Scusa ma ti chiamo amore

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Federico Moccia

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Federico Moccia

SCENEGGIATURA

Federico Moccia

FOTOGRAFIA

Marcello Montarsi (colori)

MONTAGGIO

Patrizio Marone

MUSICA

Claudio Guidetti

INTERPRETI

Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Cecilia Dazzi, Pino Quartullo

PRODUZIONE

Vittorio Cecchi Gori, Rita Rusic per New Fair/Medusa

DURATA

110’

ORIGINE

Italia, 2008

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Primi amori

L’amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

Donne in amore

La condizione femminile/Uomo e Società

 

TRAMA

Niki, una ragazza diciottenne, incontra casualmente Alex, un affermato e ricco professionista di trentasette anni, e se ne innamora. Alex, ancora innamorato della sua excompagna, per quanto attratto da Niki, non sembra intenzionato ad avere con lei una relazione.

  

TRACCIA TEMATICA

 Lo scarto d’età tra uomo e donna costituisce ancor oggi (quando sembrerebbe che ormai tutti i tabù, o quasi, siano ormai caduti) un ostacolo non da poco al rapporto d’amore. Convenzioni radicate e moralismi consolidati negano legittimità a queste unioni (ancor più, a dire il vero, quando è la donna ad essere più avanti con gli anni). Insieme alla distanza di condizione sociale o alla presenza di legami precedenti, è questa una situazione sentimentale che immette in una dimensione melodrammatica. “Scusa ma ti chiamo amore” si tiene a debita distanza da ogni precipitazione drammatica, esplorando, invece, il retroterra sociale ed esistenziale dei protagonisti. Il mondo degli adulti non ne esce certo meglio di quello adolescenziale (anzi!). Amore impossibile, dunque? Neanche per idea. Il lieto fine sembra cancellare in un attimo tutta una tradizione di secolari pregiudizi e perplessità. Ottimismo esagerato. Chissà?!

 

VALUTAZIONE CRITICA

 Federico Moccia è senza dubbio il fenomeno letterario degli ultimi anni. Autore di romanzi di grande successo (“Tre metri sopra il cielo”, “Ho voglia di te”, puntualmente trasportati sullo schermo), questa volta si è voluto cimentare per la prima volta dietro la macchina da presa, assumendo in prima persona la regia di un altro suo racconto, ispirato come i  precedenti  al mondo giovanile contemporaneo ed alle sue pene d’amore. Mimesi nei confronti del linguaggio gergale degli adolescenti, adesione ai loro orizzonti esistenziali (o presunti tali), approssimazione nella tipologia comportamentale e nei riferimenti sociologici e, soprattutto, tanta superficialità costituiscono gli ingredienti della sua narrativa e di conseguenza anche del suo Cinema. “La gente ama le cose semplici”, dice ad un certo punto il pubblicitario Alex e questa semplicità (o meglio semplificazione) sembra essere la formula vincente del film di Moccia, abile nell’offrire ad un pubblico (specie giovanile, ma non solo) ciò che esso desidera.    

  

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Italiano                                   a) I romanzi di Federico Moccia

                                                 b) La comunicazione pubblicitaria