Impiegati

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Pupi Avati
SOGGETTO Pupi Avati
SCENEGGIATURA Pupi Avati, Antonio Avati, Cesare Bornazzini
FOTOGRAFIA Pasquale Rachini (colori)
MUSICA Riz Ortolani
MONTAGGIO Amedeo Salfa
INTERPRETI Claudio Botosso, Dario Parisini, Elena Sofia Ricci, Luca Barbaraschi
PRODUZIONE Antonio Avati per la Duea Film, Dania Film, Filmes National
DURATA 98'
ORIGINE Italia, 1985
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Linea d'ombra

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Luigi Stanziani è un neolaureato di venticinque anni. Dalla provincia modenese si trasferisce a Bologna per affrontare il suo primo impiego come bancario. Alloggia in una villetta insieme con Dario, un coetaneo riminese che si è iscritto all'università. Tra i due i rapporti non sono idilliaci, sia per la differenza di carattere, sia perché Dario ha una relazione con Annalisa, la moglie di un collega di Luigi, che di lei è innamorato. Intanto il giovane bancario si confronta quotidianamente con la grettezza e la meschinità dell'ambiente di lavoro, venendo a contatto con le miserie morali dei colleghi. Alla fine, dopo che Dario è morto in un incidente automobilistico, proprio quando il rapporto con lui si stava ricucendo, Luigi sente che le esperienze di questi primi mesi di lavoro lo hanno reso più maturo e consapevole.

 

TRACCIA TEMATICA

L'ambiente della banca viene rappresentato in modo severo: un'umanità moralmente deteriorata si dibatte in un inferno di cinismo, meschinità, invidia e frustrante insoddisfazione. Siamo nel periodo dello yuppismo anni ottanta, una filosofia di vita dominata dall'ansia di successo e di apparenza.

Luigi, ragazzo ingenuo e un po' goffo, ma sincero e spontaneo, pur nella sua provinciale mediocrità, compie il proprio percorso di formazione misurandosi, dotato inizialmente di esigue difese, con questo mondo artefatto incapace di esprimere sentimenti e valori autentici. Solo alla fine, temprato dalle delusioni e di fronte all'ennesima conferma della sua emarginazione, mostra di aver acquisito la necessaria maturità per accettare la sua definitiva integrazione. L'approdo della sua difficile iniziazione è la rassegnazione ad un grigio destino, con la consapevolezza che nel bene (poco) e nel male (tanto) negli uffici della banca c'è la sua famiglia del futuro.

Dario invece rappresenta il rifiuto ad accettare il mondo degli adulti, il diverso che si sottrae ad ogni compromesso, restio a staccarsi da una dimensione di eterna giovinezza. Nato in un Cinema, studente d'arte perennemente fuori corso, sembra esprimere una visione più poetica che pratica della vita. Si direbbe che pur di non piegarsi di fronte alle brutture del mondo, preferisca morire mentre cerca di ritornare al suo passato, incapace di varcare la linea d'ombra oltre la quale bisogna fare i conti con la realtà.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il Cinema di Avati, per quanto possa confrontarsi con tematiche cosiddette di attualità (in questo caso lo Yuppismo imperversante), difficilmente si lascia del tutto assorbire dall'analisi sociologica e fenomenologica (l'osservazione, cioè, fredda e distaccata degli ambienti e dei comportamenti), ma si apre sempre alla dimensione poetica e morale, intesa come tentativo di cogliere, aldilà dei crudi accadimenti, una verità più profonda e intima, un significato mai urlato ed esplicitato, ma suggerito da simboli e allusioni.

Ecco allora la giacca di Luigi troppo larga per Dario (è ancora un bambino, rispetto all'amico più adulto), la luce calda e avvolgente che filtra dai vetri del loro appartamento e che si contrappone alla fredda e lattiginosa illuminazione dell'ufficio, le inquadrature angolate dal basso prevalenti all'interno del luogo di lavoro (dove il livello morale scade all'altezza del pavimento), l'improvviso squarcio sulla spiaggia riminese con il fratello down di Dario (a sottolineare una radicale diversità di questo personaggio), il sogno americano del fattorino Nick (che alla fine si rassegna, come Luigi e a differenza di Dario, ad accettare la realtà nella quale gli è toccato di vivere), l'abbraccio sincero di Luigi alla collega Valeria (commovente parentesi di umanità in un ambiente spietato), il dolore straziante del padre di Dario che vuole dormire nel letto del figlio, l'enigmatico gioco della sintesi cronometrata della propria vita che Dario lascia in eredità a Luigi.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     Il fenomeno dello yuppismo degli anni ottanta.