Alice
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
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FOTOGRAFIA |
Carlo Di Palma (colori) |
MUSICA |
AA. VV. scelti da Woody Allen |
MONTAGGIO |
Susane Morse |
INTERPRETI |
Mia Farrow, William Hurt, Joe Mantegna, Alec Baldwin |
PRODUZIONE |
Jack Rollins e Charles H. Joffe per la Orion |
DURATA |
110' |
ORIGINE |
USA, 1990 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Donne tutte sole La condizione femminile/Uomo e Società |
TRAMA
Alice sembra una donna felice e appagata: è sposata ad un uomo bello e ricco, ha due bambine e vive in una casa all'ultima moda. In realtà attraversa un periodo di crisi e profondo ripensamento: il marito le sembra lontano ed estraneo e soprattutto è ben lungi dal sentirsi realizzata. Intreccia così una relazione con un uomo divorziato e ingurgita le pozioni del dottor Yang, che hanno su di lei un forte influsso disinibitore e addirittura provocano una magia in grado di renderla invisibile. E' proprio approfittando del suo stato di invisibilità che scopre il tradimento del marito e trova la forza di lasciarlo. A questo punto la vita di Alice si trova di fronte ad un bivio.
TRACCIA TEMATICA
Alice acquista gradatamente la consapevolezza del proprio vuoto esistenziale e della propria profonda infelicità: l'avventura extraconiugale non è veramente ciò che vuole, ma solo la spia e la conseguenza della sua crisi, non è di un altro uomo che ha bisogno, bensì di rivedere criticamente la propria vita per mettervi ordine e capire soprattutto quale per lei ne sia il senso. Il riaffiorare dei fantasmi del passato è un momento importante di un processo di autocoscienza, che la porta ad individuare i molteplici condizionamenti che su di lei ha esercitato un'educazione cattolica rigida e perbenista. Il dottor Yang non è altro che l'incarnazione di quella parte di se stessa fino a quel momento soffocata e repressa, un alter-ego lucido e trasgressivo che le permette di superare le tante inibizioni che l'affliggono.
La scelta di dedicare la propria vita ai bambini poveri, rinunciando ai privilegi garantiti dall'agiatezza borghese e avendo come modello-mito Madre Teresa di Calcutta, forse non è per lei quella risolutiva, probabilmente non è che una fase di una ricerca destinata a proseguire, ma quel che veramente conta è che finalmente si tratta di una scelta soltanto sua, libera e consapevole.
VALUTAZIONE CRITICA
Allen ci ripropone una delle tante storie di alienazione e nevrosi che popolano la sua filmografia, vivacizzando una vicenda di preminente dimensione psicologico-intimista attraverso l'inserimento di trovate divertenti e gustose mutuate dal genere fantastico. Situazioni irreali (evidentemente ispirate all'Alice fiabesca di Lewis Carroll) che non sono però fini a se stesse, ma che si fanno metafora di alcuni processi mentali risolutivi dello scacco esistenziale della protagonista (assistendo invisibile al tradimento del marito diventa consapevole di quello che in cuor suo aveva sempre sospettato, la musa che le appare non è che la materializzazione della sua coscienza e delle verità con cui non si vuole confrontare, il volo su New York con l'exfidanzato morto esprime una pulsione alla liberazione dal claustrofobico ambiente domestico).
Come sempre Allen ha voluto raccontarci una storia piuttosto banale (un adulterio mancato per mancanza di coraggio e convinzione), sottoponendola al trattamento della sua inventiva e creatività, che si nutre del mondo dello spettacolo (Cinema, teatro, letteratura, musica, ecc..) e di un'immaginazione fertile ed inesauribile (la trovata dell'invisibilità è spassosa), e rendendola così assolutamente eccezionale.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Letteratura inglese Alice nel paese delle meraviglie di L.Carroll.