Un ragazzo di Calabria

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Luigi Comencini

SOGGETTO

Demetrio Casile

SCENEGGIATURA

Ugo Pirro, Francesca Comencini, Luigi Comencini

FOTOGRAFIA

Francesco Di Giacomo (colori)

MUSICA

Antonio Vivaldi

MONTAGGIO

Nono Baragli

INTERPRETI

Santo Polimeno, Diego Abatantuono, Thérèse Liotard, Gian Maria Volonté

PRODUZIONE

Fulvio Lucisano per Italian International Film, UP Schermo Video, Roma/Carthago Films, Parigi/in collabor. Con RAI-Uno

DURATA

108’

ORIGINE

Italia, 1987

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Cinema e sport

 

TRAMA

 Calabria, 1960. Mimì è un adolescente tredicenne  che coltiva la passione della corsa, ma il padre vorrebbe che studiasse per farsi una posizione. Sostenuto dall’autista Felice si allena di nascosto e alla fine riesce a vincere una competizione a Roma.

  

TRACCIA TEMATICA

 Attraverso una specie di favola realistica il film dispiega un evidente impianto metaforico: il giovane Mimì simboleggia le speranze di rinascita di un meridione italiano ancora sottosviluppato e arretrato e il comunista Felice il tramite politico dell’affermarsi di questa volontà di riscatto del Mezzogiorno. Lo sfondo ambientale evidenzia i segni della secolare arretratezza del sud: le marcate divisioni di classe fra ricchi e poveri, lo sfruttamento del lavoro minorile, l’aspirazione all’impiego statale, una concezione patriarcale della famiglia.
La figura dell’etiope Abebe Bikila, vincitore scalzo della maratona olimpica di Roma del 1960 e modello eroico-mitico di Mimì, acquista precise risonanze simboliche, assurgendo ad emblema del Terzo Mondo (corrispettivo sul piano mondiale del nostro meridione) che compete e vince (anche se solo nello sport) sui paesi ricchi.
La stessa corsa ben si addice nel suo essere sport di elementare e primitiva spontaneità ad una pratica povera (si può correre anche scalzi, come Bikila e Mimì), ma ricca di risonanze nobili e antiche (era l’attività fisica prediletta dagli antichi greci).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Comencini risulta più convincente sul piano del coinvolgimento emotivo ed emozionale, lavorando con la consueta sensibilità nel penetrare nella dimensione psicologica dell’adolescenza (tematica prediletta dal regista) e nella trama dei rapporti genitori-figli (qui risolta attraverso la contrapposizione tra un padre-padrone ed un padre-guida) che non nell’affrontare in chiave metaforica la questione meridionale (dove finisce per risultare un po’ schematico e troppo didascalico). I conflitti generazionali e i rapporti umani sembrano, insomma, più congeniali al registro comenciniano dei riferimenti politico-sociali, spesso risolti in modo banale e affrettato, e di alcune soluzioni linguistiche all’insegna di un’abusata e stereotipata convenzionalità (il ralenti sulle corse di Mimì e la musica di Vivaldi che le enfatizza), che mal si concilia la dominante scelta di una sobrietà espressiva di stampo quasi neorealista.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Educazione fisica                           A) La maratona

                                                         B) Abebe Bikila

 Storia                                               La questione meridionale