Defenders - In nome dell'odio

TITOLO ORIGINALE

Defenders

REGIA

Andy Wolk

SOGGETTO

Basata sulla serie televisiva Defenders di Reginald Rose

SCENEGGIATURA

Andy Wolk, Peter Wolk

FOTOGRAFIA

John Newby (colori)

MUSICA

David Goldblatt, Mark Isham

INTERPRETI

Beau Bridges, Martha Plimpton, Jeremy London, Clifton Gonzales-Gonzales

PRODUZIONE

A Stan Rogow Production

DURATA

96'

ORIGINE

USA, 1998

REPERIBILITA'

Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

I vicini di casa

Problemi dell'immigrazione e della multietnicità/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Nel corso di un comizio presso l'università del gruppo razzista di estrema destra America agli Americani, Gonzales, un giovane di origini ispaniche, contesta le deliranti affermazioni dell'oratore, il capo-fondatore dell'organizzazione Walker. Poco dopo Gonzales viene ucciso da alcuni fanatici seguaci di Walker. Fra di loro c'è James, che matura un sincero pentimento per il male commesso e denuncia se stesso e i suoi amici. I suoi avvocati difensori, Preston e la nipote, famosi per le loro lotte per le libertà civili, però, non si accontentano di aver assicurato alla giustizia gli esecutori materiali dell'uccisione di Gonzales, ma chiamano in giudizio Walker con l'accusa di essere il mandante dell'ignobile azione.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film affronta un problema cruciale per ogni democrazia e cioè se si debbano porre dei limiti alla libertà di parola, qualora questa si esprima attraverso un aperto incitamento alla violenza razzista. E ancora se si debbano considerare i teorici e predicatori dell'odio razziale come responsabili delle azioni violente compiute dai loro seguaci. Gli avvocati Preston la pensano così e per questo si impegnano per inchiodare Walker alle sue colpe di instillatore in suggestionabili e deboli menti giovanili del temibile germe dell'intolleranza.

Per i due legali liberal, sostenitori dei diritti civili anche per chi non la pensa come loro, l'azione legale contro Walker comporta un difficile dilemma di coscienza e coerenza, che nemmeno la soddisfazione per il successo nella causa intentata contro il leader razzista riesce a sciogliere in modo definitivo (i dubbi dell'avvocato Preston chiudono significativamente il film).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Esempio tipico di cinema politico americano ne conferma le caratteristiche di vigore narrativo e di efficacia e chiarezza comunicativa, con quel tanto di schematismo didascalico che sempre caratterizza questo tipo di proposte. Personaggi e situazioni si trovano cioè ad essere un po' bloccati sull'esemplarità che devono rappresentare, a scapito delle sfumature e delle ambiguità (la divisione tra buoni e cattivi è netta e i personaggi sono ridotti a simboli stereotipati di ideologie e principi).

Nonostante questi limiti Defenders riesce a farci appassionare alla vicenda processuale, condotta con ritmo agile ed incalzante e con un'attenta calibratura delle posizioni che si fronteggiano. La stessa tesi enunciata (la punibilità dei mandanti morali al pari degli esecutori) per quanto argomentata in modo convincente, non dissolve comunque del tutto i dubbi sulla sua congruità con il diritto alla libertà di parola sancito dalla Costituzione americana. Il film lascia, insomma, meritoriamente aperto uno spiraglio alla problematicità di una questione complessa e delicata.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia    Le organizzazioni razziste negli USA.

Diritto    Il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America.