Che ora è?
TITOLO ORIGINALE | Idem |
REGIA | Ettore Scola |
SCENEGGIATURA | Ettore Scola, Beatrice Ravaglioli, Silvia Scola |
FOTOGRAFIA | Luciano Tovoli (colori) |
MONTAGGIO | Raimondo Crociani |
MUSICA | Armando Trovajoli |
INTERPRETI | Marcello Mastroianni, Massimo Troisi |
PRODUZIONE | Cecchi Gori, Studio EL, Gaumont |
DURATA | 102' |
ORIGINE | Italia/Francia, 1989 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | Genitori e figli La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Un padre va a trovare il figlio che fa il servizio militare a Civitavecchia. I due trascorrono una grigia giornata invernale insieme, facendo emergere tutta l'incomunicabilità che li separa. Alla fine si lasciano solo parzialmente riconciliati. TRACCIA TEMATICAIl film è incentrato sul classico scontro generazionale: da una parte un genitore che sogna per il figlio un lavoro e un matrimonio, insomma una sistemazione definitiva; dall'altro il figlio che vuole continuare la fase dell'adolescenza rimandando all'infinito le scelte. Di più: tentando di convincere il figlio il padre mette a nudo l'angustia del proprio orizzonte, ancorato a fragili certezze borghesi, mentre il figlio, schermendosi di fronte alle sollecitazioni paterne, rivela una spiccata propensione ad una dimensione esistenziale schiva ed appartata, lontana da ogni aspirazione di affermazione professionale e arricchimento.
VALUTAZIONE CRITICA
Che ora è? si attesta sul versante di una dignitosa medietà, risultando un'opera piacevole, anche se non esente da alcuni vistosi difetti: il conflitto generazionale proposto risulta piuttosto stereotipato e fatica a sfuggire al pericolo del luogo comune e dello sfondar porte aperte; se Mastroianni appare perfettamente in parte nel ruolo del padre assenteista e un po' cialtrone, Troisi stenta nel dare la propria maschera e mimica a un ventenne neolaureato in lettere.
Buono invece il lavoro registico sull'ambientazione: una Civitavecchia deserta e plumbea, ricca di risonanze metaforiche e di suggestioni decadenti, diventa perfetta cornice di questo piccolo psicodramma dell'incomprensione e della incomunicabilità.