comprese donne e bambini, furono eliminate in questo modo.
Nel corso del tempo le tecniche di eliminazione vennero ulteriormente sviluppate, e gli ebrei europei erano diventati anch'essi obiettivo di eliminazione. Ciononostante, il processo di uccisione fu condotto nell'Europa dell'Est. Gli ebrei vennero deportati da tutta Europa in località dell'Europa Orientale, dove la maggior parte di loro venivano sterminati a poche ore di distanza dal loro arrivo. Fu allestito un vasto sistema di trasporto in modo da coordinare le deportazioni.
Le ferrovie coprirono un ruolo fondamentale nell'esecuzione della “Soluzione finale”. L'organizzazione e cooordinazione dei trasporti erano questioni complicate, soprattutto in tempo di guerra. A causa della sempre maggiore scarsità di rifornimenti e della priorità data ai trasporti militari, il reperimento di treni per le deportazioni non era sempre semplice, e richiese la cooperazione di numerosi fattori, tra i quali vanno annoverati SS, ufficiali civili delle ferrovie tedesche, il ministero dei trasporti, ed in alcuni casi il ministero degli esteri tedeschi. Tutte queste entità unificarono i loro sforzi perchè milioni di ebrei potessero essere deportati ed uccisi.
Deportazioni dalla Germania
Gli ebrei tedeschi furono i primi a venire deportati dalle località dell'Europa Centrale ed Occidentale all'Europa dell'Est. In numero minore, gli ebrei tedeschi cominciarono già a venire deportati nel febbraio 1940, prima che avessero inizio le uccisioni di massa. Le deportazioni di massa iniziarono nell'ottobre 1941 e portarono all'eliminazione degli ebrei tedeschi, che vennero deportati soprattutto ai ghetti di Lodz e Varsavia in Polonia, ed a Riga, Kovno e Minsk nei territori che i nazisti avevano occupato nell'Unione Sovietica. In tali aree, le eliminazioni di massa erano già iniziate. Molti degli ebrei tedeschi che vennero deportati in queste località furono uccisi subito dopo il loro arrivo. Nei ghetti, molti morirono di fame e di malattie, altri furono eliminati in località limitrofe o, più tardi, in campi di sterminio in Polonia. Nel 1942 e 1943 dozzine di migliaia di ebrei tedeschi furono deportati direttamente in campi di sterminio, soprattutto ad Auschwitz-Birkenau.

Materiale di testimonianza

Tutti i trasporti di ebrei venivano accompagnati da guardie generalmente reclutate dalla polizia. Nel caso di deportazione dalla Germania, le squadre che accompagnavano il convoglio includevano un ufficiale e quindici altri uomini. Il lavoro iniziava col carico del treno e si concludeva quando il carico veniva dato in consegna formalmente alla persona incaricata a riceverlo a destinazione. Paul Salitter era uno di questi ufficiali. Era stato incaricato di scortare un trasporto di 1007 ebrei da Düsseldorf a Riga[1]. l'11 dicembre 1941. Gli ebrei furono raggruppati nel cortile di un macello di Düsseldorf. Da lì furono condotti alla stazione ferroviaria dove furono caricati nel treno che li portò a Riga. Dato che tali trasporti a Riga erano l'inizio dello sviluppo del sistema di trasporti legato all'eliminazione degli ebrei, era importante imparare dagli errori compiuti ed attuare dei miglioramenti. Salitter produsse un rapporto dettagliato dell'intero tragitto con raccomandazioni per i suoi superiori. Il rapporto serve come base per la discussione nel corso di questa lezione. Viene presentato in parallelo con la testimonianza di Hilde Sherman, una giovane donna ebrea che venne deportata con marito e famiglia in quello stesso trasporto[2]. Attraverso i documenti che verranno analizzati durante questa lezione, lo studente prenderà in esame le diverse persone che vennero coinvolte a vari livelli ed in diversi modi nell'organizzazione e sviluppo dei trasporti che portavano gli ebrei verso est. Queste persone erano i componenti lo staff professionale della ferrovia, senza la cui collaborazione nessun trasporto avrebbe potuto arrivare a destinazione; i poliziotti che accompagnavano e facevano la guardia ai trasporti, e gli ufficiali delle SS, che pianificavano e coordinavano le deportazioni. Un altro ampio gruppo era composto dalle persone che passavano e vedevano tutto quello che succedeva..

