Daniel
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Sidney Lumet |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Edgar L. Doctorow dal suo romanzo The Book of Daniel |
FOTOGRAFIA |
Andrzej Bartkowiak (colori) |
MONTAGGIO |
Peter C. Frank |
INTERPRETI |
Timothy Hutton, Mandy Patinkin, Lindsay Crouse, Edward Asner, Ellen Barkin |
PRODUZIONE |
Burt Harris per World Film Services-John Heymanproduction |
DURATA |
129’ |
ORIGINE |
Stati Uniti, 1983 |
REPERIBILITA' |
Homevideo-Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Guerra fredda, terrore nucleare, maccartismo Novecento-Cinema e Storia |
TRAMA
TRACCIA TEMATICA
Negli Stati Uniti della fine degli anni Quaranta e inizio anni Cinquanta si scatena il cosiddetto maccartismo. I coniugi Rosenberg, comunisti di origine ebraica che si erano conosciuti all’università prima della seconda guerra mondiale, vengono assunti come capri espiatori del trauma provocato nell’opinione pubblica americana dalla notizia che anche l’Unione Sovietica è venuta in possesso della bomba atomica. Occorreva dare una spiegazione al fatto che il nemico, ritenuto tecnologicamente inferiore, si fosse dotato dell’ordigno nucleare annullando la superiorità militare degli Stati Uniti e essa fu trovata, nel clima ossessivo della caccia alle streghe, nell’attività spionistica di agenti infiltrati nella società americana. I Rosenberg, per le loro idee politiche e per il loro impegno attivo a favore dei diritti civili di neri ed emarginati, si prestavano alla perfezione a questo scopo.
Vent’anni dopo, il figlio Daniel cerca di superare il profondo trauma che sulla sua vita ha prodotto la perdita dei genitori rievocando i momenti più significativi della sua infanzia dominata dal dramma che si è abbattuto sulla sua famiglia. Nonostante i pochi testimoni ancora viventi appaiano reticenti, se non ostili, e la ricomposizione dei pezzi dispersi di memoria risulti spesso dolorosa, Daniel alla fine riesce a riconciliarsi con il proprio passato e ad affidare in chiusura al pubblico un messaggio di pace e tolleranza.
VALUTAZIONE CRITICA
La struttura del film appare piuttosto complessa, affidandosi lo svolgimento narrativo ad una scomposizione temporale che contraddicendo la linearità cronologica ricorre ad una specie di percorso interiore della memoria del protagonista Daniel. Un sofferto presente (segnato dai conflitti presenti nella famiglia d’adozione e dal tormentato rapporto con la sorella) si intreccia con la memoria di un passato doloroso e irrisolto. Ne deriva un alternarsi di piani temporali che tende a complicare la percezione dello spettatore, che rischia il disorientamento di fronte ad una discontinuità narrativa che appesantisce l’andamento del film.
Forse si sono volute inseguire troppe sollecitazioni tematiche, svariando dal dramma familiare alla condanna della barbarie della pena di morte, dal clima della contestazione giovanile degli anni Settanta a quello della caccia alle streghe degli anni Cinquanta, dalla ricostruzione storico-sociale all’indagine dai toni giallistico-processuale.
Rimane all’attivo della pellicola l’appassionata e sdegnata condanna morale e politica di un’ingiustizia su cui all’epoca del film (gli anni Ottanta) vigeva ancora negli Stati Uniti una sostanziale rimozione.
Storia a) La guerra fredda
b) Il maccartismo
c) Il processo ai coniugi Rosenberg