Vorrei che tu fossi qui

TITOLO ORIGINALE Wish You Were Here
REGIA David Leland
SOGGETTO E SCENEGGIATURA David Leland
FOTOGRAFIA Ian Wilson (colori)
MUSICA Stanley Myers
MONTAGGIO George Akers
INTERPRETI Emily Loyd, Tom Bell, Jesse Birdsall, Geoffrey Durham
PRODUZIONE Sarah Radclyffe
DURATA 90'
ORIGINE Gran Bretagna, 1987
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

L'età acerba

Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

Donne tutte sole

La condizione femminile/Uomo e Società

 

TRAMA

Gran Bretagna, anni cinquanta. Lynda ha sedici anni, è orfana di madre e vive con una sorella che non sopporta e con un padre che non la capisce e che per lei sogna un futuro di parrucchiera. Lynda è una ragazza esuberante e insofferente di ogni disciplina, che usa le parolacce a profusione e litiga con tutti. Cerca l'amore con coetanei immaturi e impacciati ed alla fine si mette con un attempato amico del padre, uomo gretto e meschino. Quando aspetterà un figlio da lui si troverà di fronte ad una difficile scelta.

 

TRACCIA TEMATICA

Lynda non ha superato il trauma della morte della madre e il vuoto affettivo che questa perdita ha causato. Il suo atteggiamento scandalosamente ribelle, a cominciare dall'incontenibile turpiloquio, va interpretato come reazione distorta a questo insoddisfatto bisogno d'amore. L'esibizione del proprio corpo è pure una manifestazione di un disagio profondo che la porta a rifiutare l'ipocrita perbenismo che la circonda. Il bambino, che contro ogni buon senso decide di tenere, è il simbolo di una raggiunta maturità affettiva, che trova nel figlio il suo oggetto e veicolo. La sua è una sfida alle rigide convenzioni e all'untuoso bigottismo della società del suo tempo.

In questo doloroso percorso di formazione Lynda è totalmente sola, nessuno costituisce per lei un valido riferimento: non il padre, ottuso e rigido, incapace di vero amore, non i fugaci innamorati, o troppo acerbi o troppo maturi, sino ad essere ormai marci, non le istituzioni mediche (pensiamo alla ridicola figura dello psicanalista), non la zia che, per quanto ben disposta nei suoi confronti, non le offre nient'altro che un arido e opportunistico realismo (tenere il bambino potrebbe significare essere un'emarginata).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Già all'inizio, mentre scorrono i titoli di testa, il regista fornisce la chiave di lettura del film: un'immagine fotografica (in uno sbiadito bianconero) di Lynda bambina con la maschera antigas (una situazione che tornerà altre due volte) a significare il soffocamento cui si sente sottoposta da una società gretta e meschina, una panoramica dal lungomare su un paesaggio grigio e triste come l'umanità che su di esso si affaccia, l'entrata in scena della protagonista sulla sua bicicletta, già contrapposta nell'atteggiamento sorridente alla freddezza cui allude il plumbeo sfondo, e infine una buffa figura femminile che canta su un palchetto una canzone d'altri tempi, che sposta indietro cronologicamente l'ambientazione agli anni cinquanta. In questa folgorante sintesi è racchiuso il significato del film: la lotta solitaria di una giovane contro un mondo ostile per affermare la propria personalità.

 

Ma i pregi del lavoro di Leland non finiscono qui, il regista riesce infatti a popolare la storia di personaggi di contorno assai ben caratterizzati nella loro angusta visione del mondo, a ricostruire interni e squarci urbani che comunicano un oppressivo senso di costrizione, a ritagliare, nel contesto di un film così parlato (ed urlato) come questo, momenti di intenso e toccante silenzio, come quelli di Lynda sola nella sua muta disperazione di fronte alla finestra.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Lingua inglese    La vita quotidiana, il costume e la mentalità nella Gran Bretagna degli anni cinquanta.