Ali
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Michael Mann |
SOGGETTO |
Gregory Allen Howard |
SCENEGGIATURA |
Stephen J. Rivele, Christopher Wilkinson, Eric Roth, Michael Mann |
FOTOGRAFIA |
Emmanuel Lubezki (colori) |
MUSICA |
Lisa Gerrard, Pieter Bourke |
MONTAGGIO |
William Goldenberg |
INTERPRETI |
Will Smith, Jamie Foxx, John Voight, Mario Von Peebles |
PRODUZIONE |
Jon Peters, Paul Ardasi. A. Kitman Ho, Michael Mann per Peters Entertainment/Forward Pass Production |
DURATA |
159’ |
ORIGINE |
Stati Uniti, 2001 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Cinema e Sport |
1964-1974. Nel 1964 il pugile Cassius Clay vince il suo primo titolo mondiale e subito dopo decide di cambiare il suo nome in Cassius X (per indicare il rifiuto di conservare il cognome che la sua famiglia originaria aveva ereditato dal padrone all’epoca della fine dello schiavismo) e successivamente in Muhammad Ali (dopo che la conoscenza con Malcolm X lo ha portato alla conversione all’islamismo). Il 28 aprile 1967 Muhammad Ali rifiuta la chiamata alle armi degli Stati Uniti per andare a combattere in Vietnam e per questo viene condannato alla revoca del titolo mondiale e alla proibizione a proseguire nell’attività sportiva. Il 28 giugno 1971 la Suprema Corte lo riabilita completamente restituendogli la piena libertà. Il 25 ottobre 1974 a Kinshasa in Congo ritorna ad essere campione del mondo sconfiggendo dopo un memorabile incontro Foreman di fronte ad una folla africana in delirio per lui.
Cassius Clay è stato forse il più grande campione di pugilato di tutti i tempi, ma è stato anche e soprattutto un personaggio, che grazie alla sua spiccata personalità ha cercato (riuscendoci) di assegnare alla propria figura di idolo dello sport una forte caratterizzazione sociale e politica in senso antirazzista e di aperta critica al sistema pugilistico dominante negli Usa.
La riscoperta delle origini africane e la conversione all’islamismo in sintonia con la predicazione di Malcolm X, il profeta della liberazione dei neri d’America che tanto ammirava, costituiscono le fasi fondamentali di un processo identitario che lo portano a scontrarsi sia con la comunità mussulmana d’appartenenza sia con l’establishment ufficiale, che comunque ha bisogno di un personaggio del suo carisma per alimentare l’interesse del pubblico e il business sportivo-massmediatico.
Non particolarmente dotato intellettualmente, impreparato culturalmente e sentimentalmente instabile e immaturo, Ali ha saputo sempre fronteggiare le avversità facendo leva su di un temperamento combattivo e ribelle, che se gli ha procurato parecchie inimicizie gli ha anche guadagnato simpatie e sostegno sino a farne una specie di simbolo della contestazione contro il potere bianco dei neri di tutto il mondo. E’ così che si spiega il tifo entusiastico delle folle durante l’incontro di Kinshasa che proprio nell’Africa nera trovò la sua cornice ideale.
Ali dispone la propria strategia espressiva su almeno cinque piani. Quello più strettamente biografico, incentrato su un percorso anomalo rispetto alla linea di sviluppo narrativo che il cinema hollywoodiano di genere pugilistico persegue da tempo (ascesa-caduta), nel senso che qui si va da una conquista di un titolo ad un’altra (ascesa-caduta-ascesa). Quello umano-psicologico dominato dalle contraddizioni morali-esistenziali e dalla eccezionalità del protagonista. Quello del contesto storico dove si sottolinea lo sfondo d’epoca attraverso molteplici riferimenti, specialmente di natura musicale (importante il ruolo delle canzoni) e massmediatica (la centralità del ruolo dei mezzi di comunicazione di massa nel creare il mito di Ali). Quello corale costituito dal vasto stuolo di personaggi (più o meno importanti e decisivi nella vita di Ali) che circondano il campione e interagiscono, in modo quasi sempre conflittuale, con lui (una delle figure prevalenti del film è quella dello scontro verbale che fa da pendant agli scontri sul ring). Quello della ricostruzione dei match pugilistici, tradotti con grande fedeltà e adesione alla dimensione di epica sofferenza insita in questo sport.
Una pluralità di livelli che si intersecano tra loro alimentandosi a vicenda e costruendo una trama di notevole complessità sostenuta da un montaggio rapido e incalzante e da uno stile ellittico e aggressivo, di grande incisività e intensità.
Storia a) Gli Stati Uniti negli anni Sessanta-Settanta
b) La guerra del Vietnam e il movimento pacifista
c) Malcolm X e i movimenti neri negli Stati Uniti
d) Il razzismo negli Stati Uniti
e) Lo Zaire di Mobutu.
Religione L’Islamismo