Stand By Me
TITOLO ORIGINALE | Idem |
REGIA | Rob Reiner |
SOGGETTO | Dall'omonimo romanzo di Stephen King |
SCENEGGIATURA | Raynold Gideon, Bruce A. Evans |
FOTOGRAFIA | Thomas Del Ruth (colori) |
MUSICA | Jack Nitzsche |
MONTAGGIO | Robert Leighton |
INTERPRETI | Will Wheaton, River Phoenix, Corey Feldman, Jerry O' Connell, Richard Dreyfuss |
PRODUZIONE | Bruce A. Evans, Raynold Gideon e Andrew Scheiman per la ActIII |
DURATA | 89' |
ORIGINE | USA, 1986 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Biennio/Triennio |
PERCORSI | Linea d'ombra Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
1959. In un paesino dell'Oregon quattro amici vengono a sapere che lungo i binari della ferrovia è stato avvistato il cadavere di un ragazzo del luogo. Decidono subito di partire alla ricerca del corpo. Dopo una serie di prove da superare, i protagonisti raggiungono l'obiettivo prefissato e quando tornano al loro paese avvertono di aver vissuto un'esperienza irripetibile e che da quel momento non saranno più come prima. TRACCIA TEMATICA Il film sposta la cosiddetta linea d'ombra, quella che segna il passaggio dalla giovinezza all'età adulta, all'indietro, collocandola nel momento di trapasso dall'infanzia all'adolescenza. Stand by me è la storia di un viaggio iniziatico, superato il quale i quattro protagonisti acquisiscono una più matura consapevolezza della propria capacità di superare le difficoltà e affrontare la vita: non sono ancora adulti, ma nemmeno più bambini e sono scesi definitivamente dalla casa sull'albero per scontrarsi e confrontarsi con il mondo.Le prove che devono superare, al pari degli eroi delle fiabe, per accedere all'autostima sono essenzialmente cinque. La prima è quella della discarica, luogo temuto in quanto avvolto da una fama sinistra: l'incontro con un piccolo bastardo e un grassone imbranato fa misurare loro tutta la distanza fra mito e realtà. La seconda è costituita dall'attraversamento del ponte, sfida ad alto rischio con la morte e quindi affermazione di coraggio. La terza è il bosco di notte, luogo tipico delle paure dell'infanzia. La quarta è una prova di dolore fisico: il bagno nel laghetto e i corpi che si riempiono di sanguisughe. La quinta e ultima è l'incontro con il cadavere, e quindi con la realtà della morte e della nostra vulnerabilità, idea assente nella dimensione infantile, ma è anche e soprattutto lo scontro vincente con i più grandi per la conquista di un povero corpo che appartiene ai quattro amici in quanto aveva la stessa età, era della stessa generazione.
VALUTAZIONE CRITICA
Assegnando ad uno dei quattro amici, ormai adulto e scrittore di professione, il compito di raccontare molti anni dopo la vicenda, il regista ottiene il risultato di avvolgere la storia in un alone mitico e nostalgico, come meritano quegli eventi reputati centrali per la nostra formazione e nel cui ricordo realtà e fantasia finiscono spesso per confondersi in una mescolanza che la stessa ricostruzione romanzesca autorizza.
Proprio questa riuscita ricerca d'equilibrio fra la dimensione realistica di verosimiglianza da una parte e quella crepuscolare sul filo della memoria dall'altra, fortemente orientata sul piano dell'immaginazione (e anche dell'invenzione fantastica, se pensiamo al racconto di uno degli amici attorno al fuoco), risulta uno dei pregi maggiori del film.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Lingua inglese Confronto fra il romanzo di Stephen King e il film.
Geografia L'ambiente naturale dell'Oregon.