Un affare di donne

TITOLO ORIGINALE

Une affaire de femmes

REGIA

Claude Chabrol

SOGGETTO

Dal libro Une affaire de femmes di Francis Szpiner

SCENEGGIATURA

Colo Tavernier O' Hagan, Claude Chabrol

FOTOGRAFIA

Jean Rabier (colori)

MUSICA

Matthieu Chabrol

MONTAGGIO

Monique Fardoulis

INTERPRETI

Isabelle Huppert, Francois Cluzet

PRODUZIONE

Marin Karmitz per MK2, Films A2, Films du Camélia e Le Sept

DURATA

105'

ORIGINE

Francia, 1988

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Umiliate e offese

La condizione femminile/Uomo e Società

 

TRAMA

Francia, durante l'occupazione tedesca, 1940-1943. Marie, madre di due figli con il marito al fronte, aiuta una vicina ad abortire per solidarietà. Ben presto però altre donne si rivolgono a lei per interrompere la gravidanza e Marie inizia a farsi pagare. Oltre a svolgere questa attività affitta alcune stanze a delle prostitute. Le sue condizioni economiche migliorano sensibilmente ed ella può permettersi lussi prima impensabili. E' il marito, che nel frattempo è tornato dalla prigionia, a denunciarla alle autorità per vendicarsi del tradimento che Marie ha consumato ai suoi danni con un bellimbusto del posto. Processata, sarà condannata a morte, ultima donna a subire la pena capitale nella storia della Francia.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film si ispira alla storia vera di Marie Latour, l'ultima donna ad essere condannata alla ghigliottina il 30 luglio 1943. Per la Francia collaborazionista, totalmente asservita all'occupante tedesco, la sventurata Marie diventò il capro espiatorio dell'umiliante sconfitta subita nella guerra contro la Germania, il simbolo di una decadenza di costumi da reprimere in modo esemplare. Il governo filonazista e antisemita di Vichy si basava su di un'ideologia clerico-fascista (ben richiamata nel film dall'accostamento della suora con la fotografia del generale Pétain), improntata al recupero dei valori della tradizione rurale e del cattolicesimo più oscurantista ed orientata verso l'esaltazione del ruolo fattrice della donna e della sua moralità come esempio per la società.

Marie è una persona istintiva e irriflessiva, ma anche semplice e sincera, del tutto incapace di valutare eticamente le proprie azioni e lontana dall'attribuire ad esse una qualsiasi valenza negativa. Le sue scelte sono funzionali all'accrescimento del benessere suo e dei suoi figli, il suo orizzonte non va oltre il desiderio di un'avventura che le dia l'emozione dell'innamoramento e il sogno innocente di diventare cantante.

Priva di cultura, intuisce, tuttavia, dopo la condanna, di essere vittima di un meccanismo assai più grande e perverso delle piccole miserie quotidiane con cui conviveva. Durante il tremendo calvario carcerario in lei affiora una primitiva coscienza di classe (considera che se fosse stata ricca non l'avrebbero arrestata) e la consapevolezza di come il culto mariano possa essere utilizzato in una chiave contraria alla libertà e dignità della donna (la scandalosa preghiera blasfema).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Chabrol dissemina nel corso del film una serie di segnali che anticipano l'esito nefasto del percorso di Marie: i coltelli in bella vista in cucina, la testa dell'oca mozzata da Lucien, l'accenno del figlio al mestiere del boia, l'uomo misterioso con il volto insanguinato costituiscono evidenti riferimenti alla decapitazione che attende la donna. Si direbbe che il regista abbia voluto sottolineare il carattere di fatale ineluttabilità del destino di morte della protagonista, il suo essere vittima designata di una realtà che si era ingenuamente illusa di poter controllare e volgere a suo vantaggio.

Una tragedia annunciata che trova la sua perfetta ambientazione nella Francia occupata dai tedeschi, che il film ricostruisce con efficacia evocativa tramite i prevalenti toni grigi e lividi degli esterni e il cupo squallore degli interni, culminante nell'oppressiva atmosfera del carcere.

Chabrol ci racconta una storia così coinvolgente con misurata gradazione narrativa e uno stile distaccato e conciso, teso a raffreddare ogni asprezza drammatica, potendo contare sulla grande interpretazione di una splendida Isabelle Huppert, qui al massimo delle sue possibilità.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     L'occupazione tedesca della Francia durante la seconda guerra mondiale e la Repubblica di Vichy.

Diritto     La legislazione italiana sull'interruzione volontaria della gravidanza.