L’ultimo inquisitore

TITOLO ORIGINALE

Goya’s Ghosts

REGIA

Milos Forman

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Milos Forman, Jean-Claude Carrière

FOTOGRAFIA

Javier Aguirresarrobe (colore)

MONTAGGIO

Adam Boome

MUSICA

José Nieto, Varhan Orchestrovich

INTERPRETI

Stallan Skarsgard, Javier Bardem, Natalie Portman, Randy Quaid, Michael Londsale,

PRODUZIONE

Saul Zaenz per KanZaman S.A./The Saul Zaenz Company/Xuxa  Producoes

DURATA

114’

ORIGINE

Spagna, 2006

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Ottocento

Cinema e Storia

 

 TRAMA

Spagna, fine Settecento-inizio Ottocento. Il pittore di corte Francisco Goya (1746-1828) intrattiene amichevoli rapporti con frate Lorenzo , uno dei più importanti membri dell’ Inquisizione cattolica,  e si rivolge a lui nel tentativo di liberare dal tremendo carcere del tribunale religioso la giovane e  innocente Ines, ingiustamente accusata di essere ebrea. Il frate visita in prigione la bella Ines e ne approfitta , mettendola in cinta. Quindici anni dopo, quando l’esercito francese di Napoleone invade la Spagna, Goya ritrova Lorenzo trasformato in un fanatico funzionario napoleonico, giacobino e anticlericale, mentre Ines, liberata dalla prigione è ridotta ad una larva umana. 

 

TRACCIA TEMATICA

 L’ultimo inquisitore non è la biografia di Goya, anzi il grande pittore spagnolo è solo uno dei protagonisti di un film che vuole soprattutto essere un’amara e pessimistica riflessione sulla natura perversa e crudele del Potere in tutte le sue incarnazioni e temperie storiche. In questo senso la retriva e oscurantista Inquisizione spagnola dell’Ancièn Règime agisce con la stessa disumana violenza delle laiche e progressiste autorità francesi che dovrebbero incarnare gli ideali di libertà e fraternità della Rivoluzione francese e la figura (immaginaria) di Lorenzo rappresenta il cinico trasformismo dei tanti opportunisti che privi di autentici ideali hanno venduto l’anima al potere di turno in cambio di vantaggi e privilegi (più specificatamente c’è chi ha visto nel film un riferimento allo stalinismo degli anni Trenta-Cinquanta con i suoi processi farsa con false confessioni strappate con la tortura e alle recenti guerre di Bush che in nome della democrazia hanno devastato intere nazioni).

In questo contesto di desolante prevalere del Male, la figura di Goya ripropone il tema del rapporto tra l’artista e il Potere e soprattutto fra la sua libertà creativa e i condizionamenti e i compromessi cui è costretto per la sua sopravvivenza. Sordo (e non solo fisicamente) ai soprusi e alle ingiustizie di cui è testimone e accomodante e servile nel suo ruolo di adulante celebratore pittorico della casa regnante, tuttavia Goya esprime la propria sofferta angoscia per la realtà che lo circonda nei disegni allucinati e inquietanti che significativamente aprono e chiudono il film.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Regista attratto dalla vita dei grandi artisti del passato (ricordiamo su tutti lo splendido Amadeus, sulla vita di Mozart), Forman si conferma particolarmente dotato nella ricostruzioni scenografiche a sfondo storico e nella delineazione dei personaggi, cercando di penetrarne con acuta sensibilità la personalità (nel caso dei geni del passato, non solo le grandi virtù creative, ma anche i limiti e le debolezze delle loro personalità).

Ben condotto nella prima parte, dove la narrazione procede con la giusta cadenza e dove tutto è ravvivato da un surplus di pungente sarcasmo per introdurre lo spettatore nel clima di soffocante oppressione inquisitoriale in cui era sprofondata la Spagna del Settecento (molto efficace la sequenza iniziale con i membri dell’Inquisizione scandalizzati di fronte ai disegni di Goya e quella che descrive le fasi della lavorazione di un’acquaforte da parte dell’artista), nella seconda parte (dall’arrivo dei francesi in poi) il film perde la tesa concentrazione iniziale e gli eventi sembrano affastellarsi in modo un po’ affrettato (come troppo schematica appare a quel punto la configurazione psicologico-comportamentale dei personaggi, a cominciare da Lorenzo, ormai simbolo quasi macchiettistico del trasformismo) con discutibili sconfinamenti nel melodrammatico e nel romanzesco (la figura di Ines e della figlia).   

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Storia                                                A) Il tribunale dell’Inquisizione spagnola

                                                           B)  Storia della Spagna Moderna

                                                           C)  La Rivoluzione francese e l’Impero napoleonico

Storia dell’arte                                  Francisco Goya