Dichiarazioni d'amore
TITOLO ORIGINALE | Idem |
REGIA | Pupi Avati |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Pupi Avati |
FOTOGRAFIA | Cesare Bastelli (colori) |
MONTAGGIO | Amedeo Salfa |
MUSICA | Stefano Caprioli |
INTERPRETI | Alessio Modica, Angiola Baggi, Valeria Fabrizi, Delia Boccardo, Carlo Delle Piane |
PRODUZIONE | Antonio Avati e Aurelio De Laurentiis per Duea Film/Filmauro |
DURATA | 90' |
ORIGINE | Italia, 1994 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Biennio-Triennio |
PERCORSI | Come eravamo Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Bologna, 1948. Dado Ansaloni è un quindicenne timido e impacciato, frequenta la prima liceo scientifico e ha i primi turbamenti d'amore. Intorno a lui si muovono gli amici, i familiari e i vicini di casa. Tra canzoni della radio, baruffe di condominio e passioni politiche la vita fluisce piuttosto tranquilla. A questi scenari del passato si intreccia l'amara vicenda odierna di Sandra, la giovane di cui Dado era innamorato quarant'anni prima, attesa da un tragico destino.TRACCIA TEMATICA
Dichiarazioni d'amore (il titolo è ambivalente: si riferisce sia agli impacciati approcci amorosi del protagonista, sia alla dichiarazione d'amore che il regista intende fare con questo film alla sua città) non si limita a rievocare in tono teneramente nostalgico un mondo lontano, ma lo confronta con il presente attraverso la vicenda di Sandra, che sembra farsi emblematica di un disagio esistenziale intrinseco all'odierna società del benessere e invece assente nell'Italia povera del dopoguerra.
L'idea che Avati vuole proporci di quegli anni ormai lontani è quella di un mondo diviso da contrapposizioni ideologiche nette, ma contrassegnato da un'onestà e da una semplicità non più riscontrabili nell'Italia di oggi.
Il personaggio di Dado è chiaramente autobiografico e nella sua candida goffaggine vive alcune delle tappe di crescita fondamentali dell'adolescenza d'ogni epoca.
VALUTAZIONE CRITICA Avati fa riaffiorare alla memoria i ricordi della Bologna della propria adolescenza con toni morbidi e crepuscolari, avvolgendo le immagini di quegli anni di una luce calda e accogliente, mentre riserva colori freddi e grigi per la parte contemporanea.
Come in tutte le operazioni nostalgiche il passato tende a perdere parte della sua concretezza storica e sociologica per lasciarsi contaminare dal mito (non importa tanto ciò che è accaduto veramente, quanto come si vuol ricordare che sia accaduto). Considerare quindi Dichiarazioni d'amore un film reazionario (cioè all'insegna del come ci si voleva più bene tanti anni fa) sarebbe sbagliato, perché questo atteggiamento di rimpianto per la stagione dell'adolescenza, oltreché umanissimo, è fondamentale e pienamente consapevole nell'ispirazione poetica di
Avati, un regista che affida il senso del suo Cinema migliore proprio all'espandersi del libero meccanismo evocativo della memoria.RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia La vita quotidiana in Italia negli anni del secondo dopoguerra.