I vichinghi

TITOLO ORIGINALE

The Vikings

REGIA

Richard Fleischer

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Edison Marshall

SCENEGGIATURA

Dale Wasserman, Calder Willingham

FOTOGRAFIA

Jack Cardiff (colore)

MUSICA

Mario Nascimbene

MONTAGGIO

Hugo Williams

INTERPRETI

Kirk Douglas, Tony Curtis, Ernest Borgnine, Janet Leigh

PRODUZIONE

Kirk Douglas per la United Artists

DURATA

114’

ORIGINE

USA, 1958

REPERIBILITA'

Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Medioevo

Cinema e Storia

 

TRAMA

X secolo. I Vichinghi provenienti dalla Scandinavia colpiscono ripetutamente le coste inglesi per saccheggiare e distruggere. Durante una di queste incursioni il re vichingo Ragnar uccide il re di Northumbria e usa violenza nei confronti della regina. Il figlio che nasce, Eric, finirà per fare lo schiavo nella terra dei Vichinghi, inconsapevole fratellastro del figlio del re Ragnar, Einar. Quando al campo vichingo giunge la principessa Morgana, figlia del re del Galles e promessa sposa all’usurpatore Aella, Eric fugge con lei verso L’Inghilterra. Einar, furioso e ansioso di vendicarsi, parte con un esercito sulle loro tracce. Arrivati al castello di Aella i Vichinghi lo sottopongono ad assedio. Alla fine si svolge il duello finale tra Einar e Eric.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film esprime una doppia natura storico-avventurosa. La prima risulta piuttosto aderente ad alcuni aspetti reali della civiltà dei Vichinghi, come le loro navi (i caratteristici drakkar sono ricostruiti con grande fedeltà e verosimile è la tecnica di navigazione basata sul riferimento alle stelle), i costumi e i rituali cerimoniali, oltrechè le efficaci tecniche di battaglia e assedio. Assai vicino alla veridicità storica, appare, inoltre, l’organizzazione della società normanna, incentrata sul ruolo di comando dei maschi più valorosi (con la sottolineatura della centralità decisionale dell’assemblea dei guerrieri) e sulla frammentazione in piccole tribù prive di una solida coesione unitaria.

Se dallo sfondo storico ci trasferiamo, invece, alla dimensione avventurosa che permea l’intreccio costatiamo come il repertorio di riferimento sia costituito dalla tradizione ottocentesca del romanzo d’appendice (pensiamo ad autori come Dumas, Sue e il nostro Salgari, ma anche all’opera di uno Scott), filone di cui la sconosciuta origine nobile di un trovatello, l’usurpazione di potere di un traditore, la dolce fanciulla destinata ad un matrimonio infelice erano ingredienti quasi costanti, come la finale vittoria del bene e della giustizia sul male e la prepotenza.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Negli anni Cinquanta il diffondersi della televisione e i primi sintomi di un calo degli spettatori nelle sale cinematografiche indussero le case di produzione americane a misurarsi con l’esigenza di contrastare la concorrenza del piccolo schermo sul piano della spettacolarità, incentivato anche dall’uso ormai consolidato del colore (non ancora disponibile negli apparecchi televisivi).

I Vichinghi è in parte il frutto di questo contesto, per così dire, di mercato e dell’innata tendenza hollywoodiana a sfruttare la storia in chiave avventurosa e inevitabilmente deformante, soprattutto per quel che concerne la ricostruzione delle dinamiche relazionali e della sfera umana e sentimentale dei personaggi, più vicine al modo d’essere e di sentire della contemporaneità che non del passato remoto.

Le cose migliori del film vanno ricercate, come spesso accade in questo tipo di operazioni produttive, nelle sequenze d’azione e di massa e nella ricostruzione scenografica (l’assedio al castello di Aella, il duello finale tra Einar ed Eric, ma soprattutto le bellissime navi normanne che solcano i pittoreschi paesaggi dei fiordi norvegesi e il suggestivo funerale vichingo di Einar).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) Il popolo dei Vichinghi

B) La presenza dei Vichinghi in Italia

C) Le invasioni barbariche dell’Altomedioevo.

D) L’Europa alla fine del primo Millennio.