I Love You, I Love You Not

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Billy Hopkins

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Wendy Kesselman dal suo lavoro teatrale

FOTOGRAFIA

Maryse Alberti (colori)

MUSICA

Gil Goldstein

MONTAGGIO

Paul Karasik, Jim Clark

INTERPRETI

Jeanne Moreau, Claire Danes, Jude Law

PRODUZIONE

Joe Caracciolo jr., John Fiedler, Mark Tarlov per Polar Ent./Die Hauskunst & Rimb/Chrisalys Films Int./Canal Plus/Filmstiftung North Rhine Westfalia

DURATA

90'

ORIGINE

Francia/Germania/Gran Bratagna/Stati Uniti, 1997

REPERIBILITA'

Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Dopo l'Olocausto

Antisemitismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Marguerite è una giovane di origini ebraiche che trascorre la sua esistenza tra la scuola, le letture e la fine settimana dalla nonna Nana, con la quale ha una profonda intesa. Nana rievoca spesso con la nipote la sua giovinezza segnata dalla persecuzione antiebraica e raccoglie le confidenze della ragazza legate al legame sentimentale che sta vivendo con il compagno di classe Ethan. Quest'ultimo è fortemente attratto da Marguerite, ma stenta a comprendere la sua indole malinconica e alla fine la lascia. Marguerite inizialmente non si dà pace, convinta che la sua identità ebraica sia all'origine dell'abbandono di Ethan, ma successivamente, aiutata dalla nonna, supera la crisi e riacquista la gioia di vivere.

 

TRACCIA TEMATICA

Marguerite è un'adolescente sensibile e fragile che vive un rapporto irrisolto con la propria identità ebraica. Da una parte soffre di una specie di complesso della diversità, che accentua la sua natura introversa e solitaria, dall'altra cerca di coltivare il legame con le proprie origini attraverso una forte identificazione con la drammatica giovinezza della nonna deportata in un lager (alla quale, mentre ascolta i suoi lontani ricordi, assegna il proprio volto). La città e la scuola diventano lo spazio di una sostanziale condizione di disagio (accentuata dai crudeli scherzi dei compagni), mentre la campagna e la nonna assumono il ruolo di un rifugio in cui prolungare l'infanzia sentendosi protetta dalle insidie del mondo (la sostanziale assenza dei genitori fa venir meno un riferimento che potrebbe operare una mediazione fra passato e presente).

Solo quando riesce a ricomporre questa frattura, riconciliandosi definitivamente con le proprie radici ebraiche (l'abbraccio con la nonna giovane-se stessa) e accettando la propria diversità, Marguerite realizza un decisivo passaggio nel suo personale percorso di maturazione. Il pianto per l'abbandono di Ethan (ragazzo fatuo e indegno di lei) assume il significato di un dolore transitorio e purificatore, che lascia giustamente il posto all'immagine finale del suo sorriso.

 

VALUTAZIONE CRITICA

I Love You, I Love You Not punta tutto sulla sovrapposizione di differenti livelli temporali che si intrecciano nella figura della protagonista, sia fisicamente (Marguerite-Nana da giovane sono la stessa persona, l'abitazione dell'amica della nonna è la stessa di Ethan), sia interiormente (la dimensione allucinatoria con cui Marguerite rivive la tragica esperienza della nonna), a scapito dell'approfondimento dei risvolti emotivi e psicologici della vicenda.

Ne consegue una sensazione di superficialità, che si connette proprio al modo con cui si sviluppa questa dialettica passato-presente, che non riesce a dar conto in modo completamente convincente del conflitto identitario vissuto da Marguerite (di cui sfuggono le motivazioni più profonde). I flashback che ci proiettano negli anni dell'Olocausto, che per altro risultano afflitti da un compiaciuto manierismo (il leggero effetto flou della fotografia e l'uso del rallentatore) e da un simbolismo mal padroneggiato (la visione dell'angelo della morte), rimangono sempre piuttosto isolati dal resto del racconto e non si integrano a sufficienza con esso.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     A) L'antisemitismo in Europa.

               B) Lo sterminio degli ebrei nel Terzo Reich.

               C) Vita e morte nei lager nazisti.