La papessa
TITOLO ORIGINALE |
Die Papstin |
REGIA |
Sonke Wortmann |
SOGGETTO |
Dal romanzo omonimo di Donna Woolfolk Cross |
SCENEGGIATURA |
Sonke Wortmann, Heinrich Hadding |
FOTOGRAFIA |
Tom Fahrmann (colori) |
MONTAGGIO |
Hans Funck |
MUSICA |
Marcel Barsotti |
INTERPRETI |
Johanna Wokalek, David Wenham, John Goodman |
PRODUZIONE |
Constantin Film, Ard Degeto Film, Dune Films, Ikiru Films, Medusa Film, Ufa International Film & TV production GMBH, Universum Film (Ufa) |
DURATA |
148’ |
ORIGINE |
Germania- Italia- Spagna, 2009 |
REPERIBILITA' |
Homevideo-Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Chiesa- Religione Medioevo/Cinema e Storia |
Germania, 814 D.C.. Figlia del prete di uno sperduto villaggio della foresta germanica, Johanna impara a leggere e scrivere contro la volontà paterna. Acuta e intelligente frequenta la scuola vescovile. Fuggita alla razzia distruttrice dei Normanni, prima entra in convento spacciandosi per maschio e successivamente si trasferisce a Roma nascondendo sempre la propria identità femminile. Qui verrà eletta Papa dal popolo romano.
Che sia veramente esistita una donna Papa non è affatto confermato dalla storiografia ed al momento attuale la figura della Papessa Giovanna appartiene più alla leggenda che non alla realtà. L’epilogo stesso del film ci offre un’ipotesi di nascondimento della verità (del tutto fantasioso) in sintonia con il contesto dell’altomedioevo che fa da sfondo alla vicenda: tale risultava all’epoca lo scandalo di un pontefice donna che le autorità della Chiesa si affrettarono ad insabbiare tutto.
Il film si fa portatore di una rivisitazione della leggenda in chiave femminista, facendo della giovane protagonista un’eroina dell’emancipazione femminile in un’età estremamente penalizzante per le donne, considerate esseri impuri ed inferiori, indegni di ricevere un’ istruzione e destinate ad un ruolo di totale sottomissione all’uomo (una visione maschilista e patriarcale ampiamente condivisa dalla Chiesa cristiana medioevale, simboleggiata dal prete del villaggio).
La simulazione di Giovanna assume, così, il senso di una rivolta (evidentemente anacronistica per quei secoli) contro un ordine ingiusto oltre che una modalità di sopravvivenza in un mondo ostile (la pellicola delinea con efficacia i contorni di un’età dominata dalla violenza e dalla sopraffazione)
Pur seguendo la moda di riproporre il passato lontano improntandolo ai canoni interpretativi del nostro tempo, quindi operando un’inevitabile forzatura (pensiamo ad un film come “Agorà” uscito quasi in contemporanea con “La Papessa”) e privilegiando oltremodo la dimensione romanzesca e sentimentale, il film di Wortmann riesce a comunicare un’idea piuttosto vicina alla realtà storico-antropologica dell’Altomedioevo con quel corredo di oscurantismo, violenza e miseria materiale e morale che lo caratterizzava (intensa, in questo senso la prima parte ambientata nel villaggio natale di Giovanna) e a suo modo verosimile risulta anche la ricostruzione della corte papale di Roma , non tanto per la narrazione di fatti privi di ogni serio supporto storiografico, quanto per la credibilità con cui rievoca la cupa atmosfera di intrigo e sotterfugio in essa dominante.
Storia a) L’Altomedioevo in Europa
b) Il papato e la Chiesa nell’Altomedioevo
Inglese Il romanzo omonimo di Donna Woolfolk Cross