Gott mit uns (Dio è con noi)

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Giuliano Montaldo

SOGGETTO

Andrea Barbato

SCENEGGIATURA

Lucio Manlio Battistrada, Ottavio Jemma, Giuliano Montaldo

FOTOGRAFIA

Silvano Ippoliti (colore)

MUSICA

Ennio Morricone

MONTAGGIO

Franco Fraticelli

INTERPRETI

Franco Nero, Larry Aubrey, Richard Johnson, Helmut Schneider

PRODUZIONE

Silvio Clementelli per Clesi Cin.Ca (Roma) /Jadran Film (Zagabria)

DURATA

123'

ORIGINE

Italia, 1969

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Antimilitarismo, pacifismo/Uomo e Società

 

TRAMA

Maggio, 1945. L'esercito tedesco è ovunque in rotta incalzato dalle truppe alleate. Due disertori tedeschi, Bruno Grauber e Reyner Schultze, allo stremo delle forze ed affamati, trovano ospitalità presso la cucina di un campo di prigionia in Olanda che accoglie migliaia di loro commilitoni arresisi agli anglo-americani. Il campo è comandato dal capitano canadese Trudeau, che deve fronteggiare la rigida mentalità militarista del maggiore tedesco Von Bleicher, intenzionato ad improntare la detenzione dei soldati tedeschi a rigide regole di disciplina. Quando il maggiore Von Bleicher viene a sapere che due disertori tedeschi si nascondono nel campo, ne rivendica la consegna e, dopo un sommario processo nel quale vengono condannati a morte, chiede che siano consegnate temporaneamente ai suoi soldati le armi per procedere alla fucilazione. Il capitano Trudeau in un primo momento si rifiuta di accondiscendere a simile richiesta, ma successivamente, condizionato dalle pressioni del generale da cui dipende, cambia idea e concede il permesso di eseguire la sentenza. Il film racconta una storia vera: la fucilazione dei due disertori è avvenuta il 13 maggio 1945, qualche giorno dopo la fine della guerra. Il titolo fa riferimento al motto delle SS.

 

TRACCIA TEMATICA

La denuncia antimilitarista del film è lucida e penetrante: nonostante il nazismo sia stato sconfitto, il militarismo, inteso come assoluta e acritica sottomissione ad astratte regole di obbedienza e disciplina, sopravvive, essendo esso trasversale ad ogni esercito e Stato e quindi comune a vincitori e vinti. Il maggiore tedesco Von Bleicher e il generale canadese Snow si riconoscono nella medesima concezione autoreferenziale dell'istituzione militare: non uno strumento democraticamente legittimato e quindi subordinato ai principi che un popolo e una nazione si dà, ma un'entità astorica e apolitica, completamente svincolata da ogni controllo e limite (Democrazia, umanitarismo e tolleranza sono belle cose, dice il generale Snow, ma le gerarchie militari stanno al di sopra di esse e non ne deve tenere conto, e il maggiore Von Bleicher accusato dal capitano Trudeau di essere stato al servizio di Hitler risponde L'esercito non ha nulla a che fare con la politica). Una concezione incentrata sul dovere supremo del militare di obbedire sempre e comunque, fosse anche al servizio di cause folli e criminali come quella del nazismo.

In fondo anche il capitano Trudeau, messo alle strette dal suo superiore e sedotto dalla promozione, assume la stessa logica ed abbandona per sempre ogni scrupolo umanitario. Nel suo contrapporsi alle pretese del maggiore tedesco non c'è, del resto, un'autentica opposizione al rigore disciplinare che questi vorrebbe continuare ad imporre ai suoi subalterni ed allo sfoggio di capacità organizzativa ostentato a parziale risarcimento della sconfitta, ma solo l'arroganza del vincitore nei confronti del vinto e il desiderio di umiliarlo (il rifiuto a conferire con il generale che in seguito si uccide e della partita di calcio perché una sfida c'è già stata e abbiamo vinto noi).

Trudeau e Von Bleicher, insomma, sono opposti e speculari, entrambi espressione della stessa mentalità (e questo nonostante la volontà del primo di differenziarsi in modo netto: al soldato canadese che vorrebbe dare i tedeschi in pasto ai cani famelici dice noi certe cose non le facciamo), perché il militarismo (che, non va dimenticato, è stato una componente fondamentale e indispensabile del nazismo, come di ogni regime autoritario e totalitario) è sempre uguale a se stesso.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film cerca, con incisivi risultati, di accompagnare l'aspetto di agghiacciante incubo della storia che ci racconta con la creazione di un'atmosfera plumbea e oppressiva, che viene espressa con efficacia tramite l'organizzazione di uno spazio claustrofobico come quello del campo di prigionia (ex-lager nazista, e questo è certamente un particolare significativo di una precisa continuità con il passato), immerso nel fango e spesso nel buio notturno, con un sottofondo ossessionante fatto di pioggia e del rombo continuo degli aerei. Di grande impatto nella loro inquietante valenza simbolica le sequenze del processo ai due disertori, nelle quali gli ufficiali tedeschi della corte, illuminati dalla fioca luce della candela, sembrano dei fantasmi del nazismo riaffioranti da un passato che dovrebbe essere definitivamente sepolto. A questo universo regressivo e folle si contrappone il richiamo (inascoltato) della ragione, del buon senso e della voglia di ricominciare a vivere in un mondo pacificato, ben rappresentato dalla bella ragazza che offre al capitano canadese un mazzo di fiori (che il pacifismo sia connaturato alla specificità femminile?)

Se l'accoppiata delle sventurate vittime del delirio militarista risulta piuttosto stereotipata nel riproporre lo scontato dualismo fra il forte e sfrontato (Bruno) e il debole e fragile (Schultze), di buon livello, invece, il dipanarsi del confronto-scontro fra Trudeau e Von Bleicher, dal quale trapela, aldilà di una scontata avversione reciproca, una sostanziale ammirazione per le doti militari che l'uno intravede nell'altro.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          La Seconda Guerra Mondiale.

Diritto         Il codice militare di guerra.