Stile

Termine con cui si indica l'insieme delle scelte linguistiche di un film, di una scuola, di un genere o di un regista. Non si fa riferimento tanto al contenuto, quanto al modo con cui esso viene rappresentato utilizzando le forme specifiche dei codici cinematografici.

Un certo tipo di inquadratura o di movimento di macchina, una particolare illuminazione o un determinato montaggio, un'opzione di colore o una scelta di sottofondo musicale ed altro ancora possono, nel loro insieme, qualora si ripetano di film in film, andare a costituire uno stile, che diventa in questo caso riconoscibile, se non addirittura inconfondibile. Uno stile può presentarsi in modo più o meno marcato e caratterizzato in base al suo maggiore o minore discostarsi da quelli che nella pratica cinematografica sono andati configurandosi come i parametri linguistici di uso comune.

Legato al concetto di stile (proprio nella sua versione più marcata) troviamo quello di autore, riconoscimento che viene usato per certi registi e che poggia proprio sull' identità stilistica delle loro opere. E' lo stile che ci permette di riconoscere dopo poche immagini un film di Fellini, Kubrick, Bergman, Ford, Godard e tanti altri (come del resto un quadro di Leonardo, Rembrandt, Van Gogh, Klimt, Picasso, ecc..) mentre risulterebbe assai più difficile, se non impossibile, distinguere i registi di tanti film puramente commerciali esclusivamente sulla base della tipologia delle scelte formali (quasi sempre le stesse e quasi sempre le più comuni) in essi dispiegate (e questo al di là di un giudizio di valore che può differenziarsi di caso in caso). Volendo semplificare si potrebbe anche dire che un autore tanto più è valido (e quindi degno di considerazione), quanto più tende ad inventare un proprio linguaggio (un suo stile appunto) in grado di distinguersi da quello degli altri.