Sinuhe l’egiziano
TITOLO ORIGINALE |
The Egyptian |
REGIA |
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SOGGETTO |
Dal romanzo omonimo di Mika Waltari |
SCENEGGIATURA |
Philippe Dune, Casey Robinso |
FOTOGRAFIA |
Leon Shamroy (colori) |
MUSICA |
Bernard Hermann, Alfred Newman |
MONTAGGIO |
Barbara McLean |
INTERPRETI |
Edmund Purdom, Jean Simmons, Victor Mature, Gene Tierney, Peter Ustinov |
PRODUZIONE |
Darryl F. Zanuck per la Twenty Century Fox |
DURATA |
139’ |
ORIGINE |
Stati Uniti, 1954 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Cinema e Storia |
TRAMA
Abbandonato alla corrente del Nilo quando era ancora in fasce, Sinuhe viene trovato e cresciuto dal vecchio medico Senmut, da cui apprenderà il mestiere. Diventato il medico di corte del faraone Akenaton, che aveva imposto il monoteismo in Egitto, perde la testa per la prostituta Nefer e precipita nell’abisso del male. Andato in esilio lontano dalla sua terra, vi torna per assistere alla congiura contro Akenaton.
TRACCIA TEMATICA
La vicenda di Sinuhe propone il paradigma consolidato dello schema perdizione-redenzione (tipica contrapposizione mitologico-religiosa), con allegata polarità femminile bene-male (la sensuale Nefer e la devota Merit). Sinuhe rivive già vecchio e prossimo alla morte il suo doloroso percorso esistenziale segnato dal venir meno delle aspettative giovanili e dai fallimenti sentimentali. L’intera rievocazione della sua vita è attraversata da un cupo umore pessimistico e da un senso di rassegnazione ad un destino di dolore e infelicità, che può trovare un’alternativa solo in una prospettiva ultraterrena.
Risulta evidente come il film, pur essendo ambientato in epoca precristiana, attinga abbondantemente a suggestioni tipiche del cristianesimo, a cominciare dal contrasto tra la vanità delle cose terrene (potere, ricchezza, successo) e la tensione verso la dimensione spirituale (il monoteismo sostenuto dal faraone Akenaton e il suo messianesimo).
Le avventure di Sinuhe sono un racconto egiziano dell’età di Sesostri (1950 A.C. circa). Si tratta di uno dei prodotti più alti della letteratura egiziana antica. Su una trama autobiografica si innestano elementi storici (le lotte di successione, l’espansione dell’Egitto), topografici e geografici. Nel 1945 esce il romanzo dello scrittore finlandese Mika Waltari, da cui il film è tratto.
Il kolossal hollywoodiano di Curtiz costituisce così il terzo rimaneggiamento dell’antico testo originario. Tipica superproduzione degli anni Cinquanta (la concorrenza della televisione spingeva le major a grossi investimenti in pellicole di maestosa grandiosità, a colori e in formato a 70 mm.). Del cinema storico americano di quegli anni Sinuhe l’egiziano ha tutte le caratteristiche: l’approssimazione del dato storiografico, l’attualizzazione del passato, il gusto del romanzesco, il barocchismo scenografico, lo scivolamento nel ridicolo inconsapevole. Lo scopo non è certo la veridicità della ricostruzione storica, ma suggestionare l’immaginario dello spettatore e il suo gusto per paesaggi e ambientazioni esotiche in un ‘epoca in cui il flusso massmediatico e comunicativo era enormemente inferiore all’odierno bombardamento audiovisivo.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) L’antico Egitto
B) La letteratura dell’antico Egitto
Letterature straniere Il romanzo omonimo di Mika Waltari
Geografia L’Egitto