Fuga dalla scuola media
TITOLO ORIGINALE | Welcome to the Dollhouse |
REGIA | Todd Solondz |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Todd Solondz |
FOTOGRAFIA | Randy Drummond (colori) |
MUSICA | Jill Wisoff |
MONTAGGIO | Alan Oxman |
INTERPRETI | Heather Matarazzo, Brendan Sexton Jr., |
PRODUZIONE | Todd Solondz |
DURATA | 87' |
ORIGINE | USA, 1996 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Biennio-Triennio |
PERCORSI | L'età acerba Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e società |
TRAMA
Dawn Wiener ha dodici anni, è bruttina e grassottella, i suoi compagni di scuola la prendono in giro e i genitori le preferiscono la sorellina e il fratello maggiore. Solo il teppistello della classe, Brandon, mostra interesse nei suoi confronti, ma Dawn non risponde più di tanto alle sue avances perché s'innamora di Steve, un amico del fratello più grande di lei che suona la chitarra e sogna di sfondare nel mondo della musica. Delusa da Steve cerca di recuperare il rapporto con Brandon, ma ormai è tardi: l'unico compagno che le ha dato un po' d'affetto scappa da casa perché accusato di essere uno spacciatore. Dawn rimane sempre più sola. TRACCIA TEMATICADawn si contrappone nettamente alle consuete modalità con cui il Cinema americano raffigura l'infanzia o,
come in questo caso, la preadolescenza, vale a dire proponendoci ragazzini supersimpatici e guastafeste oppure precoci e intellettualmente dotati al limite della genialità o, ancora, talmente saggi e maturi da essere d'aiuto ai genitori nel far chiarezza nella loro vita. L'infanzia insomma viene vista da Hollywood come età sostanzialmente felice e beata, nella quale, se esistono problemi, alla fine si risolvono per il meglio.La protagonista di Fuga dalla scuola media invece vive la propria adolescenza come età del dolore, contrassegnata da una pesante frustrazione per le quotidiane umiliazioni cui è sottoposta, senza trovare nei genitori l'affetto di cui avrebbe tanto bisogno, anzi anche in famiglia subisce una dolorosa emarginazione.
Dawn non è simpatica e intelligente, una specie di brutto anatroccolo destinato alla redenzione finale, ma una ragazza irrimediabilmente goffa e complessata, lei stessa portatrice dei pregiudizi di cui è vittima (si sfoga sul debole amico Ralphy dandogli del frocio) e incapace di autentica rivolta (al contrario di Brandon che sceglie di fuggire), ma solo di episodici sfoghi di rabbia (come quando distrugge la cassetta della festa).
VALUTAZIONE CRITICA
Fuga dalla scuola media è un film coraggioso e sincero, che esplora la condizione della prima adolescenza con l'amara consapevolezza di quanto il mondo possa essere spietato nei confronti di chi, fragile e indifeso, non è adeguatamente sostenuto dall'amore dei genitori. Il film di Solondz colpisce e affonda il diffuso luogo comune della spensieratezza di un'età, che può invece trasformarsi in un inferno.
Situazioni e personaggi non sono, o non sono più di tanto, caricaturati ed esagerati, ma appaiono tutto sommato piuttosto credibili e verosimili e quindi sufficientemente emblematici di una condizione di infelicità e nevrosi spesso connaturata all' adolescenza (Dawn) e di una banale e diffusa mediocrità (tutti gli altri). Il regista ha appunto il merito di non forzare mai la narrazione, né in senso drammatico, né in senso grottesco, ma di cercare una medietà di tono, ideale per comunicare l'assoluta normalità di questa crudeltà quotidiana.