Scalciando e strillando

TITOLO ORIGINALE Kicking and Screaming
REGIA Noah Baumbach
SOGGETTO Noah Baumbach, Oliver Berkman.
SCENEGGIATURA Noah Baumbach
FOTOGRAFIA Steven Bernstein (colori)
MUSICA Phil Marshall
MONTAGGIO J. Kathleen Gibson
INTERPRETI Josh Hamilton, Olivia d'Abo, Carlos Jacott, Chris Eigeman, Eric Stoltz, Jason Wiles, Cara Buono, Elliot Gould
PRODUZIONE Joel Castleberg per Trimark
DURATA 96'
ORIGINE USA, 1995
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Linea d'ombra

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Un gruppo di amici ha terminato l'Università e festeggia il conseguimento della laurea. Progetti, previsioni, perplessità, rotture con la ragazza si intrecciano in questa serata più malinconica che festosa. I mesi successivi trascorrono all'insegna di giorni noiosi, regressioni infantili, amori fugaci, velleità letterarie, nostalgia per il passato, senza che nessuno riesca veramente a superare il momento dell'attesa per aprire un nuovo capitolo della propria esistenza.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film esplora uno dei momenti topici dell'esperienza giovanile, la fine dell'Università e l'attesa dell'immissione nel mondo degli adulti, vissuto dai protagonisti come fase di stallo che, tra paure e ansie di varia natura, si vorrebbe (più o meno consapevolmente) prolungare in eterno. Scalciando e strillando ci parla insomma del rifiuto di crescere e del senso di vertigine che provoca il venir meno del periodo più spensierato della giovinezza, cui si reagisce aggrappandosi ad un rapporto amicale ormai sfibrato e sempre più insoddisfacente.

Un ruolo privilegiato spetta al dilemmatico personaggio di Grover, emblematico, nel suo nostalgico vagheggiamento della ragazza che ha perduto e nelle sue disordinate avventure sentimentali, dello stato confusionale di tutto il gruppo. Quando alla fine vuole raggiungere Jane a Praga, seguendo un'istintiva pulsione liberatoria dal blocco esistenziale nel quale è immerso, non ha il passaporto, simbolo di un'identità ancora da raggiungere.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Con ogni probabilità il venticinquenne Noah Baumbach ha trasferito sullo schermo parte di un microcosmo giovanile che deve conoscere bene per esperienza diretta. Tuttavia, il probabile substrato autobiografico del film non impedisce al regista di assegnare a situazioni e personaggi una valenza di rappresentatività sufficiente perché molti giovani possano identificarsi, se non proprio in tutto ciò che sullo schermo i loro coetanei fanno e dicono, almeno in quello stato di perplesso torpore esistenziale che li prende quando si tratta di decidere cosa fare della propria vita.

Scalciando e strillando sconta un certo eccesso di verbalismo e di artificioso compiacimento (da troppo esibita cultura della inquietudine giovanile del tipo: come siamo tormentati e infelici noi giovani, ma anche simpatici e intelligenti con le nostre battute e il nostro retroterra culturale), ma lavora bene su di una struttura ad accumulo (scarsa l'azione e inesistente l'intreccio) di situazioni e stati d'animo sempre più insostenibili e frustranti.