Sliding Doors
| TITOLO ORIGINALE | Idem |
| REGIA | Peter Howitt |
| SCENEGGIATURA | Peter Howitt |
| FOTOGRAFIA | Remi Adefarasin (colori) |
| MONTAGGIO | John Smith |
| MUSICA | David Hirschfelder |
| INTERPRETI | Gwyneth Paltrow, John Hannah, John Lynch |
| PRODUZIONE | Sydney Pollack, Philippa Braithwaite, William Horberg per Mirage prod. |
| DURATA | 99' |
| ORIGINE | Gran Bretagna/USA, 1997 |
| REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
| INDICAZIONE | Biennio-Triennio |
| PERCORSI | Amore e altre catastrofi L'amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Helen, appena licenziata, è avvilita e disperata, corre per prendere il metrò e a questo punto la storia si sdoppia in due percorsi che procedono parallelamente. In uno la ragazza perde il metrò e non si accorge che il fidanzato la tradisce, proseguendo così una relazione per lei sempre più deludente e fallimentare; nell'altro prende il metrò e scopre il tradimento del suo uomo, che lascia immediatamente: incontra subito dopo James, che ha le carte in regola per poterla rendere felice.TRACCIA TEMATICA Sliding Doors vuol essere un'ironica e paradossale riflessione sull'importanza del caso nella nostra vita: basta un banale imprevisto e il corso dell'esistenza può subire una virata decisiva. Accade a volte che grandi o piccole disgrazie si rivelino alla lunga circostanze provvidenziali e viceversa.
Forse non c'è la necessaria profondità nell'affrontare un tema così controverso e impegnativo come il rapporto tra il caso e la necessità nelle vicende umane, ma probabilmente e più semplicemente il film (nella miglior tradizione della commedia cinematografica) ci consegna l'ottimistica e bonaria morale che non bisogna mai scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, tanto prima o poi le cose si sistemano.
VALUTAZIONE CRITICA Le ragioni della fortuna presso il pubblico di Sliding Doors (uno dei maggiori successi della stagione 1997/98) vanno indubbiamente ricercate nello sdoppiamento della struttura narrativa, che direziona il film in due sensi opposti, il melodramma e la commedia, salvo poi garantire ad entrambi un esito felice. Si tratta di una soluzione non nuovissima, ma originale e gestita con garbo e sapiente calibratura degli incastri narrativi. Una specie di offerta speciale alla paghi uno e compri due, destinata forse a fare storcere la bocca ai buongustai, ma vicina alle abitudini televisive di uno spettatore che le soap-opera hanno assuefatto al più imprevedibile proliferare e intrecciarsi di percorsi narrativi.