Satira

Termine riferibile a quanto riveste un carattere di critica, più o meno mordace e sferzante, verso aspetti o personaggi del mondo contemporaneo, che però non sono rappresentati in modo realistico, ma deformato e caricaturale, così da suscitare ilarità. La satira attraverso gli strumenti propri della comicità e dell'umorismo si allontana dalla verosimiglianza, ma resta sempre contigua alla realtà da cui trae ispirazione e su cui vuol far riflettere. Di origini antichissime e probabilmente popolari (c'è chi si rifà alle rappresentazioni sceniche in occasione di feste religiose dell'antichità greco-romana) la satira ha espresso nel corso dei secoli la volontà, quasi sempre nascosta dietro allusioni e mascheramenti, di criticare e denigrare, anche in modo irriverente ed osceno, i vizi dei potenti e del potere e per questo essa, sino ai nostri giorni, è stata sovente oggetto di sospetto e censura da parte dell'autorità.

Attraverso la letteratura e il teatro la satira è trasmigrata nel Cinema (ma anche nel giornalismo, nel cabaret e nella televisione), dando vita ad una specie di sottogenere della commedia che è la cosiddetta commedia di costume (cosi chiamata per la pungente critica di comportamenti e atteggiamenti diffusi nella società), che proprio in Italia negli anni sessanta ha incontrato un consistente successo con la denominazione di commedia all'italiana (corrosiva e spesso amara riflessione sulle degenerazioni e i guasti morali provocati da un improvviso benessere economico).

La satira non va confusa con la parodia (cui pure è imparentata), che consiste nella caricatura con finalità comico-umoristiche, non di aspetti della realtà (come la satira), ma di specifici generi narrativi o di testi preesistenti.