Un giorno perfetto

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Ferzan Ozpetek

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Melania Mazzucco

SCENEGGIATURA

Ferzan Ozpetek, Sandro Petraglia

FOTOGRAFIA

Fabio Zamarion (colori)

MONTAGGIO

Patrizio Marone

MUSICA

Andrea Guerra

INTERPRETI

Valerio Mastrandea, Isabella Ferrari, Stafania Sandrelli, Monica Guerritore

PRODUZIONE

Domenico Procacci per Fandango in collaborazione con Rai Cinema

DURATA

102’

ORIGINE

Italia, 2008

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Umiliate e offese

La condizione femminile/Uomo e Società

 

Genitori e figli

La famiglia/La condizione giovanile e adolescenziale/Uomo e Società

 

TRAMA

 Antonio, agente di scorta di un onorevole, non ha mai accettato la separazione dalla moglie. Dopo un ultimo disperato e inutile tentativo di riappacificazione, nel corso del quale riaffiora la sua natura violenta, sequestra i due figli affidati alla moglie. 

  

TRACCIA TEMATICA

 Un giorno perfetto è ovviamente il titolo ironico di un film che narra una tragedia assai simile a quelle che le cronache giornalistiche ci raccontano da anni. Nell’arco di 24 ore si compie la parabola (auto)distruttiva  di un uomo qualunque, uno dei tanti,  che  riversa in follia omicida contro i figli e contro se stesso la propria incapacità ad accettare il fallimento di un’unione, vissuta all’insegna di una  patologica possessività disseminata di scenate e violenze. Si tratta di una vicenda esemplare, manifestazione di una diffusa difficoltà a superare una radicata concezione patriarcale e proprietaria della famiglia e del rapporto di coppia, che affonda le proprie radici in un’ antropologia arcaica, che la modernità non è riuscita ancora scalfire.

La moglie Emma riesce a trovare nel rapporto con Mara (coinvolta in un rapporto sentimentale travagliato)  una momentanea fuoriuscita dalla solitudine e un  senso di reciproca solidale comprensione.

E’ in crisi anche il matrimonio dell’onorevole Fioravanti, esemplare di politicante intrallazzone e cinico. Il tenero amore di suo figlio Aris, che rifiuta i privilegi che la sua condizione sociale potrebbe garantirgli, verso la moglie di suo padre sembra immettere nella cupa atmosfera del racconto uno squarcio di speranza in un recupero di una dimensione sentimentale ed umana più autentica.   

 

VALUTAZIONE CRITICA

 Non tutto nel film funziona. Se la vicenda centrale è tenuta bene in piedi tanto da riuscire a coinvolgere lo spettatore, lo si deve soprattutto alle convincenti interpretazioni di Mastrandea e della Ferrari, che sono entrati con  decisa immedesimazione nei ruoli, come anche alla buona calibratura con cui la regia riesce a distendere nel tempo di una giornata la tragedia che viene consumata. Deludente, invece, risulta il resto, dove la sceneggiatura si fa prendere la mano dall’esigenza di ficcare per forza nel corpo della storia un eccessivo numero di personaggi secondari che mal si inseriscono nell’economia drammatica, determinando un’ attenuazione, se non una dispersione, di quella tensione compressa e centellinata che costituisce la qualità migliore del film. In particolare sembra stonare la parte dedicata ai travagli politici e amorosi della famiglia dell’onorevole, inserimento tipico di tanto cinema italiano che non riesce a resistere alla tentazione di ingolfare la trama di riferimenti all’attualità nazionale (in questo caso il malaffare dei politici e la difficoltà di rapporti genitori-figli, ma anche il lavoro precario e le raccomandazioni all’università).   

 

 RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Diritto                                               La legislazione italiana relativa all’affidamento dei figli in caso di separazione dei coniugi