TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
|
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Dean Pictchford |
FOTOGRAFIA |
Ric Waite (colori) |
MONTAGGIO |
Paul Hirsch |
MUSICA |
Becky Shargo |
INTERPRETI |
Kevin Bacon, Lori Singer, Dianne Wiest, John Lithgow |
PRODUZIONE |
Daniel Melnick per la Paramount Pictures |
DURATA |
107 |
ORIGINE |
USA, 1984 |
REPEREBILITA |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Ballando, Ballando Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Un ragazzo di Chicago, Ren, si trasferisce con la madre in una piccola cittadina di provincia, dominata dalla presenza del reverendo Moore, che con le sue prediche tuona contro il ballo, causa, a suo dire, della corruzione della gioventù, tanto che la comunità del paese lha addirittura vietato. La prima a non adattarsi allottuso rigorismo del religioso è proprio sua figlia Ariel, ragazza disinibita e irrequieta, che adora la musica e la danza. Ma è soprattutto il nuovo arrivato Ren che si ribella alle leggi del posto, fomentando una rivolta che alla fine trionfa contro tutte le resistenze.
TRACCIA TEMATICA
Il film può essere considerato una specie di apologo morale, tendente a dimostrare che non solo i divieti e le proibizioni contro bisogni giusti e legittimi, come certo devono essere considerati il ballo e la musica per i giovani, non servono a niente, ma anche che sono dannosi, ingenerando comportamenti ribellistici spesso autodistruttivi, come quello di Ariel. Linquieta personalità della ragazza, che ha assunto un atteggiamento di sfida aperta nei confronti di un padre rigido e insensibile, simboleggia in modo estremo il grave rischio di incomunicabilità tra generazioni, che incombe qualora, invece del dialogo e della comprensione, prevalgano i pregiudizi e i tabù.
Le stesse chiusure mentali degli adulti, a cominciare proprio dal reverendo, nascondono poi irrisolti traumi personali e un difficile rapporto con la sessualità.
Centrale, nel sostenere lassunto del film, lappassionato intervento in consiglio comunale di Ren, che, citando la Bibbia, esalta la virtù liberatoria e la dimensione socializzante del ballo.
VALUTAZIONE CRITICA
E difficile sfuggire alla sensazione, di fronte ad un film come Footloose, che la trama altro non sia che un semplice pretesto per costruire un musical incentrato sul ballo giovanile in voga nei primi anni ottanta, sulla scia del successo di film come Grease (1979) e Flashdance (1983). Limprobabilità del soggetto (una specie di fiaba contemporanea) va quindi visto alla luce dellappartenenza della pellicola ad un genere, il musical appunto, costitutivamente antirealista, se non apertamente fantastico. Non è certo la lezioncina sociologica sul conflitto generazionale e sui danni del bigottismo la cosa da ricordare di Footloose, ma certamente la felice originalità dei titoli di testa e il travolgente ritmo del ballo finale.