Chi non salta bianco è

TITOLO ORIGINALE

White Men Can’t Jump

REGIA Ron Shelton
SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Ron Shelton

FOTOGRAFIA

Russell Boyd (colori)

MUSICA

Bennie Wallace

MONTAGGIO

Paul Seydor

INTERPRETI

Wesley Snipes, Woody Harrelson

PRODUZIONE

Ron Miller, David Lester per la Warner Bros.

DURATA

95’

ORIGINE

USA, 1992

REPERIBILITA’

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Diversità e commedia

Incontro con l’altro/Diversità/Uomo e Società

 

TRAMA

Billy è un buon giocatore di pallacanestro che vive di scommesse: si reca nei quartieri neri dove si gioca per denaro a basket, si finge un principiante, viene invitato a giocare e fa sua la posta beffando gli incauti sfidanti. Un giorno si imbatte in Sidney, un altro incallito giocatore di colore, e dopo averlo fregato finisce per mettersi in società con lui, tirando bidoni ai danni di ingenui malcapitati. La ragazza di Billy vorrebbe che il suo uomo trovasse un’occupazione meno precaria e anche la moglie di Sidney aspira a migliorare lo status della famiglia, ma i due amici cestisti stentano ad abbandonare i canestri delle periferie con le relative scommesse.

 

TRACCIA TEMATICA

A ben vedere l’unica vera differenza tra Billy e Sidney è il colore della pelle. Differenza non da poco, se consideriamo come il primo si approfitta del razzismo innato del secondo per turlupinarlo all’inizio del film. Imparata la lezione Sidney si mette in società con Billy e insieme sfruttano il loro diverso colore, vera e propria risorsa per gabbare il prossimo. Il fatto è che i due protagonisti sono profondamente uguali, presi entrambi dalla passione del gioco e delle scommesse. Billy in particolare sembra posseduto da un demone che lo spinge a rigiocare subito ciò che ha appena vinto, mettendo a repentaglio anche il proprio legame sentimentale. Sidney apparentemente è più sbruffone e aggressivo, ma dei due si rivela il più maturo e responsabile.

Chi non salta bianco è sembra essere l’ennesima variazione sul tema dell’amicizia virile (cioè di un legame tra due uomini che si salda e cementa sulla base di una comune abilità che alimenta la stima reciproca), che può essere conflittuale e burrascosa, ma che alla fine si dimostra quanto mai solida e duratura.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Chi non salta bianco è accentua quell’elemento centrale della commedia che è il dialogo, portandolo alle estreme conseguenze di un verbalismo frenetico e debordante, che trova in un aggressivo turpiloquio la connotazione dominante. Si potrebbe dire che alla violenza fisica del thriller o del cinema d’azione si sostituisca una violenza verbale nutrita di una pittoresca gergalità che perviene ad un vero e proprio virtuosismo dell'osceno. Non è un caso che il film termini (come del resto era iniziato) sfumando sull’ennesimo dialogo fluviale tra Billy e Sidney. Qualcosa di lontano dal giovanilese studentesco (più controllato e studiato) di tante commedie giovanili anni novanta, per non parlare del linguaggio forbito e allusivo della commedia classica, ma forse più autentico e vicino a certa creatività linguistica delle nuove generazioni.

Il film di Shelton non è però tutto qua (pur se non sfugge ad un eccesso di compiacimento da sfrenata logorrea), ma anche nella capacità di saperci catturare con travolgenti momenti di basket di alta spettacolarità, punto di forza di una pellicola che non sempre riesce a nascondere una certa esilità della struttura narrativa.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Educazione fisica   Il basket da strada nei quartieri delle metropoli americane.