Mongol
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Sergei Bodrov |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Arif Aliyev, Sergei Bodrov |
FOTOGRAFIA |
Sergei Trofimov, Rogier Stoffers (colori) |
MONTAGGIO |
Zach Staenberg |
MUSICA |
Tuomas Kantelinen |
INTERPRETI |
Tadanobu Asano, Khulan Chuluun, Sun Honglei, Aliya, Bao Di |
PRODUZIONE |
Sergei Bodrov, Anton Melnik, Sergei Selyanov, Manuela Stehr per Andreevsky Flag Film Company/Kinofabrika/Kinokompaniya Ctb/X-Filme Creative Pool |
DURATA |
126’ |
ORIGINE |
Mongolia-Germania-Kazakhistan-Russia, 2007 |
REPERIBILITA' |
Homevideo-Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
I MongoliMedioevo/Cinema e Storia |
Infanzia, adolescenza e ascesa al potere di Temugin, passato alla storia come Gengis Kahn. La narrazione si arresta nel momento in cui il condottiero si appresta ad assumere il comando delle irrequiete ed anarchiche tribù della Mongolia.
Pur nell’ambito di una biografia storica, la vita di Gengis Kahn è ricostruita sulla base dello sviluppo narrativo del racconto fiabesco, seguendo lo schema dei conflitti tra eroe ed antagonisti vari e del percorso irto di ostacoli da superare (le prove iniziatiche) per meritare grazie al coraggio e all’abilità dimostrata la consacrazione finale.
La dimensione dell’avventura, a stretto contatto di una morte incombente e sorretta da un destino privilegiato che preserva il protagonista in vista di una missione storica, sembra prevalere sull’esattezza filologica e sul rigore storiografico. Il personaggio di Gengis Kahn ci è consegnato così circonfuso da un’aurea mitica, che ne enfatizza la predestinazione alla grandezza e le virtù guerresche di cui dà ripetutamente prova. Più che Storia, creazione mitologica.
Bodrov opta decisamente per la dimensione del kolossal, giovandosi dell’ausilio degli sterminati paesaggi mongolici, che offrono uno scenario ideale per i campi lunghi e le panoramiche che si susseguono nel film. La valorizzazione cinematografica degli spazi della steppa diventa la cifra stilistica fondamentale della pellicola, che privilegia una spettacolarità magniloquente e continuamente esibita e si affida ad un collaudato registro narrativo melodrammatico e da action-movie (molto statunitense ed hollywoodiano, lontano dalla tradizionale sobrietà espressiva del cinema orientale). La destinazione occidentale del film ha indiscutibilmente condizionato le scelte linguistiche, imponendo una modalità stereotipata e convenzionale di filmare.
Storia a) Gengis Kahn e la civiltà mongola
b) L’Europa ai tempi di Gengis Kahn
Geografia La Mongolia