Musical

Genere cinematografico basato su testi che danno ampio spazio a brani cantati e/o danzati da attori (che sono prevalentemente cantanti e/o ballerini professionisti). Il riferimento più immediato va cercato nel melodramma musicale ottocentesco e nell'operetta d'inizio Novecento (metà cantata e metà recitata). Nato con il sonoro (il primo film sonoro, Il cantante di jazz di A. Crosland, 1927, appartiene a questo genere) il Musical conosce il suo periodo d'oro negli anni quaranta e cinquanta per poi decadere e gradualmente scomparire, tranne qualche eccezione, alla fine dei Settanta.

Se ne conoscono essenzialmente tre variazioni:

  1. I brani cantati e/o danzati si inseriscono all'interno di un contesto di relativo realismo (dove cioè non si canta, ma si parla normalmente, e non si danza, ma ci si muove normalmente). Il canto e la danza sono credibili sul piano della verosimiglianza in quanto manifestazioni di personaggi che sono cantanti e ballerini di professione e che in determinati momenti della storia si esibiscono in quanto tali. Citiamo tra i tanti titoli Scarpette rosse (M. Powell e E. Pressburger, 1948), Gli uomini preferiscono le bionde (H. Hawks, 1953), Cabaret (B. Fosse, 1972), Chorus Line (R. Attenborough, 1985).
  2. I brani cantati e/o danzati si inseriscono all'interno di un contesto di relativo realismo, ma il canto e la danza non sono credibili sul piano della verosimiglianza in quanto sono strumenti di comunicazione che i personaggi usano al posto della parola e della normale gestualità (all'improvviso, senza alcuna giustificazione narrativa, uno o più personaggi si mettono a cantare e/o danzare senza che ciò susciti il minimo stupore nei presenti, anzi la cosa viene considerata assolutamente normale). Citiamo tra i tanti titoli La vedova allegra (E. Lubitsch, 1934), Un Americano a Parigi (1951) e Cantando sotto la pioggia (1952), entrambi di V. Minnelli, My Fair Lady (G. Cukor, 1964), Grease (R. Kleiser, 1978), Tutti dicono I love you (W. Allen, 1997).
  3. L'intero film è costituito da brani cantati e/o danzati, la parola e/o la normale gestualità è completamente abolita, il contesto perde ogni parvenza di realismo. E' il tipo di Musical che più si avvicina al modello ottocentesco del melodramma musicale. Tra i non tanti titoli citiamo Jesus Christ Superstar (N. Jewison, 1973), Tommy (K. Russell, 1975), Hair (M. Forman, 1979), Evita (A. Parker, 1996).

In Italia si segnala negli anni sessanta il filone dei cosiddetti musicarielli, film musicali appartenenti al caso 1 e 2 e incentrati sul protagonismo di cantanti di musica leggera molto in voga in quel periodo (G. Morandi, R. Pavone, Al Bano ecc..), ai quali l'esile trama della sceneggiatura forniva spazi perché potessero esibirsi nelle loro performances canore.