La tregua

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Francesco Rosi

SOGGETTO

Francesco Rosi, Tonino Guerra dall'omonimo romanzo di Primo Levi

SCENEGGIATURA

Francesco Rosi, Stefano Rulli, Sandro Petraglia

FOTOGRAFIA

Pasqualino De Santis, Marco Pontecorvo (colori)

MUSICA

Luis Bacalov

MONTAGGIO

Ruggero Mastroianni, Bruno Sarandrea

INTERPRETI

John Turturro, Massimo Ghini, Rade Serbedzija, Stefano Dionisi, Claudio Bisio, Andy Luotto

PRODUZIONE

Leo Pescarolo, Guido De Laurentis per 3 Emme Cinematografica/Stephan Films/UGC Images/DaZU Films/T&C Films AG

DURATA

126'

ORIGINE

Italia/Francia/Germania/Svizzera, 1997

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Olocausto

Antisemitismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, Società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Inizio 1945. I sovietici arrivano ad Auschwitz e liberano gli internati nel campo. Fra di loro c'è Primo, che insieme con alcuni sopravvissuti inizia il viaggio di ritorno verso l'Italia. Questo si trasforma in una vera odissea attraverso l'Europa distrutta dalla guerra.

 

TRACCIA TEMATICA

Solo dopo la liberazione, non più a diretto contatto con l'orrore quotidiano e la lotta per la sopravvivenza, Primo acquisisce la consapevolezza dell'abisso morale nel quale è precipitato e del trauma profondo e indelebile che esso ha impresso sulla sua coscienza. Ne scaturisce una riflessione tormentata sulla presenza del Male nel mondo (se c'è stata Auschwitz, non può esistere Dio), che costituisce per lui un nuovo assillo che non gli fa assaporare del tutto la riconquistata libertà.

Questo acuto turbamento si traduce nell'ansia di lasciare una testimonianza della propria dolorosa esperienza alle generazioni future (appena arrivato a Torino Primo si accinge a scrivere), perché il tempo non la cancelli e possa così conservarsi il ricordo dell'Olocausto.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Ciò che fa di La tregua un film non del tutto riuscito non è tanto il discostarsi in più punti dal romanzo autobiografico di Primo Levi di cui è la traduzione cinematografica (è ormai pienamente riconosciuto il diritto dell'opera cinematografica alla piena autonomia rispetto al testo letterario di riferimento), quanto l'incapacità ad organizzare in modo organico ed unitario la narrazione attorno ad un'idea centrale.

In altre parole, eventi e dialoghi sembrano essere stati selezionati non per sostenere una linea interpretativa del romanzo di Levi, che ne proponga una possibile rilettura a distanza di anni dall'uscita del libro, ma per assolvere al compito di rispondere a precise esigenze spettacolari orientate nel senso del prodotto cinematografico medio finalizzato a soddisfare un pubblico vasto e differenziato, come può essere quello televisivo cui il film è destinato. Improbabili storie d'amore, aneddoti divertenti, personaggi-macchietta di contorno, balletti dell'Armata Rossa avvicinano gli spettatori di poche pretese, mentre i travagliati monologhi di Primo dovrebbero coinvolgere quelli più intellettuali.

Si salva per l'indubbia forza emotiva che da essa sprigiona la sequenza alla stazione di Monaco, dove il soldato tedesco che si inginocchia di fronte al protagonista rievoca l'immagine dello stesso gesto compiuto dal cancelliere Brandt che chiede perdono a Varsavia di fronte al monumento alle vittime del ghetto.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia      A) La seconda guerra mondiale.

                B) Lo sterminio degli ebrei nel Terzo Reich.

                C) Il campo di sterminio di Auschwitz.

                D) La visita del cancelliere Willy Brandt a Varsavia nel 1970.

Italiano     A) Confronto fra il romanzo omonimo di Primo Levi e il film.

                  B) Le altre opere di Levi sull'argomento dell'Olocausto.