Radiofreccia

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Luciano Ligabue

SOGGETTO

Dal libro "Fuori e dentro il borgo" di Luciano Ligabue

SCENEGGIATURA

Antonio Leotti, Luciano Ligabue

FOTOGRAFIA

Arnaldo Catinari (colori)

MUSICA

Luciano Ligabue

MONTAGGIO

Angelo Nicolini

INTERPRETI

Stefano Accorsi, Luciano Federico, Alessio Modica, Enrico Salimbeni

PRODUZIONE

Domenico Procacci per Fandango

DURATA

112’

ORIGINE

Italia, 1998

REPERIBILITA’

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Linea d’ombra/Come eravamo

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

Schermo tossico

Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

Radio-Days

Radio/Mass-Media/Uomo e Società

 

TRAMA

1993. Radiofreccia chiude il giorno del suo diciottesimo compleanno e Bruno, il deejay che l’ha creata, commemora in diretta la storia dell’emittente.

Correggio, fine anni settanta. Bruno fonda una radio libera, fatta di pochi mezzi e di tanto entusiasmo e passione. Si chiama Radio Raptus e trasmette soprattutto musica e dibattiti sulla condizione giovanile. Attorno ad essa ruotano gli amici di Bruno: Tito, Jena, Boris e Freccia.Quest’ultimo è il più sbandato e disperato e dopo una giovinezza problematica ed inquieta muore di overdose. Da quel momento la radio prende il nome di Radiofreccia.

 

TRACCIA TEMATICA

Radiofreccia intreccia due piani: quello dell’evocazione di un microcosmo provinciale alla metà degli anni settanta e quello della biografia di Freccia, il più emblematico e significativo dei personaggi.

Si può dire che il primo fornisca la cornice per le tormentate vicende del giovane protagonista. Il caffè con il barista burbero ma comprensivo, ritrovo dei perdigiorno del paese, le strade notturne che fanno da sfondo al vagare senza meta, le figure pittoresche dei tanti scemi del villaggio e dei tanti balordi, le stanze spoglie della radio, rifugio sicuro nei momenti difficili. E poi gli anni settanta, con la voglia di protagonismo giovanile e di anticonformismo, la droga e la musica.

Su questo scenario si stacca la figura di Freccia, che sembra sintetizzare nel travagliato percorso personale tutte le pulsioni di quel periodo e della giovinezza: la conflittualità con la famiglia, la ribellistica e anarchica ansia di libertà, l’instabilità sentimentale, l’istinto di autodistruzione, la malinconica consapevolezza della precarietà della propria condizione. Nulla di strano che la radio a lui intitolata chiuda prima della maggiore età, al di qua della linea d’ombra che separa dall’età adulta.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Opera prima di Ligabue, famoso cantautore emiliano, Radiofreccia non è certamente un film esente da difetti (la delineazione dei personaggi secondari è approssimativa e schematica, il flusso narrativo si disperde spesso nel gusto dell’aneddotico e non risulta sempre fluido, accusando qualche lungaggine, alcuni momenti sono risolti in modo un po’ goffo e la vicenda della radio libera, con quel che ha significato per i protagonisti ed il loro paese, rimane troppo sullo sfondo), ma trova i suoi punti di forza nella presenza di Stefano Accorsi, vero volto nuovo del Cinema italiano, in grado di mettere al servizio del personaggio di Freccia una grande intensità interpretativa, nella felice gestione di alcune sequenze (come l’angoscioso sogno di Freccia che rivede i propri amici bambini giocare con le palline, il dramma della sua intossicazione e l’incalzante crescendo della sua ultima folle notte) e nei simpatici siparietti che scandiscono i capitoli della storia.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Italiano    A) Confronto fra il film e il romanzo dello stesso regista da cui è tratto. B) La realtà giovanile degli anni settanta.

Educazione musicale   Il fenomeno delle radio libere e la musica giovanile degli anni settanta.