Libera, amore mio

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Mauro Bolognini

SOGGETTO

Luciano Vincenzoni

SCENEGGIATURA

Luciano Vincenzoni, Nicola Badalucco

FOTOGRAFIA

Franco Di Giacomo (Colori)

MUSICA

Ennio Morricone

INTERPRETI

Claudia Cardinale, Bruno Cirino, Adolfo Celi, Philippe Leroy, Bekim Fehmiu

PRODUZIONE

Roberto Loyola per Roberto Loyola Cinematografica

DURATA

110'

ORIGINE

Italia, 1975

REPERIBILITA'

Homevideo/CinetecaPacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Donne contro

La condizione femminile/Uomo e Società

 

TRAMA

Il film racconta la storia di Libera, figlia di un anarchico condannato al confino, dalla metà degli anni trenta sino alla Liberazione del '45. Negli anni bui del fascismo Libera, che ha ereditato gli ideali del padre, esprime pubblicamente la propria intransigente opposizione al regime e questo causa a lei e alla sua famiglia seri problemi, compromettendo il rapporto con un marito amante del quieto vivere, che non sopporta le esternazioni antifasciste della moglie. Perseguitata dalle autorità e condannata al confino, Libera accentua con gli anni il proprio impegno politico sino a diventare partigiana. Una pallottola di un franco tiratore la uccide a Liberazione avvenuta.

 

TRACCIA TEMATICA

L'antifascismo di Libera è più passionale ed istintivo che frutto di consapevolezza politica e affonda le radici nel legame affettivo con il padre anarchico. Coraggiosa ed impulsiva non riesce a controllare la propria indignazione per le malefatte del regime e rifiuta di aderire al modello di casalinga remissiva cui la società vorrebbe costringerla (sono gli anni della campagna demografica e dell'esaltazione del ruolo riproduttivo della donna), proponendosi come esempio di un protagonismo femminile assolutamente eccezionale per quegli anni e difficile da accettare anche dai suoi stessi compagni di lotta (pensiamo al discorso che le fa il dirigente del CLN). Di fronte all'eroismo della moglie il marito rappresenta la docile passività cui molti italiani, pur non essendo fascisti, si adattarono durante la dittatura.

Amaro e polemico il finale, che allude in modo trasparente ai limiti e ai compromessi con cui si procedette nell'immediato dopoguerra all'epurazione dalla pubblica amministrazione di chi era stato fascista.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Per quanto condivisibili possano essere le intenzioni del film e le idealità che lo sostengono, gli esiti cinematografici sono modesti e deludenti. Tutto appare tremendamente superficiale ed approssimativo: i personaggi sono privi di spessore psicologico e sono schiacciati dai valori (o disvalori) che devono simboleggiare, troppo eroi o troppo macchiette, la tonalità da commedia si regge su battute spesso grevi e volgari e quella drammatica su un facile sentimentalismo, la stessa ricostruzione storica e coerenza narrativa sembrano discutibili ( ad esempio il cinegiornale che mostra le immagini della ritirata di Russia risulta in quel preciso periodo poco credibile e poi: dov'è Sandro Poggi durante la perquisizione della polizia fascista, quando e come Libera viene catturata dai tedeschi e che fine fa il padre anarchico?).

In questo contesto di enfasi e pressappochismo si distingue in positivo, per la lugubre freddezza e per gli inquietanti interrogativi che pone sulle ambiguità del dopo-Liberazione, la sequenza finale.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia    A) Il movimento anarchico.

              B) Il regime fascista.

              C) La Resistenza.

               D) L'epurazione antifascista nel dopoguerra.