Due amiche
TITOLO ORIGINALE | Two Friends |
REGIA | Jane Campion |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Helen Garner |
FOTOGRAFIA | Julian Penney (colori) |
MUSICA | Madrigal Group from Kambala of England Girl's School, direzione musicale di Martin Armiger |
MONTAGGIO | Bill Russo |
INTERPRETI | Kris Bidenko, Emma Coles |
PRODUZIONE | Jan Chapman per Australian Broadcasting Corporation |
DURATA | 76' |
ORIGINE | Austarlia, 1986 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | Amici per la pelle Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Kelly e Louise sono due amiche. La prima è estroversa e irrequieta, la seconda timida e conformista. Compagne di scuola, coltivano il sogno di poter frequentare insieme un istituto particolarmente stimolante chiamato la Città delle Ragazze, ma solo Louise potrà accedervi, poiché il patrigno di Kelly si opporrà all'iscrizione della figliastra. E' un momento di svolta: le due amiche prendono strade diverse e la loro frequentazione si attenua, anche perché Kelly nel frattempo ha deciso di lasciare la famiglia per andare a vivere da sola. E' a questo punto che inizia il racconto.
TRACCIA TEMATICA
Kelly e Louise hanno caratteri e temperamenti diversi: la prima vive con precocità le prime esperienze sessuali ed è assai più disinvolta e vitale dell'amica, che invece interpreta in modo più tradizionale la propria adolescenza.
La storia delle due amiche viene inserita in un ciclo stagionale che va dall'inizio della primavera australe sino all'inverno che incornicia mestamente l'affievolirsi del loro rapporto, sottolineando il contrasto climatico la differenza fra il grigiore del presente e le speranze del passato.
Emergono i temi del disagio esistenziale legato all' aperta conflittualità con i genitori per Kelly e alla insofferenza per l'eccesso di normalità subito dalla più remissiva Louise, il tutto sullo sfondo di un'angosciosa nevrosi familiare e di un irrisolto conflitto generazionale.
VALUTAZIONE CRITICA
La regista neozelandese conferma, sin da questa prova d'esordio, la sua spiccata sensibilità nei confronti dei temi dell'adolescenza e dei relativi turbamenti. Le due protagoniste sono delineate con credibilità e aderenza e soprattutto di Kelly è messa in evidenza la trasgressiva e perturbante presenza, simbolo di un vitalismo cui si sottrae la più trattenuta Louise.
Assolutamente insolita e singolare la struttura narrativa disposta in senso retrospettivo in successione cronologica invertita, quanto mai efficace nel comunicare il senso del graduale deteriorarsi di un'amicizia di cui si lascia nello spettatore il ricordo proprio del momento culminante, quello più felice, alla fine del film.
Sempre del finale ci appaiono straordinarie le invenzioni visive che accompagnano la lettura della lettera di Kelly, le cui fantasticherie si visualizzano in una serie di immagini irrealisticamente manipolate dalla regista, nelle quali realtà e immaginario si confondono in una specie di sogno infantile, che sembra rivendicare il diritto alla felicità e alla fantasia da parte di un'adolescenza offesa.