Le fate ignoranti
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Ferzan Ozpetek, Gianni Romoli |
FOTOGRAFIA |
Pasquale Mari (colori) |
MUSICA |
Andrea Guerra |
MONTAGGIO |
Patrizio Maroni |
INTERPRETI |
Margherita Buy, Stafano Accorsi, Gabriel Garko, Erika Blanc |
PRODUZIONE |
Tilde Corsi, Gianni Romoli, per R&C Produzioni/Les Films Balenciaga |
DURATA |
106’ |
ORIGINE |
Italia-Francia, 2001 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Omosessualità/Diversità/Individuo e Società |
TRAMA
Massimo e Antonia sembrano una coppia felice. Quando Massimo muore in un incidente stradale, Antonia scopre che il marito intratteneva da anni una relazione sentimentale con Michele. Questi vive in una specie di comune gay, con la quale Antonia entra in contatto diventandone parte.
Antonia scopre, e noi con lei, una dimensione esistenziale e morale che le era totalmente estranea: quella di una specie di comunità allargata omosessuale. In un primo momento il suo orizzonte mentale perbenista di borghese agiata ne risulta turbato e fatica ad accettare lo stile di vita con cui è entrata in contatto, ma con il tempo finisce per esserne coinvolta apprezzandone lo spessore umano e la simpatica trasgressività.
Un microcosmo unito da uno spirito di fraterna solidarietà, in grado di proteggere i propri membri dalle insidie del mondo esterno, che meno si conosce e si frequenta e meglio è (non a caso Massimo muore travolto da una macchina). Le fate ignoranti ci consegna così un messaggio chiaro e immediato: i gay sono meglio dei cosiddetti normali, perché sanno vivere in modo più felice e sereno (la contrapposizione fra la bella, ma asettica e fredda, dimora di Antonio e Massimo e la colorata e caotica casa di Michele e compagnia è emblematica in questo senso). I fotogrammi che chiudono il film propongono alcune immagini del Gay-Pride tenutosi a Roma nel 2001: comunicano tutta la gioia di una condizione omosessuale vissuta con orgoglio e senza complessi e paure.
Più complesso e problematico il rapporto fra Antonia e Michele, denso com’è di implicazioni e complicazioni. In esso attrazione e rifiuto si mescolano per sfociare in un finale aperto e interlocutorio, che lascia spazio a possibili sviluppi.
Il film di Ozpetek propone tre piani narrativi distinti e contigui. Quello iniziale, che potremmo definire come una specie di giallo, incentrato sul tentativo di Antonia di far luce sulla doppia vita del marito. Avvolto in un intrigante alone di mistero e ben scandito tramite una saggia progressione, risulta la parte migliore della pellicola. Quello dedicato alla varia umanità che popola l’appartamento di Michele, tutto giocato sulla complice armonia che regna fra questi stravaganti gay che vivono con allegria e senza inibizione la loro identità omosessuale. Certamente godibile dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, pecca forse di una certa compiaciuta intenzione di voler renderli simpatici e farli piacere a tutti i costi, di voler dimostrare quanto la diversità possa essere migliore della normalità. Infine quello dedicato al rapporto tra Antonia e Michele, di sicuro la dimensione del racconto più difficile da sviluppare e infatti è proprio su questo versante che Le fate ignoranti mostra una certa difficoltà, non riuscendo a tratteggiare con la necessaria credibilità psicologica questa storia di quasi-amore.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) Le persecuzioni degli omosessuali nel corso dei secoli e oggi
B) Il Gay-Pride e le lotte degli omosessuali per i loro diritti