Il partigiano Johnny
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO |
Dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio |
SCENEGGIATURA |
Guido Chiesa, Antonio Leotti |
FOTOGRAFIA |
Gherardo Gossi (colori) |
MUSICA |
Alexander Balanescu |
MONTAGGIO |
Luca Gasparini |
INTERPRETI |
Stefano Dionisi, Andrea Podran, Fabrizio Gifuni, Claudio Amendola, Giuseppe Cederna, Umberto Orsini, Felice Andreasi |
PRODUZIONE |
Procacci per Fandango |
DURATA |
135’ |
ORIGINE |
Italia, 2000 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Resistenza Novecento/Cinema e Storia |
TRAMA
Johnny, uno studente di letteratura inglese, vive nascosto in una villetta nelle Langhe come disertore. All’indomani dell’8 settembre 1943decide di entrare nelle schiere dei partigiani che combattono i nazifascisti.Passando da una formazione partigiana all’altra, Johnny si trova ad attraversare tutti pericoli e i disagi della dura vita del combattente alla macchia. Sopravvissuto al duro inverno del 1944, riprende la lotta armata. La storia si interrompe proprio nel momento in cui sta per essere colpito da un colpo di fucile nemico.
Per Johnny la scelta di aderire alla lotta partigiana non risponde ad una lucida visione politica (si arruola nelle formazioni azzurre badogliane piuttosto che in quelle comuniste più per caso che sulla base di salde convinzioni ideologiche) e in fondo nemmeno morale (lo scontro tra bene e male), ma ad una specie di imperativo esistenziale che lo obbliga ad uscire dal proprio isolamento (il rifugio nelle colline) per partecipare ai fatti del mondo abbandonando uno stato di torpore frustrante ed insoddisfacente. L’opzione resistenziale sembra rispondere più ad uno slancio istintivo della volontà e ad un richiamo primordiale della coscienza che non ad una motivazione razionale. Più che un film sulla Resistenza Il partigiano Johnny diventa così una storia di formazione, un percorso iniziatico che permette al protagonista di diventare un uomo. Non importa se l’itinerario di Johnny si conclude forse con la morte, quel che conta è che l’ultima immagine del film ce lo consegni per sempre giovane in un gesto di spirito combattivo e quindi di vitale affermazione di sé.
Il partigiano Johnny è anche un film antiretorico ed anticelebrativo sulla Resistenza, di cui certo non vuole sminuire e men che meno rinnegare i valori, ma che intende rievocare nella sua dimensione meno appagante e più faticosa e dolorosa di lotta per la sopravvivenza quotidiana, di fame, freddo e solitudine e di contiguità alla morte.
Tratto dal romanzo incompiuto di Beppe Fenoglio, che in esso riversò una specie di autobiografia reale e ideale insieme, il film di Chiesa non poteva non porsi il problema del rapporto con un testo letterario certamente poco traducibile in immagini a causa della sua frammentarietà narrativa e della scarsità di dialoghi, per non parlare del particolare impasto linguistico messo in atto dallo scrittore piemontese che realizza un originalissimo miscuglio di italiano, gergo popolare e inglese. La soluzione proposta dal regista è quella di tradurre in chiave cinematografica quel senso di disorganicità e discontinuità comunicata dal romanzo, attraverso il frequente ricorso all’ellissi, all’episodico, all’incompleto, tanto che lo spettatore matura la sensazione di essere continuamente deviato da una situazione ad un altro prima ancora che un percorso narrativo abbia espresso tutte le proprie potenzialità (che è poi un po’ quello che accade al protagonista, continuamente strappato da un qualche ambito nel quale aveva iniziato a sistemarsi). Più che la concatenazione causale a Chiesa interessa esprimere il senso di un’inesauribile instabilità e del perenne movimento che ne consegue (Johnny è quasi sempre intento a scappare o ad inseguire) sullo sfondo di un paesaggio umido e nebbioso, anch’esso dai contorni indefiniti e dalla geografia inafferrabile. Lo sforzo sembra (anche questo in sintonia con le scelte del romanzo di riferimento) quello di svuotare il più possibile gli accadimenti e le immagini di concretezza storica e sociale per avvolgerle in una dimensione vagamente surreale e simbolica in grado di esprimere l’irrequietezza e il tormento interiori del protagonista Johnny.
Storia A) La Seconda Guerra Mondiale
B) La Resistenza
Letteratura italiana A) Confronto fra il romanzo di B. Fenoglio e il film
B) La letteratura resistenziale
Geografia Il paesaggio delle Langhe