Che mi dici di Willy?
TITOLO ORIGINALE | Longtime Companion |
REGIA | Norman René |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Graig Lucas |
FOTOGRAFIA | Tony Jannelli (colori) |
MUSICA | Greg DeBelles |
MONTAGGIO | Katherine Wenning |
INTERPRETI | Stephen Caffrey, Patrick Cassidy, Brian Cousins, Bruce Davison |
PRODUZIONE | Lydia Dean Pilcher per Companion Productions, Inc. |
DURATA | 96' |
ORIGINE | USA, 1990 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | La diversità omosessuale Omosessualità/Diversità/Uomo e Società |
TRAMA
Primi anni ottanta: proprio poco tempo dopo che Willy e Fuzzy si sono messi insieme il New York Times pubblica un articolo che parla di una nuova tremenda malattia che sta mietendo vittime specie tra gli omosessuali, l'aids. Un anno dopo il migliore amico di Willy, John, si ammala e muore. Fine anni ottanta: tanti scrittori, attori, professionisti omosessuali sono morti di aids, si tratta ormai di una vera e propria epidemia. Al sopravvissuto Willy non resta che vedere scomparire quasi tutti i suoi amici e aspettare con ansia e rassegnazione il suo momento.TRACCIA TEMATICA
L'aids è una tragedia che si abbatte su un'intera generazione di omosessuali, proprio negli anni in cui essi cominciano a far valere i propri diritti, affermando senza complessi e vergogne la loro identità. L'ambiente considerato è quello colto e relativamente agiato di una media borghesia intellettuale che più di altri soggetti ha avuto a disposizione gli strumenti e la consapevolezza per uscire dalla clandestinità.
Il film è incentrato sulla terribile progressione della malattia che inesorabilmente colpisce quasi tutti i protagonisti, insinuando nella comunità gay una specie di rassegnata e dolorosa psicosi da attesa dell'ineluttabile.
Che mi dici di Willy? è schierato dalla parte degli omosessuali di cui condivide il dramma con commossa partecipazione.
VALUTAZIONE CRITICA
Film non eccezionale, Che mi dici di Willy? ha certamente il merito di parlare della tragedia dell'aids e della condizione degli omosessuali senza morbosità o pietistica commiserazione, o peggio con sottintesi di condanna (del tipo se la sono voluta peggio per loro!), ma con sincera adesione e solidarietà nei confronti del loro doloroso destino.
Il regista René, forse consapevole del pericolo di uniformità narrativa che incombe sulla storia (dopo la fase iniziale tutto diventa tremendamente prevedibile), cerca di vivacizzare la pellicola inserendo qualche momento sorridente che spezza la plumbea atmosfera dominante e inventandosi un fantasioso finale strappalacrime, forse un po' fuori luogo in un film sino a quel momento condotto su un piano di un' anonima e un po' incolore, ma dignitosa e efficace, aderenza alla realtà.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Scienze
L'aids: origini e caratteristiche di una patologia.