Bobby
ITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Emilio Estevez |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Emilio Estevez |
FOTOGRAFIA |
Michael Barrett (colori) |
MONTAGGIO |
Richard Chew |
MUSICA |
Mark Isham |
INTERPRETI |
Anthony Hopkins, Harry Bellafonte, Laurence Fishburne, Lindsay Lohan, Elijah Wood, Sharon Stone, William H. Macy, Heather Graham, Demi Moore, Emilio Estevez, Martin Sheen, Helen Hunt |
PRODUZIONE |
Edward Bass, Emilio Estevez, Lisa Niedenthal, Athena Stensland per Bold |
DURATA |
114’ |
ORIGINE |
Stati Uniti, 2006 |
REPERIBILITA' |
Homevideo-Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
For President Novecento/Cinema e storia |
4 giugno 1968. All’hotel Ambassador di Los Angeles si svolge la festa per il candidato democratico alla Casa Bianca Bob Kennedy, che alla fine della giornata sarà ucciso in un attentato.
Nonostante il titolo, Bobby non è un film biografico su Robert Kennedy e nemmeno una ricostruzione del suo omicidio. La presenza del candidato presidente è evocata sullo sfondo ed insieme ai filmati originali d’epoca serve a creare un preciso contesto storico-sociale su cui collocare i percorsi esistenziali e morali dei 22 personaggi che intrecciano le loro vicende all’hotel Ambassador. Le tante storie individuali si unificano nella carismatica figura del leader politico che insieme al fratello John (assassinato cinque anni prima ) ha incarnato più di ogni altro le speranze di cambiamento degli anni Sessanta. Le delusioni e le frustrazioni personali sembrano trovare un risarcimento nell’investimento collettivo nell’elezione di Kennedy a Presidente degli Stati Uniti.
Le parole di Kennedy, che riecheggiano alla fine del film, quando tutto si è ormai compiuto, costituiscono una specie di testamento politico e morale che si innalza al di sopra delle piccole esistenze individuali che possono trovare in esse un forte riferimento identitario ed unificante.
Bobby è un tipico e riuscito esempio di film corale. Il suo merito principale va ricercato nella capacità registica di dare equilibrio e fluidità narrativa alla molteplicità di storie individuali e di personaggi che si accavallano e si mescolano, alternando pure con discrezione e felice scelta di tempo alla finzione immagini reali che richiamano lo spettatore a ciò che avviene al di fuori dell’hotel Ambassador.
Infine il regista riesce ad esprimere la propria affettuosa ammirazione per la figura di Robert Kennedy senza enfasi e retorica, mantenendosi su toni contenuti e discreti.
Storia a) Gli Stati Uniti negli anni Sessanta
b) I Kennedy
c) Il 68 nel mondo e negli USA