Good Morning Vietnam
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
|
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Mitch Markowitz |
FOTOGRAFIA |
Peter Sova (colori) |
MUSICA |
Alex North |
MONTAGGIO |
Stu Linder |
INTERPRETI |
Robin Williams, Forest Whitaker |
PRODUZIONE |
Touchstone Pictures |
DURATA |
112' |
ORIGINE |
USA, 1988 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Radio Days Radio/Mass-Media/Uomo e Società |
TRAMA
Saigon, 1965. L'intervento americano in Vietnam si fa sempre più massiccio e l'esercito intende tenere alto il morale delle truppe con una trasmissione radiofonica a loro dedicata. Quando arriva Adrian Cronauer a fare il disc-jockey, il tono melenso e compassato che i programmi avevano avuto sino a quel momento cambia completamente. Cronauer con la sua carica satirica e dissacratoria non risparmia niente e nessuno: la trasmissione ha un grande successo e i soldati impazziscono per lui, mentre gli alti comandi lo vorrebbero allontanare. Innamoratosi di una giovane vietnamita il cui fratello è un vietcong, viene accusato di intesa con il nemico e fatto rimpatriare. Il film si ispira alla figura reale del dee-jay Cronauer.
TRACCIA TEMATICA
Cronauer non esprime una lucida coscienza politica e una critica motivata alla guerra, ma è un pacifista istintivo e congenito che si oppone al militarismo con l'incontenibile irriverenza del suo linguaggio scurrile e che pensa che la stupidità sia un'irrimediabile prerogativa del potere.
Lo sberleffo irriverente verso i potenti (pensiamo alle battute su Nixon), l'oscenità compiaciuta ed esibita ed il rifiuto della musica melensa delle orchestre d'archi a favore della musica rock costituiscono una provocazione insopportabile per gli alti comandi: questi avvertono la valenza sovvertitrice e liberatoria che il turpiloquio e l'ironia sfacciata possono avere in un'istituzione come l'esercito, basata sull'obbedienza e il rispetto per la gerarchia.
Cronauer fa dell'oscenità e dell'umorismo lo strumento di lettura della realtà, il mezzo più efficace per comunicare con la truppa e per prendersi gioco dei tronfi ufficiali che lo contrastano.
VALUTAZIONE CRITICA
Good Morning Vietnam ha il suo grande punto di forza nella performance recitativa di un travolgente Robin Williams, eccezionale non solo sul piano delle invenzioni verbali (quanto mai impoverite dal doppiaggio italiano), ma anche su quello della multiforme mimica facciale che riesce ad esibire (pensiamo allo spettacolo improvvisato per strada davanti ai soldati). In questo senso il film di Levinson non è solo da ascoltare, ma anche da guardare e noi spettatori, a differenza dei soldati americani, abbiamo questo privilegio.
La regia stessa poi non si blocca pigramente sul volto e la voce del protagonista, ma sa offrirci squarci realistici della realtà drammatica che preme al di fuori dello studio radiofonico: pensiamo solo alla felice intuizione di fa scorrere le immagini della guerra sulle note di What a Beautiful World di Louis Amstrong, con un effetto di amara ironia che misura tutta la distanza tra l'ottimismo innato e testardo di Cronauer e la tragica realtà del conflitto.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia La guerra del Vietnam.
Educazione musicale Le musiche e le canzoni trasmesse alla radio prima e dopo l'arrivo di Cronauer.