Obiettivi della lezione

La lezione

Inizia con la lettura dei documenti.
Nel corso della lettura, potrete chiedere agli studenti di:

  1. Compilare una lista delle persone che nel documento appaiono partecipare alla deportazione.
  2. Notare la differenza significativa in contenuto e linguaggio tra il rapporto di Salitter e la testimonianza di Hilde Sherman.

Quesiti e punti per la discussione:
Salitter

  1. Salitter è un assassino?

Punti per la discussione: Gli studenti potrebbero esitare prima di dare una risposta, e potrebbero avere opinioni differenti. Pare che la risposta non sia così ovvia. Il fatto in sè costituisce un punto a cui val la pena di fare attenzione.

  1. Pensate che Salitter si consideri un assassino?

Punti per la discussione: Esaminando il rapporto si potrebbe pensare che la risposta potrebbe essere: non necessariamente. Chiedete agli studenti quali sono gli elementi a sostegno dell'opinione all'interno del testo. (Potreste fare riferimento a: A. Differenze di contenuto tra la testimonianza di Hilde Sherman ed il rapporto. B. Il fatto che Salitter permette a madri e figli di riunirsi.)
Chiedete loro di considerare l'importanza dell'autostima stessi in persone che prendono parte alla macchina di sterminio.

  1. Salitter non fa menzione dell'episodio di pestaggio ricordato da Hilde Sherman. Lei dice che “un alto ufficiale delle SS” la picchia. Avrebbe anche potuto essere lo stesso Salitter (anche se non abbiamo modo di saperlo, naturalmente). Quale ragione potrebbe spiegare il fatto che questo non è stato riferito nel rapporto di Salitter?

Punti per la discussione: Prendendo in considerazione l'opinione pubblica locale e straniera, era nell'interesse tedesco che il trasporti degli ebrei (specialmente dell'Europa Centrale ed Occidentale) fosse condotto nel modo più discreto possibile. Una delle possibili spiegazioni all'omettere la narrazione dell'episodio di violenza nel suo rapporto, può stare nel fatto che Salitter pensasse che non era degno di menzione. Altra possibile spiegazione: che egli volesse creare un'impressione che tutto si fosse svolto nel modo più ordinato possibile. Discutete con gli studenti l'importanza educativa rivestita dal fatto che il regime nazista prendeva in considerazione la pubblica opinione. Raccomandiamo che vengano elaborati i quesiti riguardanti la condanna e la responsabilità – la differenza tra i due, e l'importanza di assumere delle responsabilità non solamente delle azioni personali ma anche quelle che vengono commesse per nostro conto. Potreste fare riferimento al detto del saggista ebreo tedesco Kurt Tocholsky: “Un paese non è solamente quello che fa, ma anche quello che tollera”.

  1. Quali delle seguenti definizioni descrive più adeguatamente Salitter: un comandante di polizia, un assassino, una brava persona, una persona con senso di responsabilità, un tipo efficiente, un antisemita, un nazista? Motivate le vostre scelte.

