Il colore della libertà-Goodbye Bafana

TITOLO ORIGINALE

Goodbye Bafana

REGIA

Bille August

SOGGETTO

Dal libro “Nelson Mandela, da nemico a fratello” di Bob Graham e James Gregory

SCENEGGIATURA

Greg Latter, Bille August

FOTOGRAFIA

Robert Fraisse (colori)

MONTAGGIO

Hervè Schneid

INTERPRETI

Dennis Haysbert, Joseph Fiennes, Diane Kruger

PRODUZIONE

Ilann Girard, Andro Steinborn, Jean-Luc Van Damme, David Wicht per Arsam International/Banana Films/Film Afrika Worldwide CC/Future Films Ltd./Thema Production/X-Filme Creative Pool.

DURATA

140’

ORIGINE

Sud Africa-Gran Bretagna-Germania-Belgio-Lussemburgo, 2007

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Apartheid

Razzismo contro i neri/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

La guardia carceraria James Gregory è un bianco che conosce bene la lingua tribale Xhosa, essendo vissuto da bambino vicino ad una fattoria di neri. Per questo viene scelto per sorvegliare Nelson Mandela durante tutta la sua lunga prigionia. Permeato dalla mentalità razzista dei bianchi sudafricani, James giustifica l’apartheid e considera Mandela una minaccia nei confronti di tutto ciò in cui crede, ma con il passare del tempo egli si rende conto della grande levatura umana e morale del suo prigioniero ed inizia a rispettarlo sino a intessere con lui un rapporto di autentica amicizia.

 

TRACCIA TEMATICA

 La figura del grande leader di colore, premio Nobel, Nelson Mandela, artefice della liberazione del popolo nero del Sudafrica dal giogo razzista imposto per quasi un secolo dai colonialisti bianchi, è rievocata non direttamente, ma attraverso il lento processo attraverso cui il suo custode bianco, James Gregory (personaggio reale e autore del libro da cui è stata tratta la sceneggiatura del film), impara a conoscerlo e a stimarlo.

L’assunto del film è che il vero uomo libero sia Mandela (come profondamente liberi sono tutti coloro che lottano per la libertà dei popoli) e che sia invece il suo carceriere ad essere mentalmente  prigioniero dei suoi tanti pregiudizi razzisti assimilati dalla comunità bianca cui appartiene.

La grande forza morale di Mandela si impone non solo sul popolo che guida verso la libertà, ma anche su quelli che dovrebbero essere i suoi persecutori. E questo è un privilegio che la Storia ha riservato solo a pochi.   

 

VALUTAZIONE CRITICA

 Il colore della libertà non è un film eccelso, ma sicuramente onesto e dignitoso, capace di avvicinare spettatori lontani dall’Africa e dalle sue vicende politico-storiche alla figura di Mandela. Sembra poi appropriato che un regista europeo (August è danese) si approcci ad un personaggio siffatto attraverso il filtro di un bianco con il cui percorso di educazione morale e politica è forse più facile identificarsi per un pubblico non africano. Questo permette inoltre al regista di evitare di abbandonarsi a quei toni enfatici e trionfalistici (all’insegna di una netta contrapposizione di Bene e Male), con cui spesso vengono proposte simili ricostruzioni storico-biografie.   

Il film sa mantenersi su un registro discreto, antispettacolare e dimesso (che forse qualcuno potrebbe trovare un po’ noioso), ma che bene si coniuga alla lezione di rigore morale che ci ha consegnato Mandela.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                                             a) Il Sudafrica dalla colonizzazione all’indipendenza                        

                                                       b) La legislazione dell’apartheid

                                                       c) la figura di Nelson Mandela

 Geografia                                      Il Sudafrica