Zulu
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Cy Endfield |
SOGGETTO |
John Prebble |
SCENEGGIATURA |
John Prebble, Cy Endfield |
FOTOGRAFIA |
Stephen Dade (colori) |
MUSICA |
John Barry |
MONTAGGIO |
John Jympson |
INTERPRETI |
Stanley Baker, Michael Caine, Jack Hawkins, Ulla Jacobson |
PRODUZIONE |
Diamone Films |
DURATA |
130’ |
ORIGINE |
Gran Bretagna, 1963 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Colonialismo, imperialismo, paesi extraeuropei Ottocento/Cinema e Storia
Inghilterra, Impero Britannico Ottocento/Cinema e Storia |
TRAMA
1879, Natal, provincia del Sudafrica. Il missionario Otto Witt e sua figlia si rifugiano in un presidio dell’esercito britannico per sfuggire alla rivolta degli indigeni zulu. Quest’ultimi attaccano in forze anche il piccolo presidio, ma i soldati inglesi lo difendono con molte vittime e molto valore, tanto che alla fine gli zulu rinunciano a conquistare il fortilizio riconoscendo l’eroismo degli assediati.
Zulu ricostruisce un
fatto realmente accaduto, che destò all’epoca un certo clamore rappresentando un
momento di grave crisi del dominio britannico nell’Africa meridionale, come fu
la grande rivolta degli zulu (un gruppo bantu), scoppiata proprio all’apogeo del
colonialismo inglese (e più in generale europeo). Come spesso accade (o
meglio accadeva prima degli anni Settanta) nella cinematografia d’argomento
storico un episodio negativo viene trasfigurato in un alone circonfuso di
glorioso eroismo, quando a produrre il film è la parte che ha subito lo
smacco.
Zulu diventa così l’epica esaltazione della impavida combattività
mostrata da un manipolo di valorosi soldati britannici che non si
lasciano intimidire dalla grande superiorità di forze del nemico, riscattando la
patria da una sconfitta.
Va, però, sottolineato come il film introduca due elementi che si discostano in
parte da questo programmatico nazionalismo. Da una parte l’enfasi è attenuata
dalla sottolineatura della dimensione umana dei soldati, più eroi per
caso che per scelta (l’istinto di sopravvivenza sembra sopravanzare ogni altra
motivazione ideale) e dall’altra emerge un evidente rispetto per gli zulu
(molto suggestiva la danza propiziatoria che apre il film), visti non come
barbari incivili, ma come un popolo fiero e combattivo, geloso della propria
indipendenza e capace di ammirare il valore altrui
La forte dimensione spettacolare di Zulu è indiscutibile. Il grande dispiegamento di mezzi e l’esotismo legato a coreografici riti tribali e ad un paesaggio di grande suggestione scenografica incidono con grande efficacia nella fantasia e si imprimono in profondità nello sguardo (e questo a dispetto dei tanti anni ormai trascorsi dall’uscita della pellicola).
L’efficacia del film va anche ricercata nell’impianto narrativo che ripropone il classicissimo tema dell’assedio (consolidatissimo dall’Iliade in poi), con tonalità di suspense che quasi sconfinano nel thriller e che catturano l’attenzione dello spettatore che rimane attanagliato dall’appassionante incalzare degli eventi per più di due ore.
Zulu certo non è una lezione di storia sul colonialismo ottocentesco inglese, ma è certamente una lezione di buon cinema d’azione e avventura, quello che si faceva una volta e che oggi spesso risulta soffocato da troppi effetti speciali.
Storia A) Il colonialismo europeo in Africa
B) La rivolta degli zulu
C) La Gran Bretagna nell’Ottocento
D) Il Sudafrica dall’Apertheid alla libertà
Geografia Il Sudafrica