La domanda riassume alcuni dei punti che abbiamo sollevato. Punti per la discussione:
a. Raccomandiamo di mettere in evidenza il fatto che Salitter avrebbe potuto essere definito, tra l'altro, una persona gradevole e responsabile. Assai probabilmente, in buona parte dei contesti sociali, Salitter non avrebbe mai smesso di agire seguendo i valori morali fondamentali. Tuttavia, aveva smesso di considerare gli ebrei delle persone, ed in quanto tali membri dell'umano consorzio nei confronti del quale egli sentiva dei doveri,. Salitter si preoccupa dei suoi uomini, gli piacciono i bei paesaggi e vuole tornare a casa per Natale. In tal senso lo possiamo annoverare un ‘uomo normale’[3]
b. Il ruolo formale di Salitter non era quello di uccidere, bensì quello di far arrivare il trasporto da Düsseldorf a Riga. La maggior parte delle persone coinvolte nelle uccisioni non le eseguivano in prima persona, ma le rendevano possibili. Salitter, come molte altre persone che facevano parte dell'ingranaggio della morte, non doveva cambiare la propria autostima, e neppure considerarsi un assassino, e questo era precisamente l'elemento che rese più facile agli ‘uomini normali’ partecipare alle uccisioni.

  1. Altra gente della quale viene fatta menzione nel rapporto
  2. Quando fa riferimento alla discussione avuta col capostazione, Salitter si lamenta del fatto che questo non sapeva il significato del termine “ebreo” e delle sue implicazioni. Salitter fa anche menzione del fatto di aver dovuto addestrare le guardie ad agire con maggiore energia nei confronti degli ebrei. Quali indicazioni potremmo avere da questo riguardo dalla posizione di Salitter nei confronti del compito che gli hanno affidato? Cosa possiamo capire dal modo in cui Salitter usa il termine “ebreo”? Cosa rivela a proposito delle motivazioni delle guardie e del loro capostazione? Ognuno di tali individui agisce all'interno dell'ingranaggio della morte motivato dalle medesime ragioni? Cosa potremmo imparare da tutto questo?

Punti per la discussione: è uno dei modi di dimostrare che sia gli assassini veri e propri che gli altri partecipanti all'ingranaggio erano esseri umani. In quanto tali agivano in base a differenti motivazioni, che per alcuni erano ideologiche, per altri erano connesse a pressioni e potere degli ordini, (per esempio: una persona non ha significato in quanto individuo, ma in quanto parte di una nazione. Norme di questo genere erano quelle sostenute dal regime), per altri infine erano la routine e l'indifferenza, etc. Il punto educativo da sottolineare qui è che si trattava di una scelta. Non c'era pena di morte per chi si rifiutasse di prendere parte alle uccisioni, ed infatti ci fu chi si rifiutò. Le norme incoraggiate dal regime nazista nel corso degli anni '30 poterono affermarsi a causa della loro influenza sul comportamento dei futuri esecutori.
Un altro importante punto che potrebbe venire sollevato in questa sede è quello della deumanizzazione degli ebrei nella narrazione fatta da Salitter. In tale contesto sarà possibile fare riferimento ad altre scelte di parole usate da Salitter nel suo rapporto: gli ebrei vengono caricati sul treno, un maschio ebreo, l'ebreo come un parassita e così via. Ed il linguaggio rappresenta solamente un aspetto della deumanizzazione. Discutete l'importanza della deumanizzazione degli ebrei nel processo che portò allo sterminio, e nel processo dello sterminio medesimo. Potrete fare riferimento all'intervista di Gitta Sereny con Franz Stangel – comandante del campo di sterminio di Treblinka:
G. Sereny:“Sarebbe esatto affermare che sentivate alla fine che non erano realmente degli esseri umani?”
F. Stangel: “Una volta che mi trovai in viaggio, anni dopo, in Brasile, il treno nel quale mi trovavo si fermò accanto ad un macello. Sentendo il rumore del treno, il bestiame nei recinti arrivò al trotto fino alla rete di delimitazione e prese a guardare il treno. Si trovavano vicini alla mia finestra, vicinissimi gli uni agli altri, che mi guardavano dal recinto. Allora pensai: ‘Guarda un po'; questo mi ricorda la Polonia; era proprio l'aspetto che aveva la gente prima di entrare nei vagoni … Dopo questo episodio non fui più in grado di mangiare carne in scatola. Quei grandi occhi… che mi fissavano…’".
G. Sereny: “Così non sentivate che fossero degli esseri umani?”
F. Stangel: “Un carico, erano solo un carico.”[4]

  1. 6. Salitter menziona le infermiere della Croce Rossa che si presero cura delle guardie. Nel rapporto completo egli afferma che le infermiere portarono alle guardie dei generi di ristoro. Come potete spiegare il fatto che donne che prestano un servizio in una organizzazione caritativa ed il cui dovere era quello di occuparsi dei deboli, ignorarono 1007 persone in stato di bisogno?

Punti per la discussione: discutere il ruolo assunto dalle crocerossine offrirà l'opportunità di affrontare un'altra importante componente della risposta alla domanda ‘come fu umanamente possibili?’. Questa è precisamente la nazificazione della Germania ed i processi attraverso i quali passò la società tedesca nel corso degli anni '30. Tali processi inclusero la penetrazione della ideologia nazista in ogni aspetto della vita quotidiana. Essi sono rilevanti anche discutendo l'atteggiamento della società tedesca verso gli ebrei. L'odio verso gli ebrei, tanto incoraggiato dal regime, rese gli ebrei ‘socialmente morti’ ancora prima che il loro sterminio avesse davvero luogo.

  1. Quali dei personaggi menzionati nel rapporto non sono tedeschi? Qual era il suo ruolo personale? Quale avrebbe potuto essere la sua motivazione?

Punti per la discussione: Importante notare che la responsabilità delle uccisioni non può venire attribuita ai soli tedeschi. Molti altri collaborarono, parteciparono ed anche stettero a guardare le esecuzioni, ed anche le motivazioni di tutti costoro sono le più diverse: antisemitismo, avidità, interessi politici, indifferenza, paura (quest'ultima come ragione di essere spettatori inattivi).

  1. Pensate a tutta la gente che ogni trasporto di ebrei incontrava dalla partenza all'arrivo nei campi di sterminio. Potreste dividerli in categorie?

Punti per la discussione: la categorizzazione di base da usare discutendo la posizione dei non ebrei durante l'Olocausto è: a. esecutori, b. spettatori, c. soccorritori. Tuttavia, domandando agli studenti di classificare i personaggi dei quali abbiamo discusso inserendoli nelle precedenti categorie, arriviamo a renderci conto che la categorizzazione non è così netta. Chi, allora, è assassino? Chi è collaboratore? Chi lo spettatore? Possiamo tracciare una netta linea di divisione tra ogni categoria? Queste sono domande significative discutendo domande riguardanti torti e responsabilità. Provate a suggerire agli studenti questo modello di cerchi concentrici: nel cerchio più interno, potremmo mettere Hitler ed altri politici. Chiedete agli studenti chi metterebbero nel cerchio successivo. Dove metterebbero Salitter, le guardie, il capostazione, le crocerossine? E la popolazione locale dei diversi paesi europei? Chiedete agli studenti di formulare la differenza tra condanna e responsabilità? Discutete l'importanza morale ed educativa di questo modello. Mettete in rilievo il fatto che adottare un modello di tal genere implica essere d'accordo nel vedere gli appartenenti a queste quattro categorie come esseri umani che hanno operato delle scelte diverse. L'Olocausto è ciò che esseri umani hanno fatto ad altri esseri umani. Essere parte del genere umano significa avere la responsabilità di imparare da quello che successe nell'Olocausto.

  1. Ci sarebbe un importante commento da fare qui: la lezione mette in ballo l'idea della scelta umana. La realtà, tuttavia, è sempre complessa. Si dovrebbe evitare l'analisi semplicistica, perchè allontanerebbe un processo educativo produttivo. Cosa possiamo imparare da questi fatti?

Punti per la discussione: uno dei più importanti concetti che emergono da tali eventi è quello della responsabilità individuale. Altro elemento della risposta alla domanda ‘come fu umanamente possibile?’ è la fuga dalla responsabilità individuale che ha caratterizzato molti di coloro che presero parte alla strage e ne furono testimoni. Durante il processo di Norimberga, lo psicologo criminale G.M. Gilbert ha chiesto al comandante del campo di Auschwitz, Rudolf Hoess, se al momento in cui iniziò a ricoprire la propria mansione ne avesse considerate le conseguenze. Hoess rispose: “Al tempo non c'erano conseguenze da prendere in considerazione. Non avevo preso in considerazione che sarei stato ritenuto responsabile. Vede, in Germania è ovvio che se qualcosa non funziona, la responsabilità ricade su chi ha dato gli ordini. Pertanto non ho mai pensato che avrei dovuto risponderne di persona”[5].
Il senso della responsabilità individuale nelle conseguenze dell'azione o dell'astenersi dall'azione costituisce l'elemento chiave nel tentare di prevenire le persecuzioni.

Suggerimenti metodologici:

Un'ultima nota:
Sarà molto importante che lo studente noti che le questioni riguardanti gli spettatori, i collaboratori e gli esecutori non sono rilevanti solamente per la Germania, ma per molti paesi europei nei quali gli ebrei venivano perseguitati. Pertanto raccomandiamo all'insegnante di provare a portare del materiale aggiuntivo riguardante altri paesi, nonchè il proprio. Le altre fonti potrebbero essere:

Prossimamente verrà aggiunta sul sito una versione ampliata della lezione che includera’ una parte relativa al caso Italiano.


[1]L'esercito tedesco entrò a Riga il 1o luglio 1941, e fu accolto con gioia da numerosi settori della popolazione locale per essere stati "liberati" dal dominio sovietico. Le esecuzioni di massa degli ebrei lituani iniziarono immediatamente dopo con la collaborazione della popolazione locale. Verso la fine dell'ottobre 1941, fu istituito un ghetto, delimitato da un recinto, e vi furono rinchiusi oltre 30.000 ebrei lituani in un'area estremamente ristretta. Il 30 novembre 1941, arrivò a Riga il primo trasporto di ebrei dalla Germania, seguito poi nel corso dei mesi successivi da altri 24 trasporti per un totale di 25.000 ebrei. Migliaia di loro vennero assassinati al loro arrivo, altri vennero internati in campi di concentramento della regione. Circa 15.000 di loro furono portati in un ghetto separato, allestito di fronte al primo e destinato ai soli ebrei lituani. I tedeschi conducevano periodiche esecuzioni di massa di persone provenienti da ambedue i ghetti nella adiacente foresta di Rumbuli, fino alla totale liquidazione, nel dicembre 1943.
[2]Il marito di Hilde Sherman e molti altri membri della loro famiglia furono tra gli ebrei che perirono a Riga . La donna ha registrato ben 26 nomi di familiari alla Sala dei Nomi di Yad Vashem, dove sono riportati tutti i nomi di coloro che sono morti nell'Olocausto.
[3] “Uomo normale” è il termine che è entrato nel linguaggio della ricerca quando si parla di esecutori. E' diventato il titolo del libro pubblicato dal ricercatore dell'Olocausto Christopher Browning nel 1992. Il libro descrive i risultati della ricerca di Browning su un battaglione della riserva della polizia a cui era stato assegnato il compito di uccidere più di 80.000 ebrei. Analizzando le interviste condotte coi poliziotti, Browning concluse che la maggior parte di loro erano “uomini normali” in termini di profilo professionale, intellettuale e psicologico
[4]G. Sereny, Into that Darkness.
From Mercy Killing to Mass Murder, Gitta Sereny 1974, pp. 200-201.
[5]G. M. Gilbert, Nuremberg Diary, The New American Library, 1947, New York, p. 230.