Il seme della violenza

TITOLO ORIGINALE

The Blackboard Jungle

REGIA

Richard Brooks

SOGGETTO

Da un racconto di Evan Hunter

SCENEGGIATURA

Richard Brooks

FOTOGRAFIA

Russel Harlan (bianconero)

MONTAGGIO

Ferris Webster

INTERPRETI

Glenn Ford, Sidney Poitier, Anne Francis, Margaret Hayes, John Hoyt

PRODUZIONE

Pandro S. Berman per la MGM

DURATA

94’

ORIGINE

Stati Uniti, 1955

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Sui banchi di scuola

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Richard Dadier è un giovane insegnante che finisce in una scuola di avviamento al lavoro nei sobborghi più poveri di New York. Una scolaresca turbolenta e violenta (neri, irlandesi, italiani, ebrei, portoricani, ecc.) mette a dura prova il suo iniziale entusiasmo. Dopo mesi molto difficili, Dadier riesce a conquistare la stima e il rispetto dei suoi alunni.

 

TRACCIA TEMATICA

Negli Stati Uniti a fianco di scuole d’elite per la ricca borghesia wasp (se ne coglie un fuggente riflesso quando Dadier si reca in visita al suo professore del liceo) esistono da sempre o quasi degli istituti–ghetto che raccolgono il disagio giovanile delle tante comunità etniche che popolano le povere periferie delle metropoli. Il seme della violenza è forse il primo film americano che affronta questo argomento con evidenti intenti di denuncia nei confronti di un degrado sociale e morale che contrastava apertamente con l’immagine degli USA come paese del benessere e delle opportunità.

Pur essendo ormai passato un mezzo secolo  il film di Brooks va a toccare problemi che ancor oggi attanagliano la società americana (le vistose differenze sociali e l’esclusione di interi settori della popolazione) e il suo sistema scolastico (le scuole pattumiera esistono ancor oggi).

Il classico ottimismo cinematografico americano, poi, ci mette molto del suo per appiccicare un lieto fine  (molto forzato e artificioso) ad uno scenario che sembra decretare un’ irrimediabile condanna di tanti giovani all’emarginazione sociale e alla delinquenza. Le metodologie didattico-pedagogiche utilizzate dal professor Dadier nel tentativo di carpire un po’ di interesse ai propri alunni risultano poco credibili e non stupisce così che alla fine tutto si risolva (molto all’americana) con una prova di coraggio e forza fisica (nel pieno rispetto dell’altrettanto molto americano mito dell’individuo eccezionale che grazie alle sue doti fisico-morali conquista le masse e ne diventa leader). 

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il seme della violenza si colloca pienamente nell’ambito della produzione statunitense d’argomento sociale e d’impegno civile degli anni Quaranta-Cinquanta, strettamente legata al clima del dopoguerra e alla ventata di rinnovamento che attraversa Hollywood  sulla spinta di un maggior interesse da parte del pubblico nei confronti delle tematiche sociali.

Elementi fondamentali di questo filone sono l’ambientazione marcatamente realistica (gli interni sono sovente spogli e dimessi) e metropolitana (e spesso dei quartieri più marginali), lontano dai falsi scenari degli studios, la vicinanza allo stile documentarista, l’uso di un bianconero destinato ad accentuare il registro realistico, l’attenzione rivolta a situazioni di disagio sociale e difficoltà esistenziale, la condanna del razzismo e una sceneggiatura che da spazio ad un linguaggio non privo di espressioni legate alla lingua parlata.   

Brooks riesce, poi, a garantire una perfetta tenuta narrativa portando all’estremo della tensione dialoghi e situazioni, sfruttando al meglio gli spazi ristretti e claustrofobici della scuola e conferendo ai personaggi (se si escludono gli studenti ridotti a schematiche macchiette) una credibile dimensione psicologica (pensiamo alla frustrazione e al senso di impotenza che emerge dai discorsi di molti insegnanti).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                                           Gli Stati Uniti negli anni Cinquanta

Educazione civica                        Il sistema scolastico